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È allarme

In Canada attacchi a sinagoghe, scuole e ristoranti ebraici

Giulio Meotti

Montreal sembra una città piombata in una Notte dei cristalli multiculturale, il sindaco Valerie Plante si dice "scioccata": il paese ideale di Mordecai Richler e Saul Bellow è travolto da un’ondata choc di antisemitismo

Spari contro la vetrina di un ristorante di cucina israeliana a Montreal, il Falafel Yoni. Il sindaco Valerie Plante si dice “scioccata” dai nuovi atti di violenza contro la comunità ebraica nella città di Mordecai Richler e Saul Bellow. Il ristorante era in un elenco di attività commerciali da boicottare pubblicata dagli antisionisti. Montreal sembra una città piombata in una Notte dei cristalli multiculturali. La scuola Belz presso la sinagoga Young Israel è stata colpita da proiettili. Abdirazak Mahdi Ahmed è stato arrestato per aver sparato alla Yeshiva Gedola. Proiettili hanno colpito anche le porte della scuola vicina alla sinagoga United Talmud. Intanto, alla McGill, l’università di Montreal e la più illustre del paese, è iniziato un camping estivo filo palestinese, pubblicizzato con una immagine di terroristi armati di kalashnikov.
 

Gli ebrei non sono più al sicuro in Canada. Il 19 aprile, anniversario  della rivolta del ghetto di Varsavia, cinque finestre di una sinagoga di Toronto, la Kehillat Shaarei Torah, sono state distrutte. Il 30 aprile, uno studente ebreo di 14 anni, Shaked Tsurkan, è stato picchiato a Fredericton da un compagno di scuola. Il 17 maggio, un gruppo di trecento persone ha accompagnato un ragazzo ebreo a scuola a Toronto. Dal 7 ottobre era vittima di bullismo, gli sono stati lanciati sassi e ha ricevuto minacce di morte da parte dei compagni di scuola. Sempre il 17 maggio, la sinagoga Kehillat Shaarei Torah è stata vandalizzata per la seconda volta in meno di un mese. Questa volta qualcuno ha sfondato le porte di vetro e tutte le finestre. Il 25 maggio sono stati sparati colpi di arma da fuoco contro Bais Chaya Mushka, una scuola  femminile ebraica di Toronto.
 

Alcune ore dopo che cinque proiettili avevano colpito quella scuola ebraica, nel centro di Toronto si è svolta una manifestazione per “Globalizzare l’Intifada”, durante la quale il portavoce di Hamas Abu Obaida ha pronunciato un discorso che diceva: “È jihad, vittoria o martirio”, trasmesso da un altoparlante. Durante una manifestazione di glorificazione del terrore a Vancouver il 27 maggio, un uomo ha incitato una grande folla con canti di “Lunga vita al 7 ottobre”. Il 30 maggio, è stata data alle fiamme la sinagoga Schara Tzedeck di Vancouver. Lo stesso giorno, le foto sui social di un festival all’aperto a Waterloo mostrano un “Kid’s Intifada Corner”. Il 4 giugno, altre due sinagoghe hanno avuto le finestre rotte: Anshei Minsk a Toronto e la  Beth Jacob a Kitchener. Di fronte a questa ondata di attacchi, il premier Justin Trudeau è stato molto laconico. Due interventi su X. Prima 250 caratteri: “Incoraggio chiunque abbia informazioni su questo incidente a condividerle con la polizia di Toronto”. Poi 267 caratteri, 17 in più rispetto alla volta precedente: la cosa si sta facendo seria: “Questo è antisemitismo, puro e semplice e non lo lasceremo vincere”.
 

Nel 1939 il Canada voltò le spalle agli ebrei in fuga dalla Shoah. Trudeau si è scusato così per quella pagina di storia: “Nessuno è di troppo”. Eppure nel 2024, quando si tratta di difendere  gli ebrei, nessuno sembra essere ancora troppo nel migliore dei mondi woke

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.