La condanna

Dopo il verdetto, l'ultima parola agli elettori su come si salva l'America

Paola Peduzzi

Trump furioso dice che la giuria è corrotta e che la sentenza è una falsità. I repubblicani ripetono in coro. I democratici concordano su un'unica cosa: decideranno gli elettori. I primi effetti del vittimismo del "prigioniero politico" 

Donald Trump è stato condannato, ha detto che il processo è stato un imbroglio - "bullshit”, ha scritto sul suo social - e che il 5 novembre sarà il giorno in cui gli elettori potranno "salvare l’America", cioè rieleggerlo, e i leader del Partito repubblicano si sono rapidamente stretti attorno a lui.

  
L’unica cosa su cui Trump e il presidente Joe Biden sono d’accordo è questa: il 5 novembre decideranno gli elettori e salveranno l'America, in un modo o nell'altro. Per tutto il resto invece la campagna elettorale ha fatto un balzo in avanti in più: ora Trump si considera un "prigioniero politico" (bisognerebbe mostrargli che libertà di parola hanno i prigionieri politici nei paesi che lui ammira tanto).

   

I leader del Partito repubblicano al Congresso denunciano la "strumentalizzazione" del sistema giudiziario, definiscono la decisione della giuria di Manahttan "corrotta" e "falsa", ma pensano: questo ci aiuterà a novembre.

  

Qualche dichiarazione: "Il presidente Trump farà giustamente appello a questo assurdo verdetto - e vincerà", ha detto lo speaker della Camera Mike Johnson in un comunicato, definendolo un "giorno vergognoso nella storia americana". "I democratici hanno appena messo in atto la più grande vergogna nella storia degli Stati Uniti", ha detto il capogruppo repubblicano al Congresso, Tom Emmer. "Questo verdetto non resisterà all'appello ed è stato emesso solo come tentativo di interferire con le elezioni del 2024", ha detto il leader della maggioranza Steve Scalise (R-La). "Saranno gli elettori a decidere il 5 novembre". "Ora più che mai dobbiamo stringerci attorno a Trump, riprenderci la Casa Bianca e il Senato e riportare il paese sulla giusta via. Il vero verdetto sarà il giorno delle elezioni", ha dichiarato il senatore texano John Cornyn, candidato alla guida del Partito repubblicano. Il leader della minoranza del Senato Mitch McConnell (R-Ky.), che da tempo si scontra con Trump, finora è rimasto in silenzio.

   

Il capo della comunicazione della campagna Biden ha detto: "Questo verdetto non cambia il fatto che gli americani si trovano di fronte a una realtà semplice. C'è sempre soltanto un modo per tenere Donald Trump fuori dalla Casa Bianca: le urne". La campagna elettorale del presidente è convinta che la maggior parte degli elettori si ia già fatta un'opinione su Trump, quel che ancora bisogna capire è se per l'elettorato indipendente e anche per i repubblicani indecisi il fatto che Trump ora sia stato condannato penalmente cambia qualcosa. La Casa Bianca si muove con cautela: la minaccia che Trump rappresenta per la democrazia è chiara, ma va impedito che il vittimismo del "prigioniero politico" prenda piede.

  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi