Kylian Mbappe e Marcus Thuram (AP Photo/Christophe Ena) 

L'editoriale dell'elefantino

Viva i footballos anticonformisti. Modello Mbappé, che sballo!

Giuliano Ferrara

Il capitano dei Bleus, Kylian Mbappé, e l’attaccante Marcus Thuram, figlio del grande Lilian, invitano a votare contro gli estremisti. I francesi se ne infischiano delle opinioni di intellos e footballos. Ma che dei ragazzi di talento gettino la pietra in piccionaia, senza curarsi delle conseguenze, è uno scandalo salutare

Due sani di mente, due ragazzi, nel paese dei matti. Il ministro che ha fatto l’anno scorso la riforma delle pensioni con Macron, Aurélien Rousseau, si candida con il Fronte popolare che vuole abrogare subito la sua riforma. L’astro nascente del riformismo socialista, Raphaël Glucksmann, si mobilita al fianco di quelli che qualche settimana fa volevano menarlo al grido “fuori i sionisti dalla manifestazione per la pace”, tra le bandiere di Hamas, quelli che aveva definito “nemici della democrazia”. Bardella e Le Pen meloneggiano per accreditarsi e si dicono portatori di rinnegamenti di ogni estremismo in nome della tranquillità e dell’ordine, Italia magistra vitae, ma il mondo economico teme un programma da bancarotta e in Europa si sospetta dell’avvento di una politica estera e di difesa sottilmente ispirata dall’invasore russo dell’Ucraina. Prendono con sé qualche bricioletta del gollismo, loro che sono storicamente l’Algérie française e De Gaulle i loro padri e zii lo volevano assassinare.

     
In tutto questo il capitano dei Bleus, Kylian Mbappé, e l’attaccante Marcus Thuram, figlio del grande Lilian, invitano a votare contro le estreme, un occhio al partito di Marine e Jordan, considerato impresentabile, un occhio a Mélenchon, animatore del Fronte, che vorrebbe sfondare elettoralmente nella rete dell’immigrazione islamica e riceve da due campioni della diversità un bel rabbuffo con schiaffetto incorporato. Si dirà che dovevano limitarsi a parlare di calcio. Si dirà che i francesi se ne infischiano delle opinioni di intellos e footballos. Si dirà che sono ricchi e famosi, sono incapaci di cogliere la collera della Francia d’en bas come tutti quelli della cordata odiosa di chi ce l’ha fatta. Si dirà che l’antirazzismo come ideologia correttista, anche quando rivolto contro il Rassemblement national che distingue tra francesi veri e francesi finti, generalmente un po’ colorati, è la dogmatica fastidiosa di quelli che ce l’hanno fatta e detestano i compagni di miseria di ieri. Miseria, e ce n’è, d’accordo, ma in un paese matto e disperatissimo in cui si parla della sesta settimana di ferie pagata e lo stato ultraindebitato e ultradirigista si comporta come una specie di Superbonus strutturale, con la promessa delle estreme politiche di approfondire bene bene il discorso se avranno il consenso demagogico necessario.

   
Non avranno influenza i riformisti o centristi della palla tonda, o almeno niente di determinante, è chiaro. Ma che dei ragazzi di talento indiscusso gettino la pietra in piccionaia è uno scandalo salutare, forse rischiano i fischi dei tifosi politicizzati e in collera citoyenne, oltre l’imbarazzo della Federcalcio nazionale, e appelli di quel genere in conferenza stampa a ridosso degli Europei meritano di essere considerati coraggiosi e anticonformisti. La simbologia è parte delle lotte politiche e civili, le nutre e le giustifica per la via più breve, se vogliamo, come hanno dimostrato gli inginocchiamenti, che si prestarono a equivoci ma erano bellissimi e classicissimi come fonte di ispirazione. Mbappé poi ha un sorriso malizioso e furbo, malin, che giustifica il piede e il tackle e la finta alla Garrincha oltre la dimensione ludica. Il suo appello non è macronista, figuriamoci, ma i macronisti di tutte le sfumature non possono che sottoscriverlo. Per loro che sono alla vigilia di un brusco declassamento e che anche tra gli intellos rischiano un relativo isolamento, il sostegno indiretto di due campioni ventenni, footballos capaci di dire un “no” senza curarsi troppo delle conseguenze, è più di un sostegno, è una bonanza insperata. 
       

  • Giuliano Ferrara Fondatore
  • "Ferrara, Giuliano. Nato a Roma il 7 gennaio del ’52 da genitori iscritti al partito comunista dal ’42, partigiani combattenti senza orgogli luciferini né retoriche combattentistiche. Famiglia di tradizioni liberali per parte di padre, il nonno Mario era un noto avvocato e pubblicista (editorialista del Mondo di Mario Pannunzio e del Corriere della Sera) che difese gli antifascisti davanti al Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.