Al voto
Gli amici di Ciotti, la gauche radicale, gli epurati. Chi si candida alle legislative lampo in Francia
È scaduto il termine per presentare le liste dei candidati alle prossime elezioni: Macron punta sul voto utile presentando 498 candidati sulle complessive 577 circoscrizioni, Mélenchon ne ha invece presentato uno per seggio (alcuni controversi). E ci sono ancora spaccature nei Repubblicani
Parigi. Domenica alle 18 è scaduto il termine per presentare la lista dei candidati alle elezioni legislative francesi anticipate, che si terranno i prossimi 30 giugno (primo turno) e 7 luglio (secondo turno). Sarà una campagna lampo per conquistare le 577 circoscrizioni in cui è suddiviso il territorio elettorale francese, al termine della quale si saprà se la scommessa di sciogliere l’Assemblea nazionale del presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, susciterà un sussulto repubblicano anti estremisti o al contrario segnerà l’inizio della fine del macronismo. La maggioranza, Ensemble pour la République, formata da Renaissance, MoDem e Horizons, ha presentato 489 candidati su 577 collegi elettorali secondo la logica del “voto utile” anti Rassemblement national (Rn), il partito di Marine Le Pen e Jordan Bardella, e anti France insoumise (Lfi), la formazione della gauche radicale di Jean-Luc Mélenchon, che guida la coalizione delle sinistre riunita sotto il nome di Nuovo fronte popolare (Nfp).
“In 65 circoscrizioni, abbiamo ritenuto che il voto utile per lottare fin dal primo turno contro gli estremisti fosse altrove, e che bisognasse tendere la mano ad altri rappresentanti politici. È per questo motivo che non abbiamo presentato candidati. Il nostro obiettivo politico resta lo stesso: evitare la vittoria di un candidato dei due blocchi (Lfi e alleati, Rn e alleati), ovunque sia possibile”, si legge nel comunicato di Ensemble pour la République. E ancora: “In linea con la nostra logica di superamento, tenderemo inoltre la mano a quelli che vogliono impegnarsi per il futuro del paese e lottare contro gli estremisti”. Il Nuovo fronte popolare, invece, ha presentato un candidato in ognuna delle 577 circoscrizioni, ma alcuni dei profili selezionati stanno suscitando parecchie inquietudini. Il primo è quello di Aly Diouara, funzionario del comune di Drancy noto per le sue vicinanze all’islam separatista (ha manifestato il suo sostegno all’imam radicale Hassan Iquioussen, espulso dalla Francia per i suoi sermoni antisemiti), presentato dall’Nfp nella circoscrizione della Seine-Saint-Denis. Ossessionato dagli “ebrei”, come emerso da alcuni messaggi su X riesumati dalla stampa parigina, Diouara, durante la campagna elettorale per le europee, ha definito Raphaël Glucksmann, capolista alle europee del Partito socialista, un “candidato sionista”. Nel collegio elettorale di Avignone, la coalizione delle sinistre ha candidato Raphaël Arnault, leader antifa attivo nell’estrema sinistra violenta, schedato “S” dai servizi segreti, ossia inserito nel registro degli individui considerati potenzialmente pericolosi per la sicurezza dello stato. Arnault, portavoce del gruppuscolo Jeune Garde, si è fatto notare dopo i massacri di Hamas del 7 ottobre per aver manifestato la sua “solidarietà” alla “resistenza palestinese”.
Sulla stessa linea, si iscrive Philippe Poutou, leader del Nuovo partito anticapitalista, e candidato unico delle sinistre nell’Aude, nonostante un’inchiesta contro il suo partito per apologia di terrorismo (in un messaggio post 7 ottobre, la formazione di Poutou aveva espresso il suo sostegno al popolo palestinese e “ai mezzi che hanno scelto per resistere”, concludendo con la parola “Intifada!”). A destra, nel campo dei Républicains, il partito gollista, la spaccatura è netta tra chi sostiene il presidente, Éric Ciotti, e chi denuncia la sua alleanza con Rn. I candidati ciottisti che hanno ricevuto la benedizione di Marine Le Pen e Jordan Bardella saranno 62. Questi ultimi, secondo quanto rivelato dal Monde, si sono dichiarati in prefettura con il nome “À droite, les amis d’Éric Ciotti”. La lista, consultata dal Monde, comprende ex sostenitori di Éric Zemmour, presidente del partito sovranista Reconquête, persone vicine all’europarlamentare Marion Maréchal, nipote di Marine Le Pen, vecchie conoscenze dell’ex Ump, ma anche opinionisti di CNews, la rete all-news del magnate bretone e promotore dell’unione delle destre Vincent Bolloré, e un portavoce di Donald Trump in Francia. Tra i candidati figura inoltre l’imprenditore Gérault Verny, che ha finanziato il media identitario e russofilo Frontières (ex Livre Noir), ma anche Guilhem Carayon, candidato nel dipartimento del Tarn, lo stesso del padre Bernard, ex militante del gruppuscolo di estrema destra Groupe Union Défense.
E il Rassemblement national? Nella dodicesima circoscrizione della Gironda, ha candidato Rémy Berthonneau, che tenta in tutti i modi di far dimenticare il suo passato russo (dove ha fatto i suoi studi e lavorato) presentandosi oggi come un putinofilo pentito.
Dalle piazze ai palazzi