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il voto olandese

Gli exit poll dicono che i Paesi Bassi tra Timmermans e Wilders hanno scelto il primo

David Carretta

Il leader dell'estrema destra aveva presentato queste europee come un referendum tra lui e l'avversario. Se gli exit poll saranno confermati domenica sera, laburisti e verdi otterranno 8 seggi nel prossimo Parlamento europeo. Il PVV dovrebbe avere 7 eletti

Bruxelles. I Paesi Bassi sono stati il primo stato membro dell'Ue a votare per le elezioni europee ieri e hanno offerto la prima sorpresa. La coalizione tra laburisti e verdi guidata da Frans Timmermans è arrivata in testa, davanti al partito di estrema destra di Geert Wilders, il PVV, secondo l'exit poll realizzato da Ipsos. Wilders aveva nettamente vinto le elezioni legislative dello scorso novembre, era dato in testa nei sondaggi della vigilia e aveva presentato le elezioni europee come un referendum tra lui e Timmermans. Se gli exit poll saranno confermati domenica sera, laburisti e verdi otterranno 8 seggi nel prossimo Parlamento europeo, uno in meno del 2019. Il PVV dovrebbe avere 7 eletti, superando i liberali conservatori del VVD (4 seggi), i cristiano-democratici della CDA (3), i liberali di sinistra dei D66 (3) e il Movimento civico-contadino BBB (2). Il Nuovo Contratto Sociale di Pieter Omtzigt, che si prepara a entrare nel Partito popolare europeo, è uno dei grandi perdenti delle elezioni europee con un solo eletto. I Paesi Bassi dovrebbero fornire 21 deputati alla maggioranza europeista sui 31 eletti olandesi al Parlamento europeo

Geert Wilders ha comunque rivendicato una vittoria ieri sera, nonostante il secondo posto sia un peggioramento rispetto alle elezioni legislative di novembre. Lui è stato il protagonista indiscusso della politica olandese degli ultimi mesi. Gli altri partiti della destra hanno accettato di negoziare con lui un accordo di coalizione che dovrebbe portare alla nascita di un governo anti migranti ed euroscettico nei prossimi mesi. Il PVV è “il vincitore più grande”, ha scritto Wilders ieri su X. Effettivamente, rispetto a cinque anni fa quando ottenne un solo eletto al Parlamento europeo, con sette eurodeputati il PVV fa un netto balzo in avanti. Ma, guardando ai risultati passati, oltre che alle elezioni legislative, il risultato per Wilders è deludente. Il PVV ha fatto poco più del 17 per cento realizzato nel 2009. Alle elezioni legislative Wilders aveva ottenuto il 23,5 per cento dei voti. Il successo del PVV è  è frutto di una ridistribuzione interna alla destra e all'estrema destra. Nel 2019 la sorpresa erano stati i quattro eletti del partito di estrema destra Forum per la democrazia di Thierry Baudet, che questa volta non ha conquistato alcun seggio. I partiti della coalizione Wilders perdono tutti terreno. Il Nuovo Contratto Sociale alle legislative aveva ottenuto il 13 per cento mentre ieri è precipitato sotto il 4 per cento. I liberali conservatori del VVD hanno limitato i danni, ma hanno perso altro terreno. Solo il Movimento civico-contadino è rimasto stabile.

Nel campo europeista, oltre a Timmermans in testa con la sua coalizione tra laburisti e verdi, i liberali di sinistra dei D66 conquistano un seggio in più rispetto al 2019 e un paio di punti percentuali in più rispetto alle legislative di novembre. Gli esperti sottolineano anche l'importanza dei dati sull'affluenza, che ha registrato con il 46 per cento il miglior risultato dal 1989. La mobilitazione degli elettori pro-europei è stata molto più forte di quella degli elettori anti-europei. “Contando tutti i seggi dei partiti europeisti, questo è il messaggio al resto d’Europa: non è scontato che l'estrema destra vinca queste elezioni!”, ha detto Timmermans, ex vicepresidente della Commissione responsabile per il Green deal, diventato il bersaglio dei partiti contrari alle politiche climatiche e ambientali. “Guardate cosa hanno fatto i Paesi Bassi: fate lo stesso!”, ha aggiunto Timmermans. “Gli elettori olandesi hanno inviato un messaggio di speranza alle centinaia di milioni di europei che voteranno nei prossimi giorni: se ci mobilitiamo e andiamo alle urne, possiamo creare un'Europa forte, verde e sociale che offra soluzioni per un futuro migliore”, ha detto lo Spitzenkandidat (candidato presidente della Commissione) dei Verdi europei, l'olandese Bas Eickhout.