Poca energia a Kyiv
L'Ucraina con i watt dimezzati e la campagna missilistica di Putin contro le rinnovabili
Durante questa primavera, che è anche la stagione delle inondazioni in cui la produzione di energia idroelettrica procede spedita, i missili russi hanno preso di mira in particolare le dighe per fare il maggiore danno possibile: per togliere agli ucraini un'altra fonte di approvvigionamento nel periodo dell'anno in cui è più cruciale
Prima della guerra il paese era uno dei più grandi produttori di energia d’Europa, oggi la metà delle sue centrali è stata distrutta o occupata (cioè rubata) dai russi
Prima della guerra l’Ucraina era uno dei più grandi produttori di energia d’Europa, oggi la metà delle centrali ucraine è stata distrutta o occupata – cioè rubata – dai russi. Ad aprile, poco prima che gli Stati Uniti sbloccassero il pacchetto di aiuti che i repubblicani per cinque mesi hanno tenuto in ostaggio al Congresso, i missili di Mosca hanno colpito la centrale termoelettrica Trypilska, la più grande del paese, nella regione di Kyiv. Quel giorno i militari ucraini che manovrano la contraerea nella zona erano rimasti con soltanto sette missili intercettori, i russi ne avevano sparati undici contro Trypilska e i militari di Kyiv avevano potuto parare solo i primi sette colpi, gli altri quattro – aveva spiegato il presidente ucraino Zelensky – erano inevitabilmente andati a segno. Ora il think tank ucraino DiXi ha stilato un rapporto per preparare i cittadini a un’estate con poca energia.
Nel fine settimana c’è stato un attacco coordinato contro le infrastrutture energetiche di cinque regioni ucraine, il sesto attacco massiccio di questo tipo da marzo. Ukrenergo, uno dei principali operatori energetici del paese, ieri ha avvertito di prepararsi perché ci sarebbero stati “deficit di corrente elettrica più gravi del solito in tutta l’Ucraina” e ha detto che i disagi sarebbero durati almeno fino alla mezzanotte. Nel rapporto di Dixi, che è stato presentato da una squadra di esperti tra cui Olena Lapenko, c’è scritto che “la produzione di energia termica nazionale ha perso circa l’ottantacinque per cento della sua capacità”, e su questo crollo verticale del settore ha inciso parecchio il bombardamento russo contro Trypilska. Il dirigente di Ukrenergo Roman Hrabchak ha detto che il paese ha ormai superato il periodo dell’anno in cui il consumo di energia è al suo minimo (un periodo che cade in primavera) e visto che i tempi per riparare le grandi centrali danneggiate sono incerti e i bombardamenti di Putin contro le infrastrutture civili non si fermeranno, secondo i suoi calcoli: “Il mese peggiore per tutti noi qui sarà luglio”.
Le autorità di Kyiv hanno in mente un piano di razionamento e hanno annunciato che le interruzioni temporanee di corrente potrebbero proseguire fino alla fine di agosto o forse più a lungo. Negli ultimi due mesi, durante la primavera che è anche la stagione delle inondazioni in cui la produzione di energia da fonti idroelettriche procede spedita, i missili russi hanno preso di mira in particolare le dighe per fare il maggiore danno possibile: per togliere agli ucraini una fonte di approvvigionamento nel periodo dell’anno in cui è più cruciale. Un altro dirigente, l’esperto di energia idroelettrica di Ukrhydroenergo Bohdan Sukhetskyi, ha detto che se il suo settore è in difficoltà nella stagione in cui sarebbe potuto essere più utile al paese è perché Vladimir Putin ragiona da impunito: “La tragedia rimasta senza risposta dell’esplosione alla diga di Nova Kakhovka, e della conseguente inondazione, è stato un segnale all’aggressore che poteva andare oltre perché di fronte a quella tragedia non c’è stata una reazione della comunità internazionale”.
Fino all’inizio del 2022, quando è cominciata l’invasione totale, Kyiv ha prodotto circa cinquantacinque gigawatt di energia, oggi la produzione è meno della metà, attorno ai venti gigawatt. Dall’inizio dell’invasione su larga scala, la più grande centrale nucleare d’Europa – i sei reattori affacciati sul fiume nella regione di Zaporizhzhia – è stata sottratta con la forza dai russi: ora è spenta e scollegata dalla rete elettrica di Kyiv, che si è dovuta organizzare dal principio per fare a meno anche di quell’energia. Per colpa delle bombe o delle razzie di terra (e di infrastrutture) russe, il consumo di elettricità in Ucraina si è ridotto di circa il venticinque per cento nei primi due anni di guerra, tra marzo del 2022 e la fine del 2023. Stando al rapporto di DiXi, il paese ha fatto uno sforzo enorme per resistere durante l’inverno, ma la scarsità di missili intercettori nei mesi in cui l’Ucraina è rimasta senza aiuti occidentali ha delle conseguenze pratiche e questa estate ci sarà una nuova contrazione obbligata del consumo di energia per le persone e per le imprese peggiore delle precedenti. Gli esperti che lavorano nel settore dicono: non facciamo miracoli, ma la nostra priorità è rimettere a posto il sistema in vista dell’inverno, perché sarebbe più pericoloso rimanere senza energia quando avremo temperature sotto lo zero che durante l’estate.