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Europa Ore 7

Il centro regge, ma l'Ue è destabilizzata

David Carretta

L'assalto dei partiti filo russi al Parlamento europeo non è riuscito, ma sono riusciti a colpire al cuore Parigi e a ferire Berlino

La “maggioranza Ursula” ha retto alla prova delle elezioni europee e, con ogni probabilità, continuerà a governare l'Unione europea per i prossimi cinque anni con von der Leyen come presidente della Commissione. Ma la destabilizzazione provocata in Francia e in Germania dall'avanzata dell'estrema destra rappresenta una vittoria politica per Vladimir Putin. L'assalto dei partiti filo russi al Parlamento europeo non è riuscito, ma sono riusciti a colpire al cuore Parigi e a ferire Berlino. 

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha annunciato la dissoluzione dell'Assemblea nazionale e convocato elezioni legislative anticipate tra il 30 giugno e il 7 luglio. Il giorno successivo la Francia potrebbe ritrovarsi con un governo guidato da un esponente del Rassemblement national di Marine Le Pen, che ieri ha ottenuto oltre il 30 per cento, doppiando la lista di Macron. Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, esce fortemente indebolito dalle elezioni europee, dopo che la sua Spd è stata superata dal partito di estrema destra Alternativa per la Germania, oltre che dai conservatori della Cdu-Csu. Nel momento più difficile della guerra della Russia contro l'Ucraina, e a sei mesi dalle elezioni presidenziali negli Stati Uniti che potrebbero riportare Donald Trump alla Casa Bianca, i leader dei due principali stati membri dell'Ue tremano. E con essi anche il resto dell'Ue.

      


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A prima vista i risultati delle elezioni europee possono sembrare rassicuranti. Il Partito popolare europeo ha rafforzato la sua posizione di primo gruppo politico, in crescita rispetto al 2019. I Socialisti&Democratici rimangono il secondo gruppo, anche se perdono una manciata di eletti. I liberali di Renew subiscono il colpo della disfatta della lista di Emmanuel Macron in Francia e della scomparsa di Ciudadanos in Spagna, ma dovrebbero confermarsi come il terzo gruppo del Parlamento europeo. L'avanzata della destra sovranista e dell'estrema destra è stata più limitata di quanto temuto. Il gruppo dei Conservatori e riformisti europei per ora si ferma al quarto posto, quello di Identità e democrazia al quinto. Tuttavia entrambi potranno pescare in un gruppo di eletti di partiti che non sono ancora affiliati e che in gran parte appartengono alla destra sovranista o all'estrema destra. Insieme ai liberali, i Verdi sono gli altri sconfitti di queste elezioni europee, ma sono pronti ad apportare il loro sostegno a von der Leyen se salverà il Green deal.

L'ondata devastante dell'estrema destra che alcuni sondaggi annunciavano non c'è stata. “Il centro europeista costruttivo ha tenuto”, ha detto la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola. Finita la battaglia della campagna elettorale, il Ppe, S&D e Renew si sono scambiati messaggi di cooperazione. L'incertezza riguarda l'eventuale apertura della maggioranza a Giorgia Meloni e a Fratelli d'Italia. Il suo gruppo Ecr è considerato una linea rossa da non superare da socialisti e liberali, oltre che dai Verdi. La posizione di von der Leyen si è nettamente rafforzata ieri sera. Con il Ppe che ha guadagnato seggi, può rivendicare un secondo mandato. Saranno i capi di Stato e di governo a deciderlo nel Consiglio europeo del 27 e 28 giugno. Dopo le sconfitte di ieri, Macron e Scholz difficilmente avranno la forza per rovesciare il tavolo e proporre un candidato alternativo.

La minaccia per l'Ue non verrà dal Parlamento europeo, ma dalle capitali nazionali. La decisione di Macron di sciogliere l'Assemblea nazionale e andare a elezioni anticipate è una scommessa ad altissimo rischio. “Follia pura. Irresponsabilità crassa”, ci ha spiegato il presidente uscente del gruppo dei Verdi, Philippe Lamberts. Ai suoi occhi, Macron sarebbe pronto a una coabitazione con un governo diretto dal Rassemblement National, nella speranza che si dimostri incapace di governare. Ma lo scenario sarebbe già tracciato, secondo Lamberts: Marine Le Pen darà la colpa a Macron per la paralisi e sarà eletta nel 2027. L'altra minaccia è la paralisi a Berlino, dopo che AfD ha strappato alla Spd il secondo posto alle elezioni europee, malgrado gli scandali degli ultimi mesi. Già molto prudente, Scholz sarà ancora più esitante a prendere decisioni in Germania come sulla direzione dell'Europa. La sua coalizione con i Verdi e i liberali diventerà ancor più litigiosa, in vista delle elezioni previste per settembre 2025.

L'Ue può permettersi di iniziare una nuova legislatura senza la leadership di Germania e Francia? La risposta è “no”. Ancor meno può permettersi una coabitazione Macron-Le Pen a Parigi, malgrado il fatto che la politica estera e di difesa rimanga di competenza del capo dello stato. In gioco c'è il sostegno all'Ucraina, c'è la capacità di resistere a Donald Trump, c'è la strategia da tenere nei confronti del bullismo economico della Cina. Gli elettori hanno parlato. Hanno confermato la maggioranza europeista. Ma l'Ue esce in condizioni di debolezza estrema dalle elezioni europee. E Putin può festeggiare.