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L'appello

Combattere il boicottaggio verso gli atenei israeliani

L’esclusione degli studiosi israeliani dalle università richiede una risposta che rubadisca i principi della libertà accademica. La lettera

Noi, accademici di Scienze umane e sociali, anche se non esclusivamente di questi settori, siamo profondamente preoccupati per il crescente isolamento dei nostri colleghi in Israele. Gli appelli al boicottaggio delle istituzioni accademiche israeliane non sono nuovi, ma dopo il brutale attacco di Hamas del 7 ottobre e la successiva guerra tra Israele e Hamas, questi appelli hanno assunto una nuova dimensione. Il 12 aprile 2024, il quotidiano israeliano Haaretz ha pubblicato un articolo basato su interviste a oltre 60 studiosi israeliani, e ha svelato una sorprendente serie di pratiche discriminatorie. Queste includono, tra l’altro, l’interruzione di collaborazioni scientifiche, la cancellazione di inviti a conferenze, il rifiuto di prendere in considerazione le pubblicazioni di studiosi, il rifiuto di valutazioni di promozione e il ritiro di offerte di incarichi accademici.

Indipendentemente dal modo in cui ciascuno di noi analizza la situazione sul campo e valuta le azioni del governo e dell’esercito israeliano, vogliamo chiarire che siamo contrari a qualsiasi forma di boicottaggio nei confronti degli studiosi e delle istituzioni accademiche israeliane. Siamo fermamente a favore della cooperazione e del proseguimento del lavoro con loro. Siamo anche convinti che l’esclusione graduale e spesso sottile degli studiosi israeliani sia in contrasto con i princìpi fondamentali della condotta professionale e della libertà accademica. Inoltre, un boicottaggio accademico contro Israele è controproducente per quanto riguarda i dibattiti interni israeliani e il dialogo israelo-palestinese, come ha sostenuto Barak Medina nel suo saggio “Is it Justified to Boycott Israeli Academia?”.

Crediamo fermamente che lo scambio internazionale – soprattutto in tempi difficili come questi – sia essenziale per mantenere una comunità accademica aperta e globale. L’allarmante tendenza a escludere gli studiosi israeliani dal discorso accademico internazionale richiede una risposta inequivocabile da parte nostra. I sottoscritti invitano gli studiosi a essere solidali con i colleghi israeliani su questo tema cruciale.

  
Anne Rethmann (FU Berlino/Università Ebraica di Gerusalemme), Daniel Siemens, (Università di Newcastle), Helmut Walser Smith (Università Vanderbilt). Firmato da  7.990 mila persone.

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