Claudia Sheinbaum - foto via Getty Images

Il profilo

Chi è Claudia Sheinbaum, la nuova presidente del Messico

Maurizio Stefanini

Sessantadue anni, un dottorato in Ingegneria energetica e membro dell’Intergovernmental Panel on Climate Change dell’Onu, è classificata nel 2018 dalla Bbc tra le cento donne più importanti del mondo. Nata a Città del Messico da genitori ebrei, è stata sindaca della capitale fino all'anno scorso

L'ex sindaca di Città del Messico, Claudia Sheinbaum Pardo, ha vinto le elezioni presidenziali del Messico che si sono svolte ieri. Pubblichiamo di seguito un ritratto uscito sul Foglio di sabato 1 giugno.
 



È una sfida tra due donne, quella alle elezioni presidenziali di domenica in Messico. Ed è solo un parte del gigantesco voto che porterà alle urne cento milioni di messicani per rinnovare più di ventimila ruoli, compreso quello del presidente Andrés Manuel López Obrador. E sarà probabilmente Claudia Sheinbaum Pardo la prossima presidente del Messico, con i 17-23 punti di vantaggio che i sondaggi le danno sulla rivale Bertha Xóchitl Gálvez Ruiz.
 

Sessantadue anni, un dottorato in Ingegneria energetica e membro dell’Intergovernmental Panel on Climate Change dell’Onu che nel 2007 prese il Nobel per la Pace per un rapporto a cui lei aveva collaborato, nello specifico nel capitolo sulla mitigazione del cambiamento climatico, e classificata nel 2018 dalla Bbc tra le cento donne più importanti del mondo, Claudia Sheinbaum Pardo è nata a Città del Messico da padre ebreo askenazita a madre ebrea sefardita. E ha iniziato la sua carriera politica verso le presidenziali proprio nella sua città: è stata sindaco di Città del Messico dal 2018 al 2023 dopo essere stata, sempre nella capitale, assessore all’ambiente dal 2000 al 2006 e capo della delegazione del distretto di Tlalpan dal 2015 al 2017.
 

I suoi nonni paterni erano emigrati dalla Lituania a Città del Messico negli anni Venti; i suoi nonni materni erano fuggiti da Plovdiv, in Bulgaria, all’inizio degli anni Quaranta per sfuggire all’Olocausto. Il padre era comunista, ma lei da piccola celebrava le festività ebraiche a casa dei nonni. Ingegnere chimico il padre, biologa e professoressa emerita della facoltà di Scienze dell’Università nazionale autonoma del Messico (Unam) la madre, fisico il fratello, anche lei ha studiato Fisica alla Unam. Tra le fondatrici del movimento giovanile del Partito della Rivoluzione democratica, assessore quando divenne sindaco di Città del Messico  Andrés Manuel López Obrador detto Amlo, lo ha poi seguito quando nel 2012 ha rotto con il Prd per fondare il Movimento per la Rigenerazione nazionale (Morena). Adesso è la sua delfina, in una coalizione di cui  Morena è il fulcro e che ha il nome impegnativo di Sigamos Haciendo Historía.
 

Il Prd invece ora sta nella coalizione Fuerza y Corazón por México che presenta Bertha Xóchitl Gálvez Ruiz: assieme allo storico Partito rivoluzionario istituzionale (Pri), sempre al governo fino al 2000, e poi di nuovo tra 2012 e 2016; e con la destra del Partito di azione nazionale (Pan), che governò tra 2000 e 2012. Tutto l’arco politico di una volta ora è unito contro Amlo, accusato di voler coltivare progetti caudillisti in stile Maduro o Daniel Ortega. In effetti il divieto assoluto di rielezione ereditato dalla Rivoluzione messicana limita certe derive, ma è vero che Claudia Sheinbaum, oltre alla leadership, ha ripreso da Amlo anche un certo tipo di retorica, e per esempio da sindaco ha fatto rimuovere una statua di Cristoforo Colombo, pure se in lei si unisce appunto all’immagine tecnocratica quella della scienziata ambientalista. “Oggi abbiamo un paese con meno povertà, meno disuguaglianza ma anche con livelli storici di investimenti esteri”, ha detto nel suo comizio di chiusura della campagna elettorale.
 

“Questo governo è stato arrogante, prepotente, non vede e non ascolta”, le ha risposto Xóchitl Gálvez. Personalmente viene dal Pan, ma senatrice dal 2018 al 2023 ha spesso votato per agende femministe non dissimili da quelle della sua avversaria. Un anno più giovane dell’avversaria;  sua volta ex sindaco, tra 2015 e 2018 in un sobborgo della capitale; è una indigena otomi dello stato di Hidalgo, e tra 2003 e 2006 è stata direttrice dell’istituto indigenista messicano. Laureata alla Unam dopo essersi pagata gli studi vendendo dolci per strada e lavorando in un call center, è una imprenditrice di successo, anche lei nel settore ambientale, e nel 1999 il Forum di Davos la classificò tra i cento leader del futuro. Insomma, i messicani sceglieranno tra due femministe ambientaliste entrambe provenienti da una minoranza. Ma in Messico, dove i narcos imperversano, e dove almeno 36 candidati a varie cariche sono stati assassinati negli ultimi dodici mesi: più 14 parenti di candidati, e in tutto 231 “attori politici”, i problemi sono ben altri. “Sarò un presidente che affronta la criminalità”, promette Xóchitl Gálvez. E Claudia Sheinbaum ricorda che con lei sindaco il tasso di omicidi a Città del Messico si è dimezzato.

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