Andare per prati

Trump delira su squali e barche, ma certo, il rimbambito è Biden

Paola Peduzzi

L’età di Biden è giustamente un tema della campagna elettorale americana. Ha un che di bizzarro però che i deliri dell'ex presidente siano invece considerati normali, parte del personaggio

I candidati alle elezioni presidenziali americane di novembre sono due ottantenni – Donald Trump ha compiuto 78 anni, l’attuale presidente Joe Biden ha 82 anni – e questa non è mai stata una buona notizia né per la campagna elettorale (una fotocopia del 2020) né per l’immagine che proietta l’America, una democrazia che non è in grado di rigenerare la sua classe dirigente e che parla più del passato che del futuro. Le ragioni di  questa elezione mummificata sono tante e sono state ampiamente sviscerate quando si sono delineate le candidature, ma poi si è creato un equivoco: la prestanza fisica, se così si può dire, di Trump, almeno se paragonata a quella di Biden, e la retorica che accompagna il cosiddetto uomo forte hanno fatto sì che il vecchio sia soltanto Biden.

E’ il presidente che cade da fermo dalla bicicletta, che inciampa sui gradini dell’Air Force One, che si dimentica le date e le parole, che confonde paesi e leader, che parla sottovoce e in modo incomprensibile, che si siede quando non deve, che si addormenta agli incontri, che ha lo sguardo spaesato e il sorriso fisso di chi non ha consapevolezza di quel che gli accade intorno, che “va per prati”, secondo il titolone di ieri di un quotidiano italiano.

L’età di Biden è un tema da prima pagina non soltanto in Italia per ragioni ovvie ma anche a causa dell’insistenza ossessiva con cui i media conservatori ne parlano e ne discutono, rimandando clip tagliate ad arte – come Biden al G7 in Puglia che si stacca dal gruppo e sembra che vaghi per il prato parlando da solo, quando fuori dall’inquadratura c’è l’interlocutore cui si stava rivolgendo – e inventando nomignoli sul presidente rimbambito. Non è un mistero che anche lo staff della Casa Bianca affronti la questione con seria preoccupazione, come è normale che sia, ma ha un che di bizzarro il fatto che i deliri di Trump siano invece considerati normali, nel personaggio, di certo non da occupare spazi nelle prime pagine.

L’ultimo esempio di questi deliri riguarda gli squali. A Las Vegas, domenica scorsa, durante un comizio trumpiano il teleprompter ha avuto dei problemi e così l’ex presidente candidato a novembre ha dovuto improvvisare. Prima si è dedicato a mimare un eventuale Biden senza teleprompter, poi ha iniziato a ripetere quel che aveva già detto sui paesi di tutto il mondo che aprono le loro prigioni e riversano galeotti in America, e scandendo ogni pensiero, per così dire, con “questo paese è nei guai”, è arrivato fino agli squali. L’origine del ragionamento, si fa per dire, era l’obbrobrio bideniano di voler imporre le auto elettriche agli americani, ma vale anche per le barche e Trump si è messo a raccontare una conversazione con un costruttore di barche, “a fantastic guy”, che si era lamentato dei costi delle batterie e del fatto che le batterie durano troppo poco e per le barche è un problema. Poi ha detto: “Ti faccio una domanda, e lui mi ha detto: nessuno mi ha mai fatto questa domanda. Credo che sia per via del Mit, per il mio rapporto con il Mit. Molto intelligente questa domanda, continua lui – io dico: cosa accadrebbe se la barca affondasse a causa del  peso della batteria e tu fossi sulla barca, e tu hai questa batteria tremendamente potente ma la batteria ora è sott’acqua, e c’è uno squalo che è a circa 10 metri. A proposito, un sacco di attacchi di squali ultimamente. Avete notato? Un sacco di squali. Ho visto un ragazzo che li giustificava oggi. ‘Be’, non erano davvero così arrabbiati. Hanno staccato a morsi la gamba di una giovane ma non avevano fame,  hanno frainteso chi fosse’. Questa gente è pazza. Ha detto: ‘Non c’è nessun problema  con gli squali. Semplicemente non capiscono che c’è una giovane donna che nuota’.  Ora, è stata davvero fatta a pezzi, e anche altre persone, un sacco di attacchi di squali. Insomma ho detto: c’è uno squalo a 10 metri dalla barca, 10 metri, qui. Resto fulminato se la barca affonda, l’acqua va sopra la batteria, la barca affonda? Rimango sopra la barca e vengo fulminato, o salto sopra lo squalo e non vengo fulminato? E vi dirò, non sapeva la risposta. Ha detto: ‘Sai, nessuno mi ha mai fatto quella domanda’. Ho detto. penso che sia una buona domanda. Penso che ci sia un sacco di corrente elettrica che passa attraverso quell’acqua. Ma sai cosa farei se ci fosse uno squalo o venissi fulminato? Prendo la scossa tutta la vita. Non mi avvicino allo squalo. Ma noi metteremo fine a questa cosa”.

Ora, gran parte delle cose dette sulle barche elettriche e sul pericolo di rimanere fulminati sono false, così come è nota la paura di Trump per gli squali – ce lo ha raccontato Stormy Daniels, la pornostar zittita con soldi maldocumentati per cui Trump è stato condannato nel processo a New York, perché durante un loro incontro in tv davano una trasmissione sugli squali e l’allora non ancora presidente le aveva detto che gli squali dovrebbero morire tutti. Ma la domanda è: perché Biden si mangia le parole ed è considerato demente (“rimbamBiden”, sempre secondo un quotidiano italiano) mentre Trump che delira parlando di barche e squali a un comizio in una zona desertica  è “il solito Trump”, e si passa oltre? Tom Nichols sull’Atlantic ha dato tre risposte: il suo pubblico è abituato a lui e gli va bene così; il suo staff dice che le divagazioni servono  a corroborare politiche serie come la lotta alle batterie; è diventato, anche per i media,  elitario e isterico interrogarsi sullo stato di salute di Trump: lui sa parlare al popolo, siamo noi che non ne comprendiamo l’efficacia. Salvo poi trovarsi un presidente che biascica ma combatte i regimi e fa andare l’economia a bomba, e un ex presidente che con i suoi deliri da uomo forte porta i suoi seguaci ad assalire il Campidoglio.
 

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi