La pace svizzera
Le armi americane per colpire in Russia non sono sostituibili
Volodymyr Zelensky ringrazia Emmanuel Macron e l’apripista Cameron, ma pungola l’indispensabile Joe Biden. Il bastian contrario Sullivan
Per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, se a metà giugno Joe Biden non si presentasse alla Conferenza di pace in Svizzera “sarebbe applaudito soltanto da Vladimir Putin” e quella del presidente russo “sarebbe una standing ovation”. Si avvicina la conferenza sull’Ucraina all’hotel Bürgenstock, di fronte al lago di Lucerna, che Zelensky aveva chiesto di organizzare al suo omologo svizzero poiché la Confederazione elvetica è un paese neutrale. Il governo svizzero ha invitato più di centosessanta paesi – tra questi non c’è la Russia – e spiega che l’obiettivo del vertice è “offrire ai leader mondiali un posto dove discutere i percorsi verso una pace giusta e duratura in Ucraina, sulla base del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite”.
Gli Stati Uniti non hanno ancora deciso chi manderanno, il tempo è poco e il presidente ucraino teme che quella americana non sarà una delegazione di peso. Zelensky pungola Biden mentre monitora il fronte di Kharkiv perché – pur con molta gratitudine verso i leader che hanno già autorizzato Kyiv a rispondere agli attacchi colpendo “obiettivi militari legittimi” oltre confine – sa che una differenza netta sul campo si vedrà soltanto se sarà la Casa Bianca ad autorizzare l’uso delle armi americane contro il territorio russo. Il ministro degli Esteri britannico, David Cameron, è stato il primo a dare questa autorizzazione il 2 maggio. Alla fine della settimana scorsa il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha detto all’Economist che i paesi alleati di Kyiv dovrebbero valutare di rimuovere alcune restrizioni all’uso delle loro armi perché altrimenti, in alcuni settori del fronte, gli ucraini non si possono proprio difendere. Due giorni fa il presidente francese, Emmanuel Macron, dalla Germania dove era in visita, ha detto: “Dovremmo permettere (agli ucraini) di neutralizzare le basi militari da cui vengono lanciati i missili contro di loro. Il territorio ucraino viene attaccato dalle basi in Russia. Allora come spieghiamo agli ucraini che bisogna proteggere le loro città, se poi diciamo loro che non è consentito colpire il punto da cui vengono lanciate le bombe?”.
L’artiglieria con cui i russi sparano agli ucraini nella regione di Kharkiv, nel nord-est del paese, è posizionata in territorio russo. I bombardieri che sganciano le bombe plananti contro stamperie, palazzi residenziali e centri commerciali della città di Kharkiv lo fanno senza mai uscire dallo spazio aereo russo, quindi gli ucraini non possono abbatterli anche se li hanno nel mirino e dispongono dei missili della contraerea per farlo – perché gli Stati Uniti per il momento non consentono questo impiego delle loro armi.
Sia il segretario di stato Antony Blinken, l’ultima volta ieri, sia il segretario alla Difesa Lloyd Austin hanno aperto alla possibilità di usare i missili americani contro le basi nella regione russa di Belgorod, che confina con l’Ucraina, e la contraerea degli Stati Uniti – a cominciare dai Patriot – contro i bombardieri di Mosca che puntano su Kharkiv. Il bastian contrario dentro l’Amministrazione americana è il consigliere per la Sicurezza nazionale Jake Sullivan, che pure è famoso nella capitale ucraina perché parla al telefono con Andriy Yermak, il capo di gabinetto di Zelensky, quasi quotidianamente. Yermak non è ancora riuscito a convincerlo: l’ultima parola l’avrà ovviamente Joe Biden, che non si è ancora espresso sul tema in modo definitivo.
Le armi degli alleati europei sono preziose, ma sono poche e distribuite a macchia di leopardo lungo i milleduecento chilometri di linea del fronte. Se le brigate ucraine che sanno usare l’artiglieria francese Cesar sono schierate nel sud, e conoscono quel campo di battaglia mentre si troverebbero spaesate nel nord, non sarebbe semplice spostarle rapidamente attorno a Kharkiv per compensare il fatto che l’artiglieria americana già posizionata attorno alla città deve rispettare vincoli stringenti. I missili a lungo raggio francesi e britannici, gli Scalp/Storm Shadow, sono più difficili e pericolosi da usare degli Atacms prodotti negli Stati Uniti. Gli europei possono fare da apripista per sbloccare un “sì” da parte di Biden, ma in questa come in altre fasi della guerra, per Kyiv le armi americane sono idispensabili e non sono sostituibili con altre armi occidentali.