contro la minaccia di Putin
Zelensky a Bruxelles. Le coalizioni variabili dei volenterosi per Kyiv, oltre veti e cautele
I bilaterali, le collette e le minialleanze funzionano di più per l'Ucraina rispetto all’Ue a 27. Il presidente ucraino lancia un nuovo appello a tutti gli alleati per togliere i limiti che avvantaggiano la Russia
Danimarca, Paesi Bassi e Belgio per F-16, la Repubblica ceca per munizioni da comprare in giro per il mondo, la Germania per la difesa aerea: la moltiplicazione delle coalizioni di volenterosi tra paesi europei per sostenere l’Ucraina è un segnale del fatto che l’Ue ha raggiunto il limite di ciò che può fare, paralizzata dai veti di Viktor Orbán e dalle divisioni interne sulle restrizioni da imporre a Kyiv nell’utilizzo delle armi. A Bruxelles, dove si trovava per firmare l’accordo di sicurezza con il Belgio, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha lanciato un nuovo appello a tutti gli alleati per togliere i limiti che avvantaggiano la Russia. L’Alto rappresentante, Josep Borrell, ha dovuto ammettere che una parte degli stati membri dell’Ue è contraria per timore della reazione russa. Il presidente russo, Vladimir Putin, ha minacciato direttamente gli europei. “Dovrebbero ricordare che questi sono, di regola, paesi con un territorio piccolo e una popolazione molto densa. E questo è un fattore che dovrebbero considerare prima di parlare di colpire in profondità nel territorio russo”.
Nella riunione dei ministri della Difesa dell’Ue il tema delle restrizioni imposte all’Ucraina è stato discusso. Mentre l’incontro era in corso, Zelensky ha spiegato le sue ragioni. “Voglio parlare di Kharkiv dove le forze russe sono avanzate di dieci chilometri. Sparano contro i civili, ma non solo i civili, anche contro le Forze armate. Stanno lì (oltre frontiera) e sparano con artiglieria e armi da lunga gittata. Ti sparano e non puoi rispondere semplicemente perché non abbiamo il diritto di usare le armi (fornite dagli occidentali). Quando (i russi) sparano, uccidono la gente o mettono pressione sui soldati che devono ritirarsi. Sono esseri umani e non possono morire sotto il fuoco. I soldati si ritirano di alcuni chilometri e i russi avanzano. E non possiamo rispondere”. Secondo Zelensky questo è ingiusto. Ma non possiamo mettere a rischio il sostegno dei nostri partner. Ecco perché non usiamo le armi dei nostri alleati contro la Russia. Ecco la ragione per cui chiediamo il permesso di farlo”.
Ma la paura della reazione di Putin è ancora forte. Seduto al fianco di Zelensky, il premier belga, Alexander De Croo, ha spiegato che tutte le armi fornite dal suo paese devono essere usate sul territorio ucraino. La stessa linea adottata da alleati ben più importanti in termini di quantità e qualità di armi fornite: gli Stati Uniti e la Germania. Borrell ha ricordato che togliere le restrizioni “è una decisione che ciascuno stato membro deve prendere da solo e assumersene le responsabilità (...). Nessuno sarà costretto a livello di Ue ad agire in un modo o nell’altro”.
I piccoli paesi direttamente minacciati da Putin, paradossalmente, sono quelli che hanno meno paura delle sue minacce. La Svezia ha già tolto ogni limite, così come i paesi baltici e la Finlandia. Il ministro olandese della Difesa, Kajsa Ollongren, ha annunciato che non ci sono restrizioni imposte all’Ucraina per colpire la Russia con le armi fornite dai Paesi Bassi. “Finché sono obiettivi militari, che sono parte del piano di autodifesa per resistere all’aggressione russa, non c’è niente che contraddice il diritto di farlo. Se gli ucraini non possono usare armi a lunga gittata, combattono con una mano legata dietro la schiena”, ha spiegato Ollongren. Contestualmente, Ollongren ha lanciato un’iniziativa per mettere insieme tutti i pezzi necessari a fornire un sistema Patriot all’Ucraina. “Dobbiamo essere creativi”, ha detto il ministro olandese: se ogni paese fornisce una componente (radar, missili, lanciatori, eccetera), “possiamo fornire un sistema o di più”. La richiesta è diretta in particolare a Grecia e Spagna, che sono dotate di Patriot. L’iniziativa dei Paesi Bassi segue quella della Germania, che aveva cercato invano di convincere questi paesi a trasferire all’Ucraina almeno uno dei loro sistemi nell’ambito di una coalizione per la difesa aerea. Zelensky ne aveva chiesti sette per proteggere le città e le infrastrutture critiche ucraine. Ma finora ne ha ricevuto solo uno dalla Germania.
I Paesi Bassi erano stati tra i primi a lanciare una coalizione di volenterosi a favore dell’Ucraina per un particolare tipo di armamento. Dopo il rifiuto degli Stati Uniti, insieme a Danimarca e Belgio, hanno messo insieme la coalizione per gli F-16 che è sul punto di fornire i primi caccia. “I danesi saranno pronti in estate”, ha spiegato l’olandese Ollongren, a margine della riunione dei ministri della Difesa dell’Ue. “Noi saremo pronti dopo l’estate, (…) a un certo punto in autunno”. Il Belgio ha promesso trenta F-16 entro il 2028, con i primi aerei consegnati entro la fine dell’anno. Paesi Bassi, Belgio e Danimarca partecipano anche alla colletta lanciata dalla Repubblica ceca per fornire 800 mila munizioni da artiglieria acquistate nel resto del mondo. L’iniziativa annunciata in febbraio ha accumulato ritardo, ma le prime munizioni calibro 122 e 155 mm dovrebbero arrivare in Ucraina in giugno. In ogni caso Praga si è dimostrata più rapida dell’Ue, che non è stata in grado di mantenere la promessa di un milione di munizioni in un anno entro il marzo del 2024. Tutto il piano dell’Ue per fornire armi a Kyiv è bloccato dai veti di Orbán su una serie di pacchetti che valgono complessivamente oltre 9 miliardi di euro. Di fronte alla paralisi, la Germania vuole abbandonare gli strumenti dell’Ue per concentrarsi sulle coalizioni di volenterosi e sugli aiuti bilaterali. Macron ha invitato Zelensky alle celebrazioni degli ottant’anni del D-day.