A Parigi
Macron denuncia le "alleanze indecenti" a destra e a sinistra
Il presidente francese ha spiegato in una conferenza stampa le ragioni che lo hanno spinto a indire le elezioni anticipate. L’obiettivo è disinnescare il lepenismo mettendolo alla prova del governo. Ma il fronte anti estremisti non si è creato
Parigi. Éric Ciotti “ha stretto un patto col diavolo”, ha dichiarato oggi il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, in merito all’accordo ormai prossimo all’ufficializzazione tra i Républicains (Lr), il partito gollista, e il Rassemblement national (Rn) di Marine Le Pen e Jordan Bardella, il principale partito sovranista di Francia uscito vincitore dalle elezioni europee di domenica.
L’inquilino dell’Eliseo ha tenuto oggi a Parigi, al Pavillon Cambon Capucines, la sua prima conferenza stampa sulle legislative anticipate che si terranno i prossimi 30 giugno e 7 luglio, indicando le linee guida della sua strategia, menando sciabolate contro gli estremisti e dettagliando i motivi che lo hanno spinto a sciogliere l’Assemblea nazionale. Ricordando che la maggioranza relativa del campo presidenziale all’Assemblea, “purtroppo, non ci ha permesso di costruire una coalizione duratura”, il capo dello stato ha detto di aver “preso atto di una situazione di stallo che inevitabilmente ha impedito al governo di agire”.
“Poi c’è il voto alle elezioni europee di domenica sera, che è stato chiaro”, perché il campo sovranista, Rn più Réconquête, il partito di Éric Zemmour, ha conquistato quasi il 40 per cento dei voti, e gli estremisti riuniti, inclusa la France insoumise di Jean-Luc Mélenchon, il partito della sinistra radicale, “quasi il 50 per cento”, “un dato politico che non può essere ignorato”, ha sottolineato Macron.
Per tutti questi motivi, “il ritorno al popolo sovrano è, a mio avviso, l’unica decisione repubblicana in questo contesto”, ha dichiarato il
presidente della Repubblica francese, difendendo la sua decisione di convocare le elezioni parlamentari contro chi lo accusa di spalancare la strada all’ascesa al potere del lepenismo.
“Da domenica sera, stanno cadendo le maschere”, lo scioglimento dell’Assemblea nazionale è “una cartina di tornasole per capire chi sceglie di far prosperare la propria boutique e chi vuole far prosperare la Francia”, ha dichiarato Macron, prendendo di mira fin da subito l’alleanza tra Lr e Rn. “La destra repubblicana, o quantomeno chi ne è a capo, ha appena stretto, per la prima volta, un’alleanza con l’estrema destra”, ha attaccato l’inquilino dell’Eliseo, secondo cui i Républicains, spezzando ieri il cosiddetto “cordone sanitario”, hanno voltato le spalle “in poche ore all’eredità del generale de Gaulle, di Jacques Chirac e di Nicolas Sarkozy”.
Macron non ha preso di mira soltanto i gollisti, che hanno fatto cadere la diga repubblicana tendendo la mano a Rn, ma anche alla sinistra socialista ed ecologista, che ha siglato un accordo con gli estremisti della France insoumise. “La sinistra repubblicana e i suoi leader si sono appena alleati con l’estrema sinistra, che durante la campagna elettorale si è macchiata di antisemitismo, comunitarismo e antiparlamentarismo”, ha stigmatizzato Macron, prima di aggiungere: “Cosa decideranno sui valori della Repubblica e sul loro rapporto con il Parlamento? Cosa decideranno sul nucleare e sull’energia?”.
Denunciando “le alleanze contro natura” della sinistra e della destra repubblicane con gli estremisti, Macron ha invitato a unirsi al “blocco centrale, progressista, democratico e repubblicano”, un blocco “che unisce famiglie politiche che hanno ciascuna la propria identità, ha imparato a lavorare insieme negli ultimi sette anni, è unito e chiaro nel suo rapporto con la Repubblica, con l’Europa e con le sue priorità, è la base di un progetto di governo coerente”. Dopo aver annunciato alcune misure, il lancio di un grande dibattito sulla laicità a vent’anni da quanto fatto da Jacques Chirac, la generalizzazione del servizio nazionale universale, la creazione di otto nuovi reattori nucleari e la riapertura della questione delle grandi regioni per una maggiore decentralizzazione, il capo dello
stato francese ha manifestato il suo attaccamento a “una Francia che sia potenza di pace e di equilibrio”, non solo per quanto riguarda l’Ucraina, ma anche rispetto al medio oriente e al suo posto in Europa.
“Su questo punto, posso dire che i due blocchi estremisti non permettono che questo schema si affermi”, ha sottolineato Macron, a sinistra in ragione di “una visione balcanizzata della nostra politica, della nostra diplomazia”, dell’“opposizione di alcune forze alla deterrenza nucleare francese e alla Nato”, a destra, invece, a causa di “posizioni chiare che sono state definite: l’uscita dalla Nato e la messa in discussione del nostro rapporto con la diplomazia e della nostra indipendenza nei confronti della Russia”.
Sollecitato sull’ipotesi di dimissioni in caso di trionfo di Rn anche alle legislative, Macron ha parlato di ipotesi “assurda”. “Sento tutto quello che viene detto sulla mia situazione, ma la mia elezione è stata decisa nel 2022, per 5 anni, ed è chiara”, ha reagito il presidente francese. Annunciando in seguito la sospensione del progetto di riforma costituzionale riguardante la Nuova Caledonia, Macron ha dichiarato che non parteciperà ad alcun dibattito faccia a faccia con Marine Le Pen e non scenderà in campo in prima persona per fare campagna.
Interrogato, infine, sulla possibilità di una coabitazione con il Rassemblement national, il presidente della Repubblica, ha dichiarato: “Se Rn andrà al potere, che ne sarà delle vostre pensioni, dei vostri mutui, dei nostri valori, dei nostri compatrioti di origini diverse, che vivono nei quartieri?”. Prima di concludere: “No allo spirito di sconfitta, sì al risveglio repubblicano! Ho fiducia nella Francia,
nel suo futuro, che non si costruisce nel tradimento dei suoi valori, del suo motto, dei suoi princìpi!”.