Impegni elettoriali
I Tory e il sesso biologico in caso di vittoria
Per il post Sunak, la promessa è quella di emendare l'Equality Act, un testo che risale a quattordici anni fa. E ciò comporterebbe delle consistenti modifiche all'attuale disciplina di legge
Per la legge britannica, il sesso sarà solo quello biologico. Con questa promessa i Tory hanno rimesso il tema al centro di una campagna elettorale fulminea – si vota tra un mese – affidando alla ministra per le Pari opportunità Kemi Badenoch, quarantaquattrenne di origine nigeriana, una delle figure su cui si concentrano le belle speranze del partito per il post Sunak nel caso tutt’altro che improbabile di una sconfitta, l’annuncio che l’Equality Act del 2010, testo da cui sono partite molte delle confusioni attuali, verrà emendato. La “privacy e la dignità di donne e bambine” nei bagni e negli spogliatoi, ma anche nelle stanze d’ospedale e nelle carceri, così come nelle squadre e negli ambienti sportivi, va protetta dai “predatori”, dagli “attivisti” e da chiunque giochi con le leggi britanniche sull’uguaglianza, ha spiegato Badenoch, che in un articolo sul Times ha sottolineato la necessità di “chiarezza” per tutelare gli operatori dall’accusa di “transfobia” appena cercano di creare spazi esclusivi per le donne.
La ministra se la prende anche con “la cancellazione delle donne nella sanità, con frasi ridicole come ‘nutrimento dal busto’ o ‘genitore partoriente’”, e promette che un eventuale governo Tory farà in modo che anche i governi regionali si allineino alle decisioni prese da Westminster, con un evidente allusione al caso della Scozia, la cui proposta di semplificare in modo radicale la dichiarazione sul proprio genere è stata bloccata da Londra. Per Badenoch “sulle questioni fondamentali di identità personale dovrebbe esserci un solo approccio in tutto il Regno Unito”, evitando confusioni.
Certo che dopo 14 anni al governo dire che si vuole cambiare una legge del 2010 fa un po’ sorridere e infatti Badenoch e il premier Rishi Sunak hanno sottolineato di aver passato gli ultimi anni a studiare una maniera di riformare il testo in modo tale da renderlo invulnerabile ad ambiguità e possibili emendamenti futuri. Sono infatti i “loopholes”, le scappatoie, a rendere l’Equality Act soggetto a strumentalizzazioni come quelle portate avanti da Stonewall, la potentissima organizzazione che si occupa di diritti Lgbtq+, secondo Badenoch. La legge dice che è illegale discriminare una persona in base a “caratteristiche protette”, ossia età, disabilità, religione, razza, sesso e orientamento sessuale, ma non è chiaro se per “sesso” si intenda solo sesso biologico o anche a persone con un certificato di riconoscimento di genere. I Tory vogliono mettere le cose in chiaro, ma sia il Labour sia i LibDem sono convinti della necessità di linee guida che, senza bisogno di mettere mano alla legge, offra spazi protetti. “Il cambiamento farà sì che un centro di crisi antistupro potrà fornire legalmente uno spazio affinché vittime donne possano condividere esperienze dolorose e intime senza preoccuparsi di essere denunciate”, ha scritto la ministra, secondo cui una riforma è necessaria anche per tutelare le persone seriamente colpite da disforia di genere che si ritrovano circondate di gente che sfrutta la situazione per “dichiararsi trans senza nessun fondamento che non sia la propria auto-certificazione”.
Alla giornalista della Bbc che le chiedeva quale documentazione sarà necessaria perché una donna trans con tutti i documenti in regola possa accedere a un centro antistupro, Badenoch non ha saputo fornire dettagli e ha dato risposte stizzite poco compatibili con le aspirazioni di leadership.
I conservatori hanno cercato di semplificare la questione con un tweet che sembrava un po’ un titolo del Sun: “Noi sappiamo cos’è una donna. Keir Starmer no”. Il Labour, nel giorno in cui il leader era alle prese con un discorso su sicurezza e nucleare, ha fatto sapere che non emenderà il decreto, visto che “contiene già una definizione di donna, e il sesso e il genere sono diversi”, ma che è già in programma una maggiore chiarezza. L’aria sta cambiando rispetto alla caccia alle streghe di qualche anno fa e anche Starmer ormai può bisbigliare che le sue idee, sulle questioni di genere, “partono dalla biologia”.