Yahya Sinwar - foto via Getty Images

Le parole

Il capo di Hamas ai mediatori: "Ci serve il sangue e il sacrificio del popolo palestinese"

Giulio Meotti

Il Wall Street Journal rivela i messaggi tra Sinwar e capi di Hamas all’estero: una diabolica strategia del terrore. “Abbiamo bisogno del sangue di donne, bambini e anziani palestinesi, per la nostra lotta”

“Ho detto a Sinwar: ‘Dimmi, vale la pena che diecimila persone innocenti muoiano per liberare cento prigionieri?’. La risposta è stata: ‘Ne vale la pena anche se fossero centomila’”. Questa conversazione fra il capo di Hamas a Gaza Yahya Sinwar e Yuval Bitton, a lungo capo dell’intelligence israeliana nelle carceri, risale al 2011. Ora il Wall Street Journal rivela i messaggi che Sinwar ha mandato ai capi di Hamas all’estero durante la guerra a Gaza. Ed emerge una diabolica strategia del sacrificio umano.
 

Per mesi, Sinwar ha resistito alle pressioni per un accordo di cessate il fuoco e di rilascio degli ostaggi. Dietro la sua decisione, come mostrano i messaggi che Sinwar ha inviato ai mediatori, c’è il calcolo che più morti civili palestinesi ci sono, più la causa ha da guadagnarci. “Abbiamo gli israeliani proprio dove li vogliamo”, ha detto Sinwar in un messaggio ai funzionari di Hamas. Sinwar ha citato le perdite civili in Algeria, dove centinaia di migliaia di persone sono morte combattendo per l’indipendenza dalla Francia, dicendo: “Questi sono sacrifici necessari”.
 

In una lettera dell’11 aprile al leader politico di Hamas Ismail Haniyeh, dopo che tre figli di Haniyeh erano stati uccisi in un attacco israeliano, Sinwar ha scritto che la loro morte e quella di altri palestinesi avrebbero “infuso la vita nelle vene di questa nazione, spingendola a risorgere”. “Abbiamo bisogno del sangue di donne, bambini e anziani palestinesi, per la nostra lotta” disse già subito dopo il 7 ottobre il leader di Hamas a Doha, Ismail Haniyeh.
 

Hamas potrebbe anche perdere la guerra con Israele, ma al costo di un’occupazione israeliana di oltre due milioni di palestinesi. “Per Netanyahu, una vittoria sarebbe anche peggio di una sconfitta”, ha detto Sinwar. “Facciamo notizia solo con il sangue. Niente sangue, nessuna notizia”. “Finché i combattenti saranno ancora in piedi e non avremo perso la guerra, tali contatti dovrebbero essere immediatamente interrotti”, ha scritto Sinwar a chi vorrebbe un accordo. “Abbiamo le capacità per continuare a combattere per mesi”.
 

Sinwar in un altro messaggio ha esortato i compagni della leadership politica di Hamas fuori Gaza a non fare concessioni e a spingere invece per la fine della guerra. Un elevato numero di vittime civili creerebbe una pressione mondiale su Israele, ha affermato Sinwar. “Il viaggio di Israele a Rafah non sarà una passeggiata nel parco”, ha detto Sinwar. Di ieri la notizia di altri quattro soldati israeliani uccisi. Messaggi che indicano che è disposto a morire nei combattimenti. Il leader di Hamas ha paragonato la guerra a una battaglia del VII secolo a Karbala, in Iraq, dove il nipote del profeta Maometto fu ucciso.
 

“Dobbiamo andare avanti sulla stessa strada che abbiamo iniziato”, ha scritto Sinwar. “Oppure lasciate che sia una nuova Karbala”. Come può Israele continuare a esistere al fianco di un’entità disposta a uccidere i propri figli pur di annientare quelli degli altri?

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.