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L'ennesima sorpresa

Il ritorno di François Hollande, "padre nobile" della politica francese

Jean-Pierre Darnis

L'ex presidente ha annunciato la sua candidatura alle legislative, benchè i socialisti non siano entusiasti. Assunte le sembianze eroiche dei personaggi di Dumas, torna per contrastare il pericolo di destra. E i macroniani non lo sfidano

Sabato era giorno di mercato a Tulle, una cittadina stretta nella valle del fiume Corrèze, in mezzo a un’aspra campagna a sud del massiccio centrale. L’ex presidente francese, François Hollande, ha scelto il momento del mercato per convocare le televisioni e annunciare, di fronte al grigio panorama dei tetti in ardesia, il suo ritorno in politica con la candidatura alle legislative. Il socialista Hollande riparte dal territorio che lo ha eletto deputato nel 1988 e sindaco nel 2001, il suo feudo elettorale. All’inizio aveva provato a sfidare Jacques Chirac nella vicina circoscrizione di Ussel, ma poi di fronte al radicamento del leader gollista aveva saggiamente optato per il collegio adiacente, il che poi creò una specie di solidarietà fra i due presidenti che traevano legittimità dalla stessa zona rurale. In Francia il radicamento territoriale è funzionale alla carriera politica perché è fonte di legittimità e perché il sistema francese impone di correre in un solo collegio

Il ritorno di Hollande è un’ennesima sorpresa nella Francia dei colpi di scena, iniziati con la decisione del presidente, Emmanuel Macron, di anticipare le elezioni legislative.  Hollande era a Tulle, dove ha sempre mantenuto la residenza, quando Macron ha annunciato la dissoluzione dell’Assemblea nazionale, e ha subito discusso della gravità della situazione con i suoi fedelissimi – fra i quali l’attuale sindaco, Bernard Combes – consapevoli del fatto che, anche in una città di tradizione socialista, il Rassemblement national s’impone come prima forza politica. L’enorme preoccupazione dei responsabili locali è all’origine della candidatura di Hollande, che è apparsa come un rimedio salvifico dell’ultimo momento. Così il sindaco Bernard Combes ha rifiutato l’investitura per le legislative che gli era stata offerta dal Nuovo fronte popolare, l’alleanza delle sinistre in vista delle legislative, per agevolare la candidatura di Hollande. L’apparato socialista nazionale, con alla sua testa Olivier Faure, si è trovato spiazzato, ma non ha potuto fare nulla perché l’ex presidente è stato presentato dalla corrente politica cui questo seggio era strato assegnato. E’ rimasto il fastidio nella nuova guardia della sinistra francese, che pensava di essersi sbarazzata di un leader molto criticato per una politica considerata troppo di destra e per aver permesso l’ascesa di Macron. Ma una volta annusata l’opportunità, il fine tattico Hollande si è messo in moto, coltivando l’immagine del “padre nobile” che ritorna per contrastare il pericolo a destra e contribuire alla nuova alleanza a sinistra, cui aggiunge il suo peso sul versante centrista. 

Fino a pochi giorni fa il destino di Hollande sembrava segnato: era l’ex presidente estromesso da Macron, suo ex pupillo che il 15 novembre del 2016 gli inviò un sms lapidario: “Domani annuncio la mia candidatura”.  Hollande ha vissuto le mosse del suo ex consigliere economico poi promosso ministro dell’Economia come un tradimento, e non si è mai ripreso. La fine poco decorosa della presidenza aveva aveva lasciato l’amaro in bocca, e Hollande aspettava lungo il fiume, paziente. Con il suo azzardo, Macron ha fornito l’occasione a Hollande di ricostruire un capitale politico nella lotta contro il Rn, e di pesare, con la sua esperienza, sulla nuova coalizione di sinistra. I macronisti hanno deciso di non presentare un candidato nella circoscrizione di Hollande: questa scelta viene presentata come una forma di cortesia istituzionale, ma indica soprattutto la volontà di aprire a una cooperazione tra il primo e il secondo turno (30 giugno e 7 luglio) o anche dopo le elezioni. Se vince il Rn, Hollande può svolgere un ruolo autorevole nella futura opposizione parlamentare, coltivando anche il suo profilo in vista delle elezioni del 2027. In caso di maggioranza relativa del Rn, Hollande potrebbe rappresentare uno dei garanti (se non un artefice) di un contratto di legislatura necessario visto che non si potranno sciogliere di nuovo le camere durante il prossimo anno. 
Se riuscisse a farsi eleggere, sarà comunque un successo per Hollande che potrà interpretare un ruolo alla Edmond Dantes, l’eroe del romanzo di Dumas, “Il conte di Montecristo”, che ritorna dal passato per riabilitarsi e vendicarsi. Un altro sopravvissuto osserva questo gioco aspettando il momento opportuno: Nicolas Sarkozy ha rilasciato domenica un’intervista al Journal du Dimanche, settimanale controllato da Bolloré, nel quale distribuisce consigli ai Républicains, per alimentare il desiderio di ricorre a una figura provvidenziale – non sia mai che Sarkozy lasci tutta la ribalta al suo antico avversario Hollande.

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