In Europa
Draghi è più ambizioso dell'Agenda strategica dell'Ue
L'ex premier ieri ha indicato un programma molto più ricco rispetto a quelli contenuti nel documento che sigla l'accordo per i nuovi nomi che siederanno nei vertici europei: von der Leyen alla Commssione, Costa al Consiglio e l'estone Kallas alla diplomazia
Bruxelles. Ursula von der Leyen confermata presidente della Commissione, António Costa nominato nuovo presidente del Consiglio europeo e Kaja Kallas al posto di Alto rappresentante per la politica estera. Il processo di nomina della nuova leadership dell’Unione europea potrebbe essere più facile e rapido del previsto. Gli astri “si stanno allineando” per il trio von der Leyen-Costa-Kallas, dice al Foglio un diplomatico europeo. La presidente della Commissione è uscita rafforzata dalle elezioni europee, dopo che il suo Ppe ha visto aumentare il numero di seggi in Parlamento e i suoi potenziali avversari, Emmanuel Macron e Olaf Scholz, hanno subìto pesanti sconfitte. I socialisti otterrebbero il Consiglio europeo per l’ex premier portoghese. I liberali si accontenterebbero del posto di capo della diplomazia per la premier estone. Un accordo informale tra i capi di stato e di governo potrebbe essere già raggiunto durante una cena dei ventisette a Bruxelles. La decisione formale è attesa al Consiglio europeo del 27 e 28 giugno. In quell’occasione i leader approveranno anche l’Agenda strategica che fissa le priorità per i prossimi cinque anni.
La bozza del documento – che il Foglio ha potuto consultare – riconosce che “il panorama politico globale viene rivoluzionato dalla concorrenza geopolitica e gli attacchi contro l’ordine internazionale basato sulle regole”. I leader prometteranno di “combinare le nostre forze e risorse per affrontare i prossimi anni con unità e determinazione”. Le priorità sono tre. Un’Europa libera e democratica, con lo stato di diritto al centro. Un’Europa forte e sicura, con un rafforzamento della politica di sicurezza e di difesa e la promessa di allargarsi. Un’Europa prospera e competitiva, con meno dipendenze dal resto del mondo e una politica industriale più attiva. Ma il documento non affronta i nodi irrisolti, come il possibile debito comune per investimenti nella difesa e nella transizione climatica, i rapporti con la Cina e gli Stati Uniti. “Il nostro destino e nelle nostre mani”. Ma l’Agenda strategica annuncia business as usual. In un discorso a Madrid ieri, Mario Draghi ha indicato un programma molto più ambizioso, che comprenda “un approccio fondamentalmente diverso alla capacità industriale in settori strategici” (difesa, spazio, materiali critici, componenti dei prodotti farmaceutici) e una “politica economica estera” per la sfida della Cina. “Non vogliamo diventare protezionisti in Europa, ma non possiamo essere passivi se le azioni degli altri minacciano la nostra prosperità”, ha detto Draghi.