in lussemburgo
Il Mes prova ad aiutare Meloni a ratificare il Mes
La questione della ratifica italiana al centro dell'Eurogruppo che si tiene oggi. Per cambiare la narrazione del governo Meloni sarà presentato un documento che ricalibra gli strumenti a disposizione. Le domande al ministro Giorgetti
Bruxelles. Alla riunione dell’Eurogruppo di oggi, Giancarlo Giorgetti si troverà di fronte a una domanda che lo perseguita in quasi tutti gli incontri europei da quando ha assunto l’incarico di ministro delle Finanze: cosa intende fare il governo per onorare gli impegni assunti dall’Italia e ratificare il trattato di riforma del Meccanismo europeo di stabilità? Sono trascorsi sei mesi da quando la Camera dei deputati ha rigettato la ratifica con i voti decisivi della maggioranza e del M5s. Finisce così anche il periodo che impedisce al Parlamento di votare di nuovo. La questione della ratifica dell’Italia sarà “sollevata” all’Eurogruppo, spiega una fonte dell’Ue. “Ci aspettiamo che il ministro Giorgetti spieghi come vede le cose per il prossimo futuro”. Anche se non subito, gli altri ministri delle Finanze della zona euro sperano che verso la fine dell’anno ci possa essere un altro voto in Parlamento, questa volta positivo. Il Mes intende dare un contributo presentando oggi un documento che potrebbe aiutare il governo Meloni a far cambiare posizione alla maggioranza. Per la prima volta verranno messe nero su bianco ipotesi e idee per usare gli attuali strumenti del fondo salva-stati per aiutare i paesi della zona euro ad affrontare altri choc, oltre alle crisi del debito sovrano o bancarie. Il modello è la linea di credito pandemica, introdotta pochi mesi dopo i lockdown per contenere il Covid-19. Dal cambiamento climatico ai rischi geopolitici, il Mes potrebbe fornire linee di credito per affrontare choc che mettono a rischio la stabilità finanziaria. Il nuovo trattato del Mes non verrebbe toccato. Ma gli strumenti previsti sarebbero aggiustati, andando parzialmente incontro alla richiesta che aveva avanzato Giorgia Meloni di migliorare il Mes.
Il documento con le idee per ricalibrare gli strumenti del Mes sarà presentato alla riunione di oggi del Consiglio dei governatori (i ministri delle Finanze della zona euro), che si terrà a Lussemburgo prima dell’inizio dell'Eurogruppo. Dietro il titolo tecnico (“Revisione complessiva del volume massimo di prestito, dell'adeguatezza del capitale sociale autorizzato e degli strumenti di assistenza finanziaria”) ci sono i dettagli che contano. Il Mes ha una capacità di prestito di 500 miliardi di euro. Circa 78 miliardi sono impegnati con i prestiti a Grecia, Cipro e Spagna, che si stanno riducendo man mano che questi paesi effettuano i rimborsi. Se l’Italia ratificherà il nuovo trattato, altri 68 miliardi del Mes saranno congelati per fornire una rete di sicurezza al Fondo unico di risoluzione delle banche. La capacità di prestito rimanente è di circa 354 miliardi. Il documento avanza delle idee per modernizzare o affinare i sette strumenti del Mes, in particolare le linee di credito. Viene anche affrontato il problema dello “stigma”. Secondo il Mes, la paura dello stigma finanziario è una scusa usata dai politici. In realtà lo stigma è “politico”. I mercati apprezzano la funzione di protezione fornita dal fondo salva-stati. Una delle idee avanzate per superare le reticenze dello stigma politico è quella di introdurre la possibilità di richieste congiunte da parte di un gruppo di paesi a una linea di credito. In questo modo il Mes passerebbe dal ruolo fondo per la risposta emergenziale alle crisi a fondo per prevenire le crisi.
La condizione per modernizzare il Mes, tuttavia, è la ratifica da parte dell’Italia del nuovo trattato. Gran parte degli altri ministri delle Finanze non è disponibile ad aprire un cantiere, anche solo per una riforma minima degli strumenti esistenti, senza una dimostrazione di buona volontà. “Sarà difficile fare progressi su qualsiasi delle raccomandazioni del rapporto (…) in assenza di ratifica del trattato”, spiega la fonte dell’Ue. Del resto, la cosiddetta “Revisione complessiva”, chiesta dal Consiglio dei governatori nel 2022, era stata rinviata proprio in attesa della ratifica italiana. Ma ora non ha più senso aspettare, tanto più che potrebbe aiutare il governo Meloni a cambiare la narrazione sul Mes all’interno della maggioranza e mettere in un angolo la banda dei vecchi “no euro”. Spetta al presidente del Consiglio, oltre a Giorgetti, cogliere l’opportunità. A Bruxelles alcuni sono convinti che sarà un test del futuro posizionamento di Meloni nell’Ue. La ratifica del Mes dimostrerebbe la sua determinazione a giocare strategicamente un ruolo pro europeo e rafforzerebbe la sua credibilità. La mancata ratifica verrebbe letta come una svolta radicale per opporsi all’Europa.