a bruxelles
I progetti di Roberta Metsola per il dopo elezioni europee
La presidente del Parlamento europeo snobba la Commissione e punta a essere rinconfermata alla guida dell'Eurocamera per un mezzo mandato, così da liberarsi per le elezioni a Malta. Il lizza per la sua sostituzione potrebbe esserci un esponente del Pd
Bruxelles. Roberta Metsola, per ora, ha un unico obiettivo: la riconferma alla guida del Parlamento europeo. Vinta questa sfida, si potrebbero aprire per lei le porte delle elezioni maltesi del 2027, lasciando così il suo posto europeo a un socialista, che, calcoli alla mano, dovrebbe essere un italiano. Per ora la presidente dell’Eurocamera non vuole essere accostata alla partita per la Commissione europea e si prepara solo al primo vero test per gli equilibri della prossima legislatura, ovvero il voto per la presidenza dell’Eurocamera, previsto per martedì 16 luglio a Strasburgo.
Astro nascente dei popolari, emersa direttamente dalla fabbrica dei talenti europei del Collegio di Bruges, Metsola ha oggi il sostegno trasversale di socialisti, liberali e verdi, ma soprattutto piace a destra, molto più di Ursula von der Leyen. Metsola incassò il voto di meloniani e leghisti al suo insediamento nel 2022. Forte della sua leadership – è stata la prima rappresentate di un’istituzione europea a raggiungere Kyiv sotto le bombe russe – già oggi più di qualche voce la vorrebbe vedere partecipare alla sfida per la presidenza della Commissione, ma Metsola, la più giovane presidente dell’Eurocamera di sempre, non sente il bisogno di correre troppo. Punta infatti a confermare a luglio il patto con i socialisti per dividere in due il mandato, come accaduto in questa legislatura assieme a David Sassoli. E se fossero confermati gli stessi equilibri, dopo Metsola potrebbe tornare proprio un italiano. Con un Pd che i sondaggi danno come seconda forza socialista nell’Ue dopo la Spagna, è probabile infatti che gli iberici tengano la presidenza del gruppo, lasciando al Pd il compito di trovare un candidato per la presidenza dell’Eurocamera. Nome da scegliere però in una delegazione quasi tutta nuova, con un margine ridotto tra chi ha più esperienza istituzionale a Bruxelles, come Pina Picierno, o chi invece ha più peso a Roma, come Nicola Zingaretti.
Per Metsola intanto la scadenza del termine di mezzo mandato coincide con le elezioni maltesi, dove i sondaggi la danno come unico nome dei conservatori in grado oggi di impensierire il dominio socialista nell’isola. La presidente arriverebbe alla sfida elettorale nell’isola forte di un quinquennio in Ue e con un’influenza senza pari. Ma proprio per questo i socialisti maltesi stanno già cercando di disinnescare il problema. Fonti dei S&D confermano al Foglio che i socialisti maltesi hanno preso contatto con le principali delegazioni dei S&D, per sondare la possibilità di disarcionare Metsola già a luglio. La strategia si completerebbe con l’invio a Bruxelles come prossima commissaria di Miriam Dalli, attuale ministro dell’Energia, coetanea di Metsola e volto di punta per un restyling del partito colpito da plurimi scandali di corruzione.
Il voto per la riconferma di Metsola sarà quindi un test su tutta la legislatura, una fiducia delicata da cercare sul filo di un compromesso tra l’attuale maggioranza e qualche apertura a destra. Compito difficile ma la maltese è l’unica in Ue che questa maggioranza, una volta, l’ha già ottenuta.