la Georgia in campo

L'emozione dei georgiani agli Europei e la repressione del governo contro gli “agenti stranieri”

Paola Peduzzi

Ogni giorno c’è un pestaggio di attivisti, considerati “terroristi” da Sogno georgiano, il partito di governo 

 “Questo è un giorno speciale per noi georgiani, sogniamo da sempre di partecipare a un Europeo o a un Mondiale, ed eccoci qui”, mi ha detto Vano Chkhikvadze qualche ora prima dell’esordio della squadra della Georgia agli Europei, contro la Turchia (che ha vinto 3-1). Lo schermo grande montato in giardino, gli amici, le birre, “midi Sakartvelo”, forza Georgia: è tutto pronto, dice Chkhikvadze, che è il capo del Programma di integrazione con l’Unione europea della Civil Society Foundation, un “agente straniero” secondo il governo guidato da Sogno georgiano. Chkhikvadze è rientrato la scorsa settimana da Washington, dove aveva testimoniato davanti alla commissione Helsinki del Congresso americano sullo stato della democrazia in Georgia in seguito all’introduzione della legge d’ispirazione russa contro le ong.

 

 Assieme a lui – davanti alla commissione che promuove i diritti umani, la sicurezza militare ed economica in 57 paesi dell’Europa e dell’Eurasia e che è presieduta dal deputato repubblicano Joe Wilson – c’erano l’ex ambasciatrice georgiana presso l’Ue, Natalie Sabanadze, e l’ex ambasciatore americano a Tbilisi, William Courtney. Chkhikvadze aveva detto che questa legge “cancella del tutto le voci critiche e distrugge la vivace società civile” del paese, che si è costruita negli anni “grazie al sostegno generoso dei partner” occidentali. Al suo ritorno, all’aeroporto di Tbilisi, ad attenderlo all’uscita c’era un giornalista di Imedi tv, organo di propaganda di Sogno georgiano, che gli ha detto: quanto ti hanno pagato per questa testimonianza?, ti paga Soros?, traditore. 

 

La legge sulla “trasparenza delle influenze straniere” – che stabilisce l’obbligo da parte delle organizzazioni che ricevono più del 20 per cento dei finanziamenti dall’estero di autodenunciarsi come agenti stranieri – è stata approvata dal Parlamento, dove Sogno georgiano ha la maggioranza, nonostante il veto messo dalla presidente, Salomé Zourabichvili. Di qui ad agosto, se si lavora in un’organizzazione che riceve più del 20 per cento dei fondi da enti non georgiani, bisogna registrarsi nella lista dei “portatori di interessi stranieri”, altrimenti la multa è di 25 mila lari (8.500 euro) e si viene comunque registrati come agenti stranieri. Da agosto scatteranno altre richieste, multe e pene, ma in questa fase cosiddetta preparatoria continuano i pestaggi e le intimidazioni. La settimana scorsa tre uomini hanno aggredito e picchiato un attivista, Zuka Berdzenishvili, che era stato citato in un comunicato dello speaker del Parlamento, Shalva Papuashvili, tra i “cittadini indignati” che organizzano “campagne del terrore in nome dell’Europa” e che fanno parte di un progetto sovversivo ai danni del governo in cui partecipano tutti quelli che “chiudendo un occhio di fronte all’estremismo politico delle organizzazioni che finanziano, stanno normalizzando il terrore”. Berdzenishvili era accusato, nel comunicato, di aver fatto telefonate offensive ai parlamentari che hanno sostenuto la legge: gli uomini che lo hanno aggredito gli hanno spaccato il naso, tumefatto il viso, e uno gli ha detto: la prossima volta giuro che ti sparo in testa. Lo speaker del Parlamento ha detto di non aver nulla a che fare con i picchiatori – i titushky, che sono protetti dal ministro dell’Interno, Vakhtang Gomelauri, che è anche il capo della polizia e che prima di questo incarico era il capo della sicurezza personale di Bidzina Ivanishvili, l’oligarca che ha creato Sogno georgiano – e ha insistito sul fatto che sta combattendo i terroristi nella società civile. Lo speaker se l’è presa anche direttamente con le “strutture europee”, che non fanno nulla contro “il peggiorare della polarizzazione” e anzi, fingendosi “sordi” e “abituandosi al fatto che i soldi europei siano spesi per le organizzazioni coinvolte nella campagna di odio e di polarizzazione che  fanno male alla Georgia”. I terroristi insomma sono i cittadini georgiani e le istituzioni europee, non i picchiatori del governo. Non è un caso che in questi giorni, l’Fsb russo abbia inserito nella lista dei terroristi “la legione georgiana”, circa 700 uomini che combattono assieme all’esercito ucraino contro l’aggressione russa – a Kyiv, al Maidan, le bandierine che ricordano i caduti georgiani sono insieme a quelle ucraine, e sono tante – e il cui comandante, Mamuka Mamulashvili, è stato di recente avvelenato. 

 

L’ambasciatrice americana a Tbilisi, Robin Dunnigan, ha raccontato quanto è aumentata e accelerata la disinformazione sull’occidente, considerato “il partito della guerra globale”. Gli Stati Uniti hanno imposto alcune sanzioni a esponenti del governo; l’Unione europea denuncia le intimidazioni e dice che questa ostilità compromette il percorso di integrazione europea della Georgia. Il sito di informazione Civil Georgia tiene traccia delle aggressioni e delle intimidazioni a politici dell’opposizione, attivisti e cittadini che hanno partecipato alle manifestazioni contro la legge: ce n’è una al giorno. Il mese di giugno è dedicato al Pride, ma per precauzione non si terranno eventi: si moltiplicano i cartelloni con i volti degli “agenti stranieri” inquadrati in un mirino. In questi giorni, a compensare questo clima di repressione, sui balconi ci sono anche i volti dei giocatori della squadra di calcio della Georgia, orgoglio dei giorni speciali. 

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi