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L'intervista

“Se l'Europa non ci protegge, entro due anni sarà la fine”, dice il rabbino Margolin

Giulio Meotti

Sinagoghe incendiate, antisemitismo dilagante e il ruolo di Hamas. L'intervista al presidente della European Jewish Association

Frederik Sieradzki, portavoce della comunità ebraica di Malmö, confessa che la terza città svedese potrebbe perdere tutti i suoi ebrei entro il 2029. Magari al prossimo Eurovision. Due anni prima si celebrerà il 300esimo anniversario della sinagoga di Amersfoort, in Olanda. Fino ad allora resterà il rabbino capo dei Paesi Bassi, Benjamin Jacobs. “Dopo, vedremo”, confessa sconsolato. “Sono come il capitano in servizio su una nave che affonda”. Samuel Sandler, capo della comunità ebraica di Versailles, il padre di Jonathan e il nonno di Gabriel e Arié uccisi nell’attentato a Tolosa del 2012, ha fatto inserire la sua sinagoga  nell’elenco dei monumenti nazionali: “La mia sensazione è che la nostra comunità sarà scomparsa tra vent’anni”. Più di cento leader delle comunità ebraiche  di tutta Europa si sono riuniti lunedì ad Amsterdam per un incontro di emergenza organizzato dalla European Jewish Association. E il presidente, il rabbino Menachem Margolin, che aveva accompagnato Elon Musk  ad Auschwitz-Birkenau, ha aperto l’incontro con un messaggio drammatico. 

“Siamo in lotta per la continuazione della vita ebraica in Europa” ha detto il rabbino Margolin ad Amsterdam. “Gli ebrei che indossano abiti tradizionali o espongono mezuzah sulle loro porte subiscono molestie incessanti. Gli studenti ebrei ricevono minacce di morte e vengono esclusi dai corsi universitari, mentre graffiti di odio deturpano case, sinagoghe e cimiteri ebraici senza alcun deterrente. Nei prossimi giorni formuleremo piani per combattere l’antisemitismo su tutti i fronti. Tuttavia, potrebbe non essere sufficiente. Pertanto, Israele ha urgente bisogno di sviluppare un piano di emergenza pratico per accogliere gli ebrei europei. Sfortunatamente, questa non è più una situazione ipotetica ma una reale minaccia esistenziale che i governi europei non riescono ad affrontare o non sono disposti ad affrontare  con la determinazione necessaria”. 

C’è chi tiene il conto delle sinagoghe bruciate o colpite a ogni crisi in medio oriente. Nelle scorse settimane è stata incendiata una sinagoga di Varsavia, in Polonia, e poi una di Rouen, in Francia. Un palestinese ha lanciato  molotov contro la sinagoga a Wuppertal, Germania occidentale, la stessa bruciata dai nazisti durante la Kristallnacht del 1938. Molotov sono fatte esplodere contro una sinagoga di Göteborg, in Svezia, e contro una sinagoga di Anderlecht, Belgio. E poi l’attacco alla sinagoga di Copenaghen.

Che fare?, chiediamo a Margolin. “Gli ebrei sono in pericolo e ogni persona normale la cui vita è in pericolo cercherebbe  una alternativa. Se niente cambierà, gli ebrei lasceranno l’Europa in numeri enormi. Non riguarda solo queste dimostrazioni o periodi ricorrenti di tensione, ma è una questione di responsabilità dei governi di garantire la vita ebraica. Non basta che dicano quanto gli piacciono gli ebrei, devono  proteggere la vita ebraica nel continente. Ogni sinagoga, scuola o istituzione ebraica deve avere un poliziotto”. Difficile spiegarsi l’appeasement. “Me lo chiedo tutti i giorni” dice Margolin al Foglio. “Perché i leader  sono così deboli? Perché non proteggono i valori europei, ma rilasciano dichiarazioni che assecondano coloro che odiano? E’ molto triste, è un disastro, i leader devono battersi per i valori, anziché cercare i voti di chi ci odia e premiare i terroristi. I palestinesi oggi sono governati dall’Olp e da Hamas. Quelli di Hamas sono terroristi, ma l’Olp non ha mai condannato il massacro di Hamas e paga i terroristi in prigione? Gli ebrei hanno contribuito come nessun altro popolo all’occidente: finanza, cultura, medicina, scienza, tecnologia, agricoltura, società, arte, musica. L’Europa ha goduto per migliaia di anni del contributo ebraico, gli ebrei pensano che il loro ruolo sia rendere il mondo migliore e oggi molte vite europee sono salvate dalla tecnologia che viene da Israele. Perché l’Europa vuole tagliare la mano che la aiuta? Ci restano uno, due anni: se l’Europa ci proteggerà bene, altrimenti sarà la fine della vita ebraica in Europa”. Gli ebrei possono sopravvivere  senza l’Europa, ma l’Europa senza gli ebrei?

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.