In Normandia
Biden evoca Reagan per dire che l'isolazionismo fa perdere le guerre
Il presidente americano si scusa per i ritardi con Zelensky e denuncia l’isolazionismo mortifero di Trump. Le voci del 1944: combattere Putin come combattemmo Hitler
Mi scuso, ha detto Joe Biden a Volodymyr Zelensky, per tutto il tempo di incertezza in cui gli Stati Uniti hanno lasciato l’Ucraina, che non sapeva più quali e quanti fondi sarebbero arrivati a sostenere la difesa dall’aggressione russa: “Voi non avete piegato la testa, non avete ceduto, avete continuato a combattere in un modo straordinario. Non ce ne andremo via da voi”, ha detto il presidente americano, incontrando il presidente ucraino a Parigi. Biden sa che il ritardo degli aiuti si misura in vite ucraine perdute e che ogni chilometro quadrato che i russi sottraggono all’Ucraina significa oppressione, repressione e violenza: li abbiamo visti tutti i corpi emaciati dei prigionieri ucraini (molti civili) rilasciati nell’ultimo scambio con la Russia; li abbiamo letti tutti i resoconti sulle violenze sessuali dei russi sugli ucraini, uomini e donne.
Per questo Biden si è scusato e poi è andato a Pointe du Hoc, la scogliera dietro le spiagge Omaha e Utah, in Normandia, che fu scalata dai ranger americani nel 1944 mentre i cecchini nazisti sparavano da sopra – ne rimasero meno della metà. Pointe du Hoc è il simbolo del sacrificio e del coraggio che ci vollero per liberare l’Europa dal nazismo, ma anche di una strategia concreta: sopra questa scogliera-sperone alta 30 metri e larga sei chilometri, i tedeschi avevano costruito una fortificazione con i cannoni presi ai francesi, con i quali avrebbero potuto decimare i soldati alleati durante lo sbarco. I ranger dovevano neutralizzare l’artiglieria tedesca prima che cominciasse a sparare sulla spiaggia, cioè detto in termini che oggi forse risuonano meglio: dovevano andare in territorio nemico a colpire le basi da cui partivano le cannonate per poter proteggere i soldati nello sbarco. I ranger ci andarono a mani nude, salendo sulla scogliera con le scale e i coltelli, quando i cecchini nazisti colpivano un ranger, ne saliva un altro, e via così per trenta metri in verticale, fino ad arrivare alla vetta e iniziare a liberare il continente europeo.
Oggi i sopravvissuti di quell’impresa sono tutti morti, ha detto Biden dopo aver omaggiato il memoriale dietro al podio che ricorda i caduti, e ha tirato un’altra riga dritta tra la guerra contro Adolf Hitler allora e quella contro Vladimir Putin oggi. “Ogni marine che allora arrivò su queste spiagge aveva deciso che un temuto dittatore, che aveva conquistato un continente, avrebbe infine incontrato qualcuno che non poteva sconfiggere. Grazie a questi soldati, la guerra cambiò: si opposero all’aggressione di Hitler”. Poi il passaggio all’oggi, perché questo 80esimo anniversario dello sbarco in Normandia è servito agli alleati per compattarsi contro l’aggressione russa all’Europa: “C’è qualcuno che dubita del fatto che quei marine oggi vorrebbero che l’America si opponesse all’aggressione di Putin qui in Europa? Loro arrivarono su queste spiagge assieme ai loro alleati: qualcuno pensa forse che questi ranger vogliono che oggi l’America si muova da sola? Combattevano per sconfiggere un’ideologia piena d’odio degli anni Trenta e Quaranta. Qualcuno dubita del fatto che quegli uomini non sposterebbero cielo e terra per sconfiggere le ideologie piene d’odio di oggi? Quei ranger misero questa missione e il loro paese prima di loro stessi. C’è qualcuno che crede che si possa volere di meno da ogni americano di oggi? I ranger sopravvissuti hanno ricordato con rispetto chi diede la vita in battaglia. Potevano loro, o chiunque altro, immaginare che l’America non avrebbe fatto lo stesso?”. Biden si rifiuta di “credere che la grandezza dell’America sia una cosa del passato” e con questi interrogativi vuole denunciare quel pezzo del suo paese che spinge per l’isolazionismo, che dice che la guerra in Ucraina non è una guerra dell’occidente, che difendere la terra e il popolo ucraino non sia la difesa della sicurezza e degli ideali di tutto l’occidente: si riferisce a Donald Trump, l’ex presidente candidato alla Casa Bianca a novembre che non vuole più dare nemmeno un soldo all’Ucraina per combattere una guerra che i trumpiani definiscono “la guerra di Biden”. I ranger e i soldati che liberarono l’Europa da Hitler ottant’anni fa “non ci stanno chiedendo di scalare queste scogliere – dice Biden – Ci stanno chiedendo di rimanere fedeli a ciò che l’America rappresenta; non ci chiedono di dare o rischiare la nostra vita, ma ci chiedono di prenderci cura degli altri più di noi stessi; non ci chiedono di fare quello che fecero loro, ci chiedono di fare il nostro lavoro, di proteggere la libertà oggi, nel nostro tempo, di difendere la democrazia, di resistere alle aggressioni all’estero e in patria, di essere parte di qualcosa di più grande di noi stessi”.
Quarant’anni fa, a Pointe du Hoc, nello stesso posto in cui ha parlato Biden, tenne il suo discorso di ricordo Ronald Reagan, l’allora presidente del Partito repubblicano, che disse: “Noi americani abbiamo imparato un’amara lezione da due guerre mondiali: è meglio essere qui pronti a proteggere la pace, piuttosto che rifugiarsi ciecamente al di là del mare, correndo a rispondere solo dopo che la libertà è stata persa. Abbiamo imparato che l’isolazionismo non è mai stato e non sarà mai una risposta accettabile a governi tirannici con intenti espansionistici”. Siamo sempre pronti per la pace, disse Reagan, ma combatteremo per averla, tutti insieme, perché a legare insieme l’occidente sono i valori, la libertà e la democrazia, ma anche la realtà: “La forza degli alleati americani è vitale per gli Stati Uniti e la garanzia di sicurezza americana è essenziale per la libertà delle democrazie europee”. E’ un destino comune che abbraccia oggi anche l’Ucraina aggredita con le bombe e gli altri paesi che vedono in questo abbraccio la promessa di pace e benessere. Il conservatorismo di oggi, in America ma anche in Europa, ha perso quello slancio di protezione comune, si convince che il guerrafondaio non sia Vladimir Putin ma Biden, con Emmanuel Macron e con gli altri leader europei. Il presidente Biden tira la sua riga tra il 1944 e oggi, tra Hitler e Putin, evoca un conservatore che era pronto a tutto per proteggere la pace e dice: ascoltate le voci di chi sbarcò su queste spiagge, e spostiamo insieme cielo e terra per sconfiggere le ideologie piene d’odio di oggi.
L'editoriale dell'elefantino