Sollevazioni accademiche
Appello contro la nuova intifada antisemita nelle università
Combattere gli attivisti politici che negli atenei sfruttano l'antisionismo per sostenere la causa palestinese, sfiorando talvolta la legittimazione al terrorismo. Scrivete a [email protected]
“Gli insegnanti, i ricercatori, gli accademici hanno il dovere di denunciare l’uso malsano che fanno delle università gli attivisti politici che sfruttano l’antisionismo per coprire il proprio lessico antisemita e hanno il dovere di smascherare il giochino perverso con cui il sostegno alla causa dei palestinesi è diventato nel corso dei mesi una legittimazione nel migliore dei casi dell’antisemitismo e nel peggiore dei casi del terrorismo”. Ieri sul Foglio, il direttore, Claudio Cerasa, ha lanciato un appello rivolto ai professori e agli studenti delle università. Partendo da un’idea: difendere i fondamentali significa fare di tutto per non tacere quando i nostri studenti si trasformano negli utili idioti della nuova intifada globale. “Non si tratta di un sofisma”, ha scritto il direttore”, ma si tratta di “mostrare l’inganno, l’imbroglio, l’impostura, e si tratta di capire che l’unico modo per essere a favore della causa palestinese è essere contro Hamas, che l’unico modo per essere a favore della pace è chiedere il rilascio degli ostaggi e che il modo più veloce per fermare il massacro in medio oriente non è trasformare i terroristi in resistenti ma è preoccuparsi di trovare un modo per far sì che i terroristi vengano spazzati via da Gaza”. Perché “coloro che surfano sull’odio, scrivono gli animatori del collettivo, hanno finalmente trovato un modo facile, lottando contro Israele, per rivendicare il diritto di essere antisemiti in nome della libertà d’espressione”. Cosa dire agli studenti per non essere complici della nuova intifada globale? Scrivete qui: [email protected]
Al direttore - Firmo l’appello con pieno consenso su tutto quanto scritto da Claudio Cerasa e sostenuto dagli universitari francesi. Mi auguro che azioni simili a quanto promosso in Francia vengano condivise e realizzate da tutti coloro che si riconoscono in una volontà di informazioni corretta e modalità corrette di convivenza civile, per ristabilire agli occhi di coloro che spudoratamente vogliono rimanere ciechi la verità su quanto sta accadendo e su realtà storiche deformate in modo perverso. Grazie.
Lydia Cevidalli, musicista, docente al Conservatorio di Milano
Al direttore - Firmo l’appello.
Paolo Miccoli, professore emerito Università di Pisa
Al direttore - Firmo l’appello.
Lucia Corso, professoressa ordinaria di Filosofia del diritto Università Kore di Enna
Al direttore - Gentilissima redazione, nel ringraziarvi per l’iniziativa, vi prego di inserire la mia firma, come aderente all’appello. I luoghi di apprendimento, cultura e ricerca devono promuovere conoscenza e collaborazioni, per favorire il progresso e il miglioramento delle condizioni e aspettative di vita personali e collettive. Questo è stato il criterio per cui non sono mai state invocate azioni di boicottaggio persino nei confronti di paesi quali Iran e Siria, nonostante le reiterate violazioni dei diritti umani. Invocare la sospensione degli accordi scientifici soltanto con lo stato d’Israele, sulla base di concetti e termini errati, usati superficialmente e strumentalmente, quali “genocidio” e “dual use”, è operazione pregiudiziale e discriminatoria, indegna di un contesto accademico, che rimanda ai tragici trascorsi del 1938, quando il criterio di dispensa dal servizio era la “razza”. Non si trasformi la razza in nazionalità, 85 anni dopo.
Aldo Winkler, Primo Tecnologo, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
Al direttore - Mi associo all’appello Intifada No Grazie.
Stefano Rapisarda, professore ordinario di Filologia Romanza, Università di Catania
Al direttore - Aggiungete la mia firma, per favore. Cordialmente,
Chiara Vangelista, già ordinaria di Storia e Istituzioni delle Americhe, Università degli Studi di Genova
Al direttore - Mi associo all’appello.
Paolo Miccoli, professore emerito Università di Pisa
Al direttore - Condivido pienamente e ti chiedo di aggiungere anche la mia firma all’appello da te lanciato sul Foglio.
Antonio Girardi
Al direttore - Aggiungete la mia firma.
Loretta Parzani
Al direttore - Aderisco all’appello del Foglio contro le intifada nelle università.
Stefano Luconi, docente di Storia degli Stati Uniti d’America, Università di Padova
Al direttore - A proposito del suo appello, direttore, contro l’antisemitismo nelle università. Sono anni che combatto questa battaglia. In tutti i modi, in tutte le sedi, in ogni contesto accademico. Talvolta anche da solo.
Luigi Caramiello, Università Federico II, Napoli
Al direttore - Mi associo con convinzione anch’io (ringraziandovi per le vostre battaglie e per il più generale servizio d’informazione in difesa di libertà e democrazia).
Alessandro Arcangeli, storico, Università di Verona
Al direttore - Grazie Foglio per l’appello intifadanograzie. E grazie di esistere piccola grande oasi di libertà e civiltà.
Valter Vecellio
Al direttore - Mi associo all’appello. L’odio nazista del 1938 non ha diritto di ripresentarsi come “libertà di espressione”. Esistono dei paletti che non si possono superare neppure in nome di quella presunta libertà... Cordiali saluti.
Marco Agnoletti, docente a contratto, Università di Pavia
Al direttore - Mi associo all’appello perché credo che la cultura debba unire e non separare. Aggiungete per favore la mia firma.
Giordana Di Consiglio, docente di Lettere, scuola secondaria di primo grado, Firenze
Al direttore - Aderisco al vostro appello. Grazie e buona giornata
Salvatore Curreri, professore ordinario di Istituzioni di Diritto pubblico
Al direttore - Firmo l’appello contro l’intifada nelle università.
Lorenzo Sergi studente, Università di Torino
Al direttore - Aggiungete la mia firma, per favore. Cordialmente.
Chiara Vangelista già ordinaria di Storia e Istituzioni delle Americhe Università degli studi di Genova
Al direttore - Mi associo all’appello.
Mario Locatelli ex studente del Politecnico di Milano
Al direttore - Firmo l’appello.
Rosa Sicari dirigente di ricerca CNR
Al direttore - Mi associo all’appello Intifada no grazie.
Pier Giorgio Montarolo, Professore Emerito di Fisiologia Umana, Università di Torino
Al Direttore - Mi associo all’appello Intifada no grazie.
Claudio Salina, Medico
Al direttore - Firmo l’appello con pieno consenso su tutto quanto scritto da Claudio Cerasa e sostenuto dagli universitari francesi. Mi auguro che azioni simili a quanto promosso in Francia vengano condivise e realizzate da tutti coloro che si riconoscono in una volontà di informazioni corretta e in modalità corrette di convivenza civile, per ristabilire agli occhi di coloro che spudoratamente vogliono rimanere ciechi la verità su quanto sta accadendo e su realtà storiche deformate in modo perverso. Grazie.
Lino Madoglio, imprenditore
Al direttore - Ringrazio Claudio Cerasa per questa iniziativa cui mi associo con tutto il cuore. E’ un bene che finalmente tutti inizino a riflettere sulla natura della ipocrisia.
Francesco De Martini, Accademia dei Lincei
Al direttore - Firmo l’appello.
Adriana Mazzocchi
Al direttore - Aderisco con convinzione all’appello! Grazie.
Gabriele Ballarino, professore di Sociologia economica università di Milano
Al direttore - Aderisco all’appello e lo sottoscrivo parola per parola. Cercherò il modo di diffonderlo tra gli studenti.
Antonio Massarutto, DIES, University of Udine
Al direttore - Firmo l’appello.
Anna Pintore, già ordinaria di Filosofia del diritto, Università di Cagliari
Al direttore - Sono solo un’appassionata lettrice della storia di Israele e voglio esprimere tutto il mio dispiacere nel constatare che questa gloriosa storia viene offuscata dalla attuale scellerata leadership israeliana. Quello che sta succedendo è un dramma per Israele e per i palestinesi ma deriva da complesse responsabilità che non possono essere imputate solo a Israele. Cercare una soluzione di pace è d’obbligo, pensare di trovarla a tutto discapito di Israele sarebbe un errore storico. Come ritengo un errore farsi affascinare dalle colorate manifestazioni pro Pal. senza considerare che il portavoce dei palestinesi è un sanguinario gruppo terroristico portatore di valori estranei alla cultura occidentale, quali l’integralismo islamico e l’incitamento alla guerra santa. Le università dovrebbero essere luoghi di incontro di culture portatrici di progresso, non palcoscenici dove portare in scena interessi particolari anche se ispirati dal desiderio di pace e tutela di vite innocenti.
Maria Rita Civolani
Al direttore - Mi associo all’appello.
Walter Fulgione, Ricercatore Osservatorio Astrofisico di Torino
Al direttore - Dobbiamo chiarire che gli studenti istruiti non possono essere giocattoli nelle mani di manipolatori che usano i giovani sentimenti di giustizia per risolvere i loro problemi. questi compiti non hanno nulla a che fare con la protezione degli sfortunati. Queste persone stanno combattendo per il loro potere, sostenendo la guerra e la violenza, facendo affidamento su sentimenti non radicali. Questo è vero e proprio fascismo e terrorismo, diretto contro la conoscenza, contro gli studenti, contro le donne e contro la democrazia europea.
Sergei Bondarev , ricercatore dell’Università di Padova
Al direttore - Lodevole iniziativa, grazie.
Luigi Iacono
Al direttore - Aderisco al vostro appello.
Ugo Pitozzi, regista e coreografo
Al direttore - Firmo e aderisco al vostro appello.
Gilberto Gasperini
Al direttore - Per favore aggiungete la mia firma. Aderisco a ll’appello.
Paolo Cassina
Al direttore - Sottoscrivo il vostro appello.
Giancarlo Lesi
Al direttore - Sono dottore di ricerca in Storia della società europea e firmo l’appello.
Rabbi Dr. Andrea Zanardo, PhD ,Brighton & Hove Reform Synagogue
Al direttore - Firmo e aderisco al vostro appello.
Rino Casella, professore associato di diritto pubblico comparato, Università di Pisa
Al direttore - Leggo ora è condivido ogni parola del manifesto per cui aderisco senza se e senza ma, inorridito da quel che leggo su Israele e gli ebrei.
Tiziano Ugolini
Al direttore - Mi associo con piena convinzione all’appello da voi lanciato, ringraziandovi di cuore per l’ iniziativa. Sono lunghi anni che assisto, sgomenta e arrabbiata, a una preoccupante crescita di fenomeni di antisionismo, forma appena mascherata di antisemitismo, in vari ambiti della società in cui vivo, e vederne colpita l’istituzione delle università, luoghi per eccellenza deputati al confronto libero di idee e al dispiegamento delle capacità intellettuali di una nuova generazione, per me ha costituito un punto di non ritorno. Mi auguro che, attraverso la vostra degna iniziativa, possa manifestarsi la forza di quella parte sana della società, che spesso si vede silente, ma che in momenti cruciali come questo, in cui vengono coscientemente e colpevolmente sfidate e negate, da parte di una rumorosa e irritante minoranza, le fondamenta del vivere civile in un paese libero, ha il dovere morale di manifestarsi. Israele è un paese meraviglioso, che io conosco e amo, e che condivide con noi tutti i valori più importanti della società occidentale e libera, contrapposti all’ideologia cieca e assassina dell’Iran degli ayatollah e di tutti i suoi proxy, Hamas e Hezbollah nella fattispecie. Difendere Israele, stare al suo fianco in questo momento cruciale è un dovere sacrosanto di ogni cittadino occidentale. Grazie del vostro impegno, aggiungete per favore la mia firma.
Krisztina Boka Di Cave archeologa, educatrice museale, operatrice volontaria di didattica sulla Shoah
Al direttore - Mi associo all’appello.
Tullio Barni, già ordinario di Anatomia umana, Università Magna Graecia. Catanzaro
Al direttore - Fogliante incallito fin dal 30 gennaio 1996 e dal dopo 7 ottobre 2023 sostenitore del “free Gaza from Hamas”, grazie per questa ennesima vostra battaglia per le libertà.
Bortolo Mainardi
Al direttore - Aderisco completamente.
Ferdinando Peyrani
Al direttore - Ringrazio della iniziativa e aderisco con profonda convinzione. Aggiungo che ho vissuto – sono avanti con l’età – anche il processo di “conversione” del cattolicesimo (per la sua importante parte, corresponsabile dell’antisemitismo nella storia dell’Europa e non solo), quando per iniziativa del neo eletto Papa Giovanni XXIII, fu cancellata dal messale e dalla liturgia del venerdì santo la dizione: “Preghiamo per i perfidi giudei”.
Mario Campli
Al direttore - Aderisco al vostro appello.
Patrizio Castelli, professore di Chirurgia vascolare, Università degli Studi dell’Insubria
Al Direttore - Firmo l’appello contro l’intifada nelle università. Grazie!
Corrado Bosi
Al direttore - Mi associo al vostro appello.
Michele Zampino
Al direttore - Condivido l’appello preoccupato per l’ignoranza dilagante, la riduzione del pensiero a emoticon e per il conformismo che porta verso il suicidio dell’occidente.
Dario Evola, docente di Estetica, Accademia Belle Arti Roma
Al direttore- Mi associo con convinzione anch’io all’appello Intifada no grazie. Grazie per le vostre battaglie e per il servizio d’informazione in difesa di libertà e democrazia.
Marvi Zanoni
Al direttore - Sottoscrivo il vostro appello.
Franco Benucci, ricercatore Università di Padova, DiSSGeA
Al direttore - Totalmente con voi. Amo Israele da sempre. Metà della nostra famiglia è là con tutti i nostri affetti. Nel mio piccolo tento di spiegare a chi ha orecchie e cervello chiuso, ma che pontifica dall’alto della propria ignoranza ottusa e che sproloquia di ciò che non conosce. Grazie a voi tutti.
Lodovica Benelli
Al direttore - Firmo l’appello per la libertà delle università.
Carla Caselli
Al direttore - Sottoscriviamo in pieno! Grazie per averci permesso di esprimere quanto pensiamo.
Francesco Brustia, chirurgo e Angelica Meda, medico odontoiatra
Al direttore - Non sono né docente né studente universitario (sono un semplice pensionato) ma sottoscrivo con totale convinzione il suo appello contro l’intifada nelle università italiane. Un cordiale saluto.
Giulio Senni
Al direttore - Grato per l’opportunità e totalmente partecipe alla posizione espressa dal suo giornale.
Guido Biancardi
laurea in giurisprudenza
alla Statale di Milano
Al direttore - Aggiungete la mia firma al vostro appello.
Filippo Clericò
ex studente alla Sapienza di Roma
Al direttore - Firmo l’appello contro l’intifada nelle università.
Marco Santambrogio
già ordinario di Filosofia
del Linguaggio, Università di Parma
Al direttore - Per favore aggiungete il mio nome. La stupidità umana non ha limiti. Grazie.
Enrica Menozzi
Al direttore - Contro Hamas, contro l’antisemitismo e contro ogni forma di razzismo la prego di inserire il mio nome tra i firmatari. Cordiali saluti.
Francesco DiMeco
prof. ordinario di Neurochirurgia, Università degli Studi di Milano
Al direttore - Aderisco al vostro appello.
Eustachio Dubla
Al direttore - Egregio Direttore, io firmo l’appello ringraziandola di cuore per il suo costante, illuminato impegno e per il coraggioso supporto alla verità! Con stima.
Gabriella Cohen
Al direttore - Sottoscrivo pienamente l’appello contro l’intifada universitaria, espressione di una degenerazione del sostegno alla causa palestinese che di fatto fiancheggia il terrorismo e legittima l’antisemitismo e che sta arrecando danni alla vita accademica, alla libera circolazione delle idee (che ritengo una ricchezza fondamentale per lo sviluppo delle università, della cultura e della coscienza di un cittadino e del paese in cui vive) e anche al patrimonio universitario. Ringraziando per l’iniziativa e per il vostro servizio d’informazione e di approfondimento, saluto cordialmente.
Alessandro Barbato
impiegato pubblico, ex studente dell’Università di Padova
Al direttore - Grazie Foglio, mi associo all’appello. Per favore, aggiungete la mia firma.
Maurizio Catino
professore ordinario di Sociologia dell’organizzazione
Università degli Studi
di Milano Bicocca
visiting scholar
Sociology Department,
New York University
Al direttore - Firmo l’appello del Foglio riportando le parole di un carissimo amico della democrazia e della libertà, Marco Pannella: “Israele è l’avamposto della democrazia in medio oriente”. Come sappiamo, Pannella propose di far entrare Israele nell’Unione europea perché la riteneva “l’unica possibilità di andare a una rivoluzione democratica in tutto il medio oriente”. Non so se queste parole piaceranno agli studenti della nuova intifada globalizzata. Ma sono le uniche che mi vengono in mente. Grazie.
David Vozza
Al direttore - Aderisco all’appello del Foglio per condannare la nuova intifada nelle università e suggerisco agli studenti (e non solo a loro) che volessero riflettere sull’argomento di leggere la essenziale e chiara biografia di Golda Meir scritta dalla ottima Elisabetta Fiorito.
Vincenzo Bella
Al direttore - Con orrore, ma anche con orgoglio, aderisco convintamente al suo appello contro questa odiosa campagna antisionista e antisemita, che è la negazione di ciò che l’università dovrebbe essere: luogo ove si impara a cercare la verità, analizzando le fonti, confrontandole in modo spassionato e valutandone la credibilità, mentre i nuovi antisemiti si basano su una visione di parte e distorta, ripetuta come un mantra, nella più totale ignoranza della storia e persino dei fatti presenti del medio oriente. Questo appello va dunque al di là del caso specifico, pure gravissimo e pericolosissimo, perché richiama l’attenzione su ciò che sta alla base di esso: l’autentica emergenza educativa e culturale che stiamo vivendo, con l’abbandono dell’argomentazione razionale, sostituita dagli slogan, e del dibattito aperto, sostituito dalle urla e dagli insulti. Come uomini dello studio e dell’insegnamento non possiamo “girarci dall’altra parte” e abbiamo il dovere morale e giuridico di rivendicare con forza, anzitutto davanti ai nostri studenti e poi davanti a tutta l’opinione pubblica, i valori fondanti della ricerca universitaria e della nostra stessa libertà.
Grazie per la sua iniziativa e molti cordiali saluti.
Cesare Galli
professore ordinario di Diritto industriale, dipartimenti di Giurisprudenza e Medicina
Università di Parma
Al direttore - Mi associo con grande piacere. Finalmente una condanna dell’ipocrisia delle bandiere e dei comizi pro Palestina. Una questione che comunque merita una risoluzione forte e definitiva, ma non deve essere strumentalizzata dagli eroi da tastiera.
Marco Dei Poli
medico
Al direttore - Non sono un accademico ma da operatore della cultura non posso esimermi dal sottoscrivere il vostro appello.
Angelo Allegrini
direttore Archivio di stato di Viterbo
Al direttore - Aderisco al vostro appello a favore della sola democrazia mediorientale, paese che ho più volte visitato e contro la barbarie che sta sorgendo.
Elisabetta Marcovich
docente di Matematica in pensione
Al direttore - Aderisco all’appello, contro la monopolizzazione degli spazi dell’università di Lettere e Filosofia di Palermo, tappezzata di bandiere pro Pal. e di slogan antisionisti.
Valerio Bologna
studente della facoltà
di Lettere e Filosofia a Palermo
Al direttore - Una grande battaglia di civiltà, grazie di esserci.
Nico Fiorente
Al direttore - Aderisco al vostro appello contro l’antisemitismo, ormai diventato di maniera. Cordiali saluti.
avvocato Vincenzo Coppola
Bergamo
Al direttore - Aderisco e firmo con gioia e convinzione.
Riccardo Zucconi
Firenze
Al direttore - Firmo l’appello contro l’intifada nelle università.
Giuseppe Borzacchiello
professore
Università degli Studi
di Napoli Federico II
prof. Giuseppe Borzacchiello PhD
Dipartimento di Medicina veterinaria e Produzioni animali
Università degli Studi di Napoli
Federico II
Al direttore - Aderisco all’appello del Foglio, è una piccola enclave di pensiero libero e di civiltà. Non ho obblighi scolastici, quindi sposo anche la dichiarazione di Dina Rubina, ristampatela in prima pagina!
Pasquale Tanzini
Visiting Professor (Emeritus)
New York University
Al direttore - Da semplice cittadino, (forza Israele, nonostante Netanyahu) aderisco all’iniziativa del Foglio.
Nicola Leone
Al direttore - Vogliamo altri il Foglio, altri Claudio Cerasa.
Giuliana Paini
Al direttore - Pur essendo sconvolto e pessimista aderisco all’appello del Foglio.
Marcello Fausto Roland Dalla Pietà
artista
Al direttore - Ci associamo al vostro appello, perché riteniamo fondamentale dare sostegno alla vostra campagna di informazione su Israele, grazie.
Roberto Vanin e Michela Gusmeroli
Al direttore - Mi associo al vostro appello.
Roberto Tamma
presidente TEC
Al direttore - Aderisco pienamente all’appello contro l’intifada nelle università.
Maurizio Griffo
professore ordinario di Storia delle dottrine politiche
Università di Napoli Federico II
Al direttore - Il Foglio è l’unico quotidiano che leggo anche se faccio molta fatica per l’impaginazione ed i caratteri che mi fanno impazzire. Ma lo faccio ogni giorno. Mi aspettavo questa tua decisione che segue genialmente a quella delle elezioni dei foglianti.
Liliana Rognoni di Faenza
Al direttore - Condivido e firmo. Grazie per l’iniziativa.
Gabriele Ballardini
Al direttore - Firmo e aderisco al vostro appello.
Federica Alatri
Al direttore - Aderisco al vostro appello.
Silvia Colmegna
Al direttore - Aderisco pienamente all’appello.
Antonio Donno
Al direttore - Aderisco alla vostra iniziativa. Solidarietà da parte mia sempre allo Stato d’Israele e alle vittime delle stragi perpetrate dal nazismo jihadista di Hamas il 7 Ottobre 2023. No alla occupazione degli atenei e delle scuole. Cordiali saluti.
Alessandro Mussini
Docente Lettere classiche scuola superiore, Genova
Al direttore - Condivido e firmo l’appello.
Maria Beatrice Cocco
Al direttore - Aderisco al vostro appello senza se e senza ma.
Flaviano Ponziani
biologo
Al direttore - Gentile direttore Cerasa, firmo volentieri l’appello del suo giornale.
Giacomo Bonini,
Università Ca’ Foscari
Al direttore - Aggiungete la mia firma, per favore. Cordialmente.
Romeo Saoncella
Al direttore - Mi associo al vostro appello con i complimenti per l’iniziativa.
Bruno Bottiglieri
Al direttore - Aderisco all’appello del direttore contro l’antisemitismo nelle università italiane.
Maria Baù
Al direttore - Nella speranza che serva a qualcosa, aderisco convintamente al vostro appello.
Anna Maria Loi
insegnante di Religione
Al direttore - Inorridito, impaurito, non capisco. Ma non mi arrendo.
Luigi Fabri
Al direttore - Grazie per avermi dato la possibilità di aderire all’appello “intifadanograzie” in un momento in cui proprio nei luoghi del sapere si assiste a un’ipocrita complicità con chi, strumentalmente, nega e stravolge l’evidenza.
Maria Bruna Pustetto
Al direttore - Mi unisco al vostro pensiero di libertà contro l’antisemitismo agghiacciante che stiamo vedendo risorgere. Un abbraccio agli amici israeliani.
Stefano Bozolo
Al direttore - Aderisco al vostro appello.
Maurizio Grassini
già prof. ord. di Econometria
Università di Firenze
Al direttore - Con la speranza che la sua politica estera possa al più presto cambiare e con tutto il mio amore per Israele. Poi con tanta gratitudine per la vostra iniziativa, aderisco all’appello Intifada no grazie.
Maria Scarpati
Al direttore - Mi associo al vostro appello.
Alberto Frisia
avvocato
Al direttore - Caro direttore, aderisco con piena convinzione all’appello. Sto con Israele e contro Hamas e i suoi sostenitori in occidente.
Marco Chistolini
psicoterapeuta
Al direttore - Convintamente aderisco alla importante iniziativa. Giovani cervelli alla deriva con troppi “professori” irresponsabilmente sostenitori. Gaza era libera da colonie ebraiche dal 2005. Poteva essere un embrione del futuro stato di Palestina. Invece di infrastrutture Hamas ha costruito tunnel e collezionato armi per continuare a colpire Israele. Adesso Gaza è un cumulo di macerie che Hamas ha totalmente sulla coscienza. Dopo la carneficina del 7 ottobre non poteva non sapere che Israele avrebbe duramente reagito. Di Gaza ad Hamas non importa nulla. Il vero obiettivo è spazzare via Israele dal fiume al mare.
Lunga vita a Israele.
Andrea Sabbatini
pensionato
Al direttore - Non aggiungo altro al titolo ma solo un grazie enorme e la mia adesione.
Daniela Tagliacozzo
Al direttore - Aderisco, convintamente, al vostro appello. Grazie al Foglio, ultimo quotidiano dispensatore di idee originali!
Sergio Pasanisi
architetto
Al direttore - Condivido l ‘appello preoccupato per l’ignoranza dilagante, la riduzione del pensiero a emoticon e per il conformismo che porta verso il suicidio dell’occidente.
Dario Evola
docente di Estetica,
Accademia Belle Arti, Roma
Al direttore - Sottoscrivo l’appello del Foglio contro i boicottaggi a Israele nel mondo scientifico e delle università. L’antisionismo è solo una foglia di fico che nasconde il sostanziale antisemitismo di chi si propone di boicottare le collaborazioni con le realtà scientifiche israeliane, da sempre indipendenti e all’avanguardia.
Domenico M. Pisanelli
ricercatore dell’ISTC-CNR, Roma
Al direttore - Sostengo la dichiarazione del direttore Cerasa.
Giovanni Bedogni
Al direttore - Criticare il governo israeliano è legittimo. Invocare la distruzione dello stato israeliano un po’ meno. Per favore, aggiungete la mia firma all’appello.
Giuseppe Sciortino
professore di Sociologia
Università di Trento
Al direttore - Mi associo col cuore all’unica iniziativa che segue la ragione e la verità.
Gloria Pellacani
Al direttore - Mi associo e firmo l’appello, grazie per l’ iniziativa.
Paolo Martinengo
Al direttore - Aderisco contro quanto sta avvenendo nelle università, italiane e estere. Dopo il sostegno pubblico di Khamenei alle occupazioni firmo ancora più convintamente.
Lorenzo Lena
Al direttore - Aderisco al vostro appello. Grazie di esserci.
Anna Schiavi
Al direttore - Come non essere d’accordo. E’ triste vedere l’ignoranza e il pregiudizio annichilire la poesia e il coraggio di un popolo così nobile e sventurato.
Alfonso Ghiraldini
Al direttore - La mia vicinanza ad Israele. E sempre nel mio cuore.
Ombretta Baldisserotto
Al direttore - Firmo la petizione con orgoglio e piena convinzione.
Marzia Duse
professore ordinario di Pediatria
in quiescenza
Università La Sapienza, Roma
Al direttore - Non avrei mai creduto di doverlo fare, ma aggiungete il mio nome.
Francesca Romoli
Al direttore - Sono un assiduo lettore del Foglio, di cui apprezzo la linearità delle sue posizioni, specie in politica estera e sto seguendo le vicende delle attuali guerre di Israele, che danno preoccupazione e sconcerto, soprattutto per le reazioni dell’occidente che si sta suicidando con le sue mani. Mi vengono in mente i suicidi veri di vari imperatori e consoli romani che, dopo aver fallito la propria missione, si immergevano in una vasca di acqua calda, tagliandosi le vene ed aspettando la “dolce morte”. Sono un dirigente dello stato sin da quando avevo 22 anni (oggi ne ho 77) e ho giurato fedeltà allo stato italiano in ogni passaggio di incarico o di grado. Quello che sta avvenendo ora nelle Università e nel paese è allucinante: si vedono cose che fanno immaginare un paese che sta affondando in un bradisismo cosmico, cedendo il passo a una cultura diversa dalla nostra e assolutamente slegata dalla realtà. In ogni manifestazione di cui si ha notizia si vede sventolare la bandiera palestinese al posto di quella italiana anche da chi in quei paesi si vedrebbe arrestato e nella maggior parte dei casi anche ucciso. Cosa li spinge a questa esposizione acritica e dannosa? cosa cercano veramente? (…)
Lungi da me la contestazione alla nascita di uno stato palestinese, anzi io sono dell’idea che gli stati di quel microscopico lembo di terra dovrebbero essere tre, proprio in rispetto delle etnie che li abitano, i Gazawi a Gaza, gli Israeliani dove sono e i Palestinesi di Cisgiordania. Sono convinto che questo sia uno dei problemi da risolvere e intanto aderisco all’appello: è ora di tornare alla normalità, ma soprattutto è ora di pensare che non dobbiamo permettere a nessuno di calpestare la nostra identità nazionale.
Marco Del Monte
ingegnere
Al direttore - Aderisco all’appello, considero la vostra una battaglia di civiltà e di cultura.
Giovanni Moglia
Al direttore - Gentilmente unisca il mio nome a quello dei tanti, che stanno aderendo all’appello.
La verità va difesa, a nessuno sia lecito distorcerla.
Un affezionato lettore.
Roberto Patrizi
Al direttore - Ottantasei anni dopo le famigerate leggi razziali siamo punto e a capo. Aderisco e sottoscrivo il vostro appello. Grazie al vostro lavoro è più lieve il cammino.
Paolo Gobbini
infermiere ed ex alunno
dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (di Gesù ebreo marginale)
Al direttore - Firmo per sostenere l’appello del Foglio contro l’antisemitismo travestito da antisionismo nelle università italiane. Perché la pace passa per la sconfitta dei terroristi. Grazie.
Franco Della Ducata
Al direttore - Aderisco senza esitazioni all’appello lanciato dal Foglio.
Paolo Polverino
Al direttore - Aderiamo al necessario e fondamentale appello del Foglio. Grazie.
Antonio Manzi e Angela Vannella
Al direttore - Aderisco al vostro appello, solitaria voce contro le follie che dilagano indisturbate nelle università italiane.
Riccardo Innocenti
laureato in Storia economica
alla Facoltà di Lettere e in Storia dell’economia alla Facoltà di Scienze politiche, Università di Firenze.
Al direttore – Aderisco al vostro appello. Grazie per esserci sempre.
Michele Montella
commercialista, revisore legale
Al direttore - “Costruiamoci… ricostruendo”, dicendo insieme in tanti, più che si può: “No all’intifada”. Firmo l’appello del Foglio.
Carla Basagni
Al direttore - Aderisco pienamente alla vostra iniziativa e vi ringrazio per essere un faro nel buio.
Maria Adelaide Cartosso
Al direttore - Aderisco con convinzione all’appello contro l’intifada nelle università. La propaganda pro Pal., che suole far propri slogan che promuovono l’eliminazione fisica di Israele (come “dal fiume al mare”), non ha alcunché di democratico e si manifesta troppo spesso mediante l’uso della violenza e della prevaricazione. E’ un condensato di antisemitismo e oscurantismo a cui non dovrebbe essere consentito l’ingresso nei luoghi del sapere. Vi ringrazio per l’occasione di confronto e per la corretta campagna informativa sulla situazione in medioriente che conducete quotidianamente. Cordiali saluti.
Michele Quatrar
dottorando di ricerca
Al direttore - Aderisco al vostro appello.
Domenico Costantini
già ordinario di Calcolo delle probabilità,
Università degli studi di Bologna
Al direttore - Condivido pienamente il suo pensiero e aderisco all’appello contro l’intifada nelle università.
Giovanna Carla De Virgiliis
Al direttore - Condivido appieno l’appello, che firmo; e osservo, da tempo, lo scadimento dell’insegnamento (di qualsivoglia grado) nel formare una coscienza professionale e critica di senso civico e sociale.
Enrico D’Angelo
poeta e direttore di “Smerilliana”
Al direttore - Aderisco da studente “anziano” (in corso, non fuoricorso), della Facoltà di Lettere dell’Università di Roma La Sapienza all’iniziativa. Cordialmente.
Giovanni De Merulis
Al direttore - Aderisco all’appello del Foglio contro le stolte iniziative di studenti e docenti universitari (per fortuna non tanti) contro Israele e contro gli ebrei.
Ubaldo Bonuccelli
già ordinario di Neurologia,
Università di Pisa
Al direttore - Aderisco alla vostra iniziativa. Solidarietà da parte mia sempre allo stato d’Israele e alle vittime delle stragi perpetrate dal nazismo jihadista di Hamas il 7 ottobre 2023. No alla occupazione degli atenei e delle scuole. Cordiali saluti.
Loreno Zandri
dirigente Camera di commercio
delle Marche, padre di due studenti universitari
Al direttore - Condivido e firmo l’appello.
Lorenza Debegnach
ex docente scuola media superiore
Al direttore - Aderisco all’ appello con la convinzione che Israele rappresenta il meglio della nostra civiltà d’occidente. Grazie.
Serafino Penazzi
Al direttore - Approvo totalmente l’iniziativa del direttore Cerasa. Bravo. Appoggio assolutamente lo stato di Israele e la sua gente. Tutti devono leggere il discorso di Silvio Berlusconi tenuto nel Parlamento israeliano 24 anni fa. Complimenti per averlo pubblicato nel Foglio del 12 giugno.
Gianfranco Mantovani Orsetti
Al direttore - Ti prego di aggiungere il mio nome tra i firmatari del tuo sacrosanto appello. Cordialità e amicizia.
Mario De Simoni
direttore generale
delle Scuderie del Quirinale
Al direttore - Mi associo all’appello intifada no grazie.
Cordiali saluti.
Patrizia Cohen, Manchester, UK
Al direttore - Condivido pienamente l’appello.
Federico Giacobone
Al direttore - Aderisco con convinzione all’appello.
Luciano Allegri
Al direttore - Sempre più angosciata dal 7 ottobre 2023, prima per l’attacco vile di Hamas e poi per le reazioni di tanta parte dell’opinione pubblica e soprattutto delle università sia fra i docenti che fra gli studenti, incapaci di distinguere fra aggressori e aggrediti, sordi al dialogo e al confronto, atteggiamento che non riesco a spiegare altrimenti che come un antisemitismo non confessato.
Attilia Giuliani
ex docente di biochimica, Unimi
Al direttore - Aggiungete la mia firma all’appello. Grazie.
Paolo Baldini
Al direttore - Mi associo all’appello anche per ricordare che il popolo palestinese di Gaza è il vero ostaggio e scudo umano dei terroristi di Hamas,
Michele Meloni
già docente Università di Cagliari
Al direttore - Aderisco alla campagna del Foglio, come medico e come cittadino. Di fronte alla storia più tragica che torna ad accanirsi contro le nostre radici in Israele si deve utilizzare come antidoto l’intelligenza. Bisogna essere forti, come dice David Karnowski al figlio discriminato a scuola nel romanzo dedicato da Israel J. Singer alla sua famiglia, “come tutti gli ebrei della vecchia generazione”.
Ferdinando Cancelli
Al direttore - Non ho fatto parte della scuola ex cattedra ma aderisco convintamente al vostro appello di un insegnamento libero da pregiudizi , da censure odiose e dalla logica dei doppi pesi doppie misure.
Roberto Macrì
Al direttore - Aderisco all’appello. Grazie.
Marco Menegotto
già ordinario di Tecnica delle costruzioni, Università La Sapienza, Roma
Al direttore - Da studente dell’Università di Trieste aderisco convintamente all’appello, assurdo che ci siano studenti che sostengono apertamente l’intifada e la violenza.
Jacopo Lena
Al direttore - Mi associo all’appello e sono lieto della resistenza che lei e il Foglio proponete contro l’antisemitismo e l’odio verso gli ebrei che si nasconde dietro il sostegno ad Hamas e ai palestinesi. Grazie della sua iniziativa.
Eugenio Giommi
psicoterapeuta
Al direttore - Condivido il vostro appello. Sono emotivamente coinvolto in questa enorme tragedia che non si è mai arrestata da quando Israele è nato. Amo quella terra e ho amici che vi risiedono, ne ho seguito le vicende e ho condiviso le scelte fatte per difendersi dagli attacchi terroristici. Non ho mai condiviso però la forzatura dei coloni con i nuovi insediamenti che hanno inevitabilmente gettato benzina sul fuoco latente dell’antisemitismo, che attendeva un motivo per divampare nuovamente. Sharon lo aveva ben compreso. Come giustamente avete evidenziato, Hamas ha bisogno di vittime e molte anche, per far piangere il mondo e sparigliare le carte. Diceva Golda Meir rivolgendosi ai capi palestinesi: la pace sarà possibile solo quando voi amerete i vostri figli più di quanto odiate noi. Aggiungo anche che la parte sana del popolo israeliano dovrà essere in grado di isolare in modo fermo i propri religiosi fanatici che da sempre sono stati il vero problema del popolo ebraico.
Agostino Benvegnu
Al direttore - Aderisco all’appello senza se e senza ma. Aggiungete la mia firma.
Maria Teresa Branzoni
medico
Al direttore - Mi associo all’appello.
M. Giovanna d’Andrea
Al direttore - Aderisco convinto alla vostra iniziativa. La ringrazio, buon lavoro.
Emidio Clementi
docente di scrittura creativa,
Accademia di Belle Arti Bologna
Al direttore - Aderisco al vostro appello.
Enrico Arbarello
matematico
Al direttore - Caro direttore, adesione convinta al suo appello, proprio in nome della ‘Patavina libertas’ che troppi miei colleghi sembrano avere smarrito lungo la via.
Mariateresa Livraghi
Al direttore - Aderisco al vostro appello
Ugo Colombino
professore emerito di Economia
politica, Università di Torino
Al direttore - Condivido e dunque sostengo il vostro appello.
Luca Paci
giornalista
Al direttore - Contro l’ignoranza, il conformismo, l’autolesionismo, firmo e aderisco al vostro appello.
Mario Masini
professore emerito,
Università di Bergamo
Al direttore - Aderisco al vostro appello. Grazie.
Enrico Iachello
già professore ordinario di Storia moderna,
Università di Catania
Al direttore - Mi associo anch’io all’appello e mi congratulo per l’iniziativa.
Mario Rinaldi
già ordinario nella Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna
Al direttore - Gentile direttore Cerasa, aderisco convinto all’appello del Foglio.
Raffaele Russo
sindaco di Pomigliano d’Arco
Al direttore - Per favore metta anche il mio nome in quella lista, che rimanga agli atti se arriverà il momento di doverci vergognare. Grazie per questa iniziativa.
Marco L. Montesanti
medico
Al direttore - Condivido e sottoscrivo.
Vando Scheggia
Al direttore - Firmo e aderisco al vostro appello.
Raffaele Federici
prof. associato di Sociologia
dei processi culturali,
Università degli Studi di Perugia
Al direttore - Sottoscrivo pienamente l’appello contro l’Intifada e contro l’antisionismo.
Ivan Visioli
dottore di ricerca, Università di Trieste
Al direttore - Condivido e aderisco all’appello.
Giulio Perrella
Al direttore - Aderisco sentitamente all’appello: intifada no grazie. Sperando di ottenere risultati concreti. Un caro saluto.
Rosy Maccan
Al direttore - Aderisco con piena convinzione all’appello. Sto con Israele e contro Hamas.
Letizia Signorini
Al direttore - Da mesi assisto sgomenta alla distorsione della realtà messa in atto nelle università. Aderisco all’appello e ringrazio.
Elena del Drago
Storico dell’arte e gallerista.
Al direttore - Aderisco al Vostro appello.
Tonino Nocera
Al direttore - Ci rivolgiamo a lei in gruppo, più esattamente dal gruppo Nes, che in ebraico significa “miracolo” ed è l’acronimo di Noi ebrei socialisti. Aderiamo con convinzione alla sua iniziativa, dal momento che questi ultimi mesi hanno dimostrato quanto sia facile tornare ad un triste passato di discriminazione che gli ebrei ritenevano superato. E’ stato semplice perché le masse non riflettono, si informano poco, utilizzando soprattutto una certa propaganda che il cieco consenso rafforza e fa presa sui ragazzi che si schierano sull’onda delle immagini, delle narrazioni distorte, delle emozioni. Chi dovrebbe insegnare non lo fa. Non è in grado? I professori di storia sono scomparsi? I diversi Senati accademici potrebbero organizzare alcune lezioni utili a saperne di più e in maniera più puntuale, potrebbero farlo, invece di lasciare le redini agli studenti più facinorosi, almeno per tutti gli altri. Tu non devi proibire niente, né di parlare né di ascoltare, a chi desidera andare oltre gli slogan, tu, se vorrai partecipare, lo farai in modo civile, come un luogo di cultura, quale quello universitario, merita. La società democratica è in pericolo e la responsabilità è nelle mani di tutti, anche di chi resta ad osservare in silenzio. Il Nes ha elaborato un Manifesto con la proposta di un tavolo permanente di discussione e di confronto. Con chiunque intenda farlo. I princìpi di un socialismo di condivisione, le fondamenta dei valori dell’ebraismo e la sua storia sono concetti di vita sociale da conoscere e condividere per parlare di una pace nella conoscenza reciproca, non certo di una pace che conservi i semi dell’odio e della mistificazione. Lo stato d’Israele include etnie e culture diverse, le considera alla pari in tutti gli aspetti lavorativi e sociali, non discrimina. L’ebraismo non ammette più di essere discriminato. I secoli bui non devono essere trascorsi invano, oggi è un’altra storia. Ricerca accademica, 25 aprile, Festa delle donne, Tavolo della Memoria, 1° maggio, Gay Pride e tutto, ma proprio tutto, quello che riguarda l’Italia, paese per il quale abbiamo lottato, lavorato, vissuto, sofferto fin dal 161 a.E.V. , ci spetta di diritto, è bene tenerlo a mente.
Nes, Noi ebrei socialisti
Al direttore - Sottoscrivo convinta l’appello e ringrazio il Foglio per il suo prezioso contributo all’informazione.
Anna Grattarola Romano
insegnante, ora in pensione, di italiano e storia negli istituti tecnici
Al direttore - Aderisco convintamente all’appello del Foglio perché da mesi sento un clima di sempre maggiore ostilità nei confronti dello stato di Israele, delle donne e degli uomini di fede ebraica e trovo la cosa insopportabile. Perché se posso capire un atteggiamento ostile nei confronti del governo israeliano - non posso capire l’atteggiamento ostile nei confronti di un intero popolo che ha già sofferto troppo. Aggiungo che se siamo tutti devastati dalle atrocità della guerra dovremmo preliminarmente pretendere da Hamas di “liberare subito e senza condizioni gli ostaggi che trattiene dal 7 ottobre 2023” – dopodiché potremmo certamente chiedere con forza al governo israeliano di cessare il fuoco. E se Hamas avesse a cuore il bene del suo popolo farebbe questo gesto semplice e, a mio avviso, risolutivo per ottenere quello che tutti ci auguriamo e cioè la fine di questa guerra atroce.
Pietro Paviotti
ex sindaco di Cervignano del Friuli
Al direttore - In 75 anni non ho mai avvertito come ora la nostra democrazia e la nostra libertà così in pericolo mi associo all’appello del Foglio.
Valeria Galmanini
Al direttore aggiunga anche il nome mio e di mio marito ai firmatari dell’appello.
Grazie per esserci sempre.
Pinuccia Cantarella
Rossano Gambino
Al direttore - Firmo l’appello con pieno consenso su tutto quanto scritto da Claudio Cerasa e sostenuto dagli universitari francesi. Mi auguro che azioni simili a quanto promosso in Francia vengano condivise e realizzate da tutti coloro che si riconoscono in una volontà di informazioni corretta e modalità corrette di convivenza civile, per ristabilire agli occhi di coloro che spudoratamente vogliono rimanere ciechi la verità su quanto sta accadendo e su realtà storiche deformate in modo perverso. Grazie.
Duccio Gambino,
docente di scuola primaria
Al direttore - In una democrazia chi perde le elezioni va all’opposizione, in una dittatura va in prigione o viene ucciso. Hamas quando ha conquistato il potere nella striscia di Gaza ha eliminato chi vi si opponeva. Questo è il futuro che vogliono quegli studenti e quei professori? Godiamoci la libertà di manifestare pacificamente perché Israele, pur con tutti i suoi difetti, è una democrazia, Hamas non lo è, non la vuole, non la vorrà mai.
Nicola Alberti
Al direttore - Aderisco al vostro appello.
Paolo Giunchi