proposte in malafede
Putin rioffre la sua pace falsa, ma il vertice svizzero ha altre idee (serie)
Il summit sulla pace in Ucraina, che si terrà a Lucerna, potrebbe essere all'orgine del bluff di Putin, i cui obiettivi non sono cambiati di un millimetro. "Nessuno si illude che oggi Putin voglia negoziare", le parole di un funzionario Ue
Alla vigilia del Summit sulla pace in Ucraina, che Volodymyr Zelensky spera riesca a rimobilitare la comunità internazionale a favore della sovranità e integrità territoriale del suo paese aggredito dalla Russia, Vladimir Putin ha posto le sue condizioni per sospendere la guerra. “Non appena Kyiv (...) inizierà il ritiro effettivo delle truppe” dalle regioni di Donetsk, Luhansk, Kherson et Zaporizhzhia “e annuncerà l’abbandono del suo progetto di adesione alla Nato, daremo immediatamente, nello stesso minuto, l’ordine di cessare il fuoco e avviare negoziati”. Il presidente russo ha tenuto a precisare altre tre condizioni. L’Ucraina deve cedere tutti i territori amministrativi delle quattro regioni (oltre alla Crimea), anche quelli che sono sotto il suo controllo dopo aver ricacciato le truppe russe (come la riva destra del Dnipro a Kherson). Inoltre, “le nuove realtà territoriali devono essere riconosciute” dalla comunità internazionale. Infine, Putin vuole “la cancellazione di tutte le sanzioni occidentali contro la Russia”. Se l’Ucraina e le capitali occidentali rifiuteranno, “avranno la responsabilità politica e morale dell continuo bagno di sangue”, ha detto Putin. Kyiv ha immediatamente rigettato la falsa offerta. “Hitler faceva la stessa cosa quando diceva ‘datemi una parte della Cecoslovacchia e la finiamo qui’. Ma no, sono menzogne”, ha detto Zelensky. “Questa non è una proposta fatta in buona fede”, ha spiegato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, sottolineando che Putin pretende più territorio di quello che è riuscito a conquistare con le armi. “Gli obiettivi della Russia non sono cambiati di un millimetro”, dice al Foglio un diplomatico dell’Unione europea: “L’obiettivo rimane catturare Kyiv e sostituire Zelensky con un regime fantoccio”.
Il Summit sulla pace in Ucraina che si apre oggi vicino a Lucerna potrebbe essere all’origine del bluff di Putin. Nonostante gli intensi sforzi di Mosca di sabotare l’evento, è prevista la partecipazione a livello politico di una novantina di paesi, compresi alcuni pesi massimi del Sud Globale. Per l’Ucraina e l’Ue, che hanno chiesto alla Svizzera di attivare tutti i canali, è un segnale importante. Dopo due anni e quattro mesi di guerra, il resto del mondo sembrava ormai sempre più distratto, con l’attenzione spostata su Gaza. I negoziatori svizzeri hanno messo insieme una dichiarazione finale che insiste soprattutto sull’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina, oltre che su altri punti come lo scambio di prigionieri, la restituzione dei bambini ucraini deportati, la sicurezza nucleare, la libertà di navigazione nel Mar Nero. Integrità territoriale e sovranità sono due elementi essenziali della Carta delle Nazioni Unite e toccano ancora una corda nel resto del mondo, dall’Asia dove la Cina si comporta da padrone nel Mar meridionale cinese, all’Africa dove i confini post coloniali sono stati disegnati in modo artificiale. Ai paesi del Sud Globale stanchi della guerra ucraina e che insistono sul cessate il fuoco, gli europei spiegheranno che sarebbe il modo migliore per permettere alla Russia di riamarsi e tornare all’attacco per prendersi un’altra fetta dell’Ucraina. Lucerna non è una conferenza di pace tra le due parti in guerra. Il summit vuole essere la prima tappa per raccogliere il massimo consenso possibile a livello internazionale attorno ai princìpi di una pace giusta per l’Ucraina, a partire da integrità territoriale e sovranità. Sarà questa la base della dichiarazione finale, che dovrebbe servire poi a lavorare per eventuali negoziati tra Ucraina e Russia. “Nessuno si illude che Putin oggi voglia negoziare”, ammette un funzionario dell’Ue. Ma la presenza a Lucerna dell’Arabia Saudita è considerata importante per il potenziale ruolo di mediatore e di ospite di un secondo Summit.
La grande assente a Lucerna è la Cina. L’Ue aveva sperato di convincere Xi Jinping a inviare almeno il suo ministro degli Esteri. Dopo il viaggio di Putin a Pechino in maggio, la Cina ha annunciato il boicottaggio. La decisione di Xi di sostenere sempre più la Russia nella guerra di aggressione contro l’Ucraina sta spingendo gli occidentali, e in particolare gli europei, a essere un po’ più duri con Pechino. Un segnale è arrivato dal G7. “Il sostegno in corso della Cina per la base industriale di difesa della Russia ha implicazioni di sicurezza ampie e significative”, dice la bozza del G7. Gli Stati Uniti e l’Ue nei prossimo giorni dovrebbero sanzionare altre imprese cinesi che permettono alla Russia di eludere le loro sanzioni.