Lo spionaggio di Mosca nell'Unione europea è sempre più sfacciato
Nelle ingerenze russe in Europa si registrano piani sempre più espliciti di sabotaggio di infrastrutture strategiche, un pericolo che è avvertito soprattutto nei paesi più vicini ai confini della Russia. Il modus operandi per reclutare spie sul territorio europeo
Gli arresti e le accuse di spionaggio per conto della Russia nell'Unione europea sono quotidiani, più ci si avvicina alle elezioni di inizio giugno, più i sospetti di ingerenza russa si moltiplicano insieme alle preoccupazioni per la stabilità e la sicurezza dei paesi europei. Soltanto negli ultimi mesi sono state arrestate persone in vari paesi con l'accusa di essere spie russe in Germania, Polonia, Estonia, Austria, Lettonia. In molti di questi arresti c'è un filo comune: l'Ucraina e il tentativo di Mosca di minare il sostegno europeo a Kyiv. Non sono bastate le centinaia di spie russe identificate ed espulse da vari paesi in tutta Europa dopo l'invasione russa dell'Ucraina nel 2022. A metà aprile Varsavia ha arrestato un polacco che si sarebbe offerto di assassinare il presidente Volodymyr Zelensky, il mese scorso il governo britannico ha annunciato l'espulsione di un addetto alla difesa russo a Londra e in Germania due cittadini con doppio passaporto russo e tedesco sono stati accusati di spionaggio con l'obiettivo di interrompere l'assistenza militare occidentale all'Ucraina attraverso operazioni di sabotaggio. Secondo il ministro degli Esteri David Cameron i tentativi della Russia di minare la sicurezza del Regno Unito e dell'Europa sono diventati “sempre più sfacciati” dall'inizio della guerra in Ucraina.
Ieri il servizio di Sicurezza lettone ha chiesto che una sospetta spia russa venga perseguita non solo per spionaggio ma anche per possesso di armi illegali e lunedì la Polonia ha arrestato nove membri di una presunta rete di spionaggio russa in relazione ad alcuni atti di sabotaggio in Polonia, Lituania e Lettonia: “Si tratta di cittadini ucraini, bielorussi e polacchi”, ha detto il premier Donald Tusk. Il Wall Street Journal ha ricostruito il modus operandi del Cremlino per reclutare spie sul territorio europeo, nello specifico in Polonia: con annunci di lavoro su Telegram, “soldi facili”, dice un rifugiato ucraino a Varsavia arrestato in uno dei più grandi casi di spionaggio in Polonia. Gli obiettivi di questa nuova campagna russa sono giovani ed emarginati, spesso immigrati e per lo più uomini, “per intraprendere banali ma dannosi atti di spionaggio e sabotaggio”, organizzati su chat online. L'approccio è a basso costo e a basso rischio per i servizi di spionaggio di Mosca.
L'elemento preoccupante è che nelle ingerenza russe in Europa si registrano piani sempre più espliciti di sabotaggio di infrastrutture strategiche, come la compromissione di ferrovie, basi militari e altri siti utilizzati per fornire armi all'Ucraina. Poiché molti agenti dell'intelligence russa sono già sanzionati, secondo gli esperti il Cremlino lavora su più fronti, aggiungendo altri uomini nell'ambito di operazioni ibride e strategiche, non militari, tra cui attacchi informatici, interferenze elettorali e disinformazione. Un pericolo che è avvertito soprattutto nei paesi più vicini ai confini russi: ieri la Norvegia ha annunciato che limiterà l'ingresso ai turisti russi, chiudendo il loro ultimo accesso diretto allo spazio Schengen senza frontiere europee e mercoledì la premier estone, Kaja Kallas, in un'intervista all'Ap ha ribadito l'importanza di aumentare le difese nelle nazioni in prima “linea” contro la “guerra ombra” della Russia, e che l'Estonia, che dalla sua indipendenza ha preso molto seriamente la sfida di trovare agenti d'influenza russi sul territorio, ha visto negli scorsi mesi un aumento del sabotaggio, della guerra elettronica e dello spionaggio di Mosca. “Quello che mi piacerebbe vedere è il riconoscimento che questi non sono eventi isolati”, l'occidente deve avere una “discussione seria su un approccio coordinato”, ha detto Kallas: “Fino a che punto li lasciamo operare sul nostro suolo?”.
Cose dai nostri schermi