Jean-Luc Mélenchon, il leader della France Insoumise - foto Ansa

Fronte divisio

In Francia la convivenza a sinistra è straziata dall'antisemitismo insoumis

Mauro Zanon

Non è bastata la firma sul contratto del Nuovo fronte popolare, la coalizione delle sinistre che si presenterà alle prossime elezioni legislative, a cancellare improvvisamente l'odio verso gli ebrei di Jean-Luc Mélenchon e della France Insoumise. Prove di convivenza

Parigi. Quando un mese fa il filosofo liberale Raphaël Enthoven disse su BfmTv che la France insoumise (Lfi) di Jean-Luc Mélenchon, per aver condiviso “ogni sorta di infamia dal 7 ottobre”, diffuso “le fake news di Hamas” e applaudito “gli studenti che impediscono agli ebrei di entrare negli anfiteatri”, è “il primo partito antisemita di Francia”, fu ricoperto di improperi da parti dei membri del partito della gauche radicale francese. “Poiché quello che ha detto è falso, ciò fa di lei il primo bugiardo di Francia. Patetico”, attaccò il deputato Lfi Antoine Léaument. E tra i mélenchonisti furibondi per l’attacco frontale di Enthoven, c’era anche il deputato uscente Aymeric Caron, che a fine maggio ha fatto proiettare all’Assemblea nazionale un documentario sulla vita nella Striscia di Gaza, a senso unico contro Israele. “A che titolo viene intervistato? Non è un funzionario eletto, non è un portavoce di partito, non è uno specialista di politica o geopolitica, non sa nulla di diritto internazionale. È un insegnante di filosofia. E un sostenitore incondizionato di Israele, che ritiene che i bambini uccisi a Gaza sia meno importanti di quelli uccisi in Israele”, commentò Caron. Ma ieri, quest’ultimo, ha dato ragione a chi come Enthoven e altre personalità di spicco del mondo intellettuale francese, tra i quali Pascal Brukner, mettono in guardia dallo scorso 7 ottobre sul virus antisemita della France insoumise.
 

All’indomani dello stupro di una ragazzina ebrea di 12 anni a Courbevoie (Hauts-de-Seine) da parte di tre adolescenti, tra cui il suo ex ragazzo, Caron ha minimizzato in un messaggio su X l’accaduto, postando un altro fatto di cronaca avvenuto il 19 giugno: una donna incinta di origini rom uccisa con un colpo di fucile. “Nessuno parla di questo crimine razzista. Nessun ‘dibattito’ sulle reti all news”, ha commentato Caron. Come a dire: si parla solo e sempre dei fatti di cronaca con movente antisemita e mai del resto. “Una ragazzina è stata stuprata e nel frattempo alcuni ritengono opportuno accendere i fuochi della concorrenza vittimista in modalità ‘si parla solo di loro’. Marginale, dicono!”, ha reagito indignata la rabbina e scrittrice francese Delphine Horvilleur, puntando il dito contro Caron e facendo riferimento alla frase di Mélenchon di due settimane fa secondo cui, “nonostante quello che afferma la propaganda ufficiale, l’antisemitismo è marginale in Francia”. Anche la madrina del sovranismo d’oltralpe e capogruppo dei deputati del Rassemblement national, Marine Le Pen, ha alzato la voce contro la France insoumise, che fa finta di non vedere la piaga dell’antisemitismo. “L’aggressione antisemita e lo stupro di una ragazzina di 12 anni negli Hauts-de-Seine ci rivoltano. L’esplosione degli atti antisemiti in aumento del 300 per cento rispetto ai primi tre mesi del 2023 dovrebbe allarmare tutti i francesi”, ha commentato la leader di Rn, prima di aggiungere: “La stigmatizzazione degli ebrei da parte dell’estrema sinistra che va avanti da mesi, attraverso la strumentalizzazione del conflitto israelo-palestinese, rappresenta una vera minaccia per la pace civile”.
 

Insomma, non è certo bastata una firma sul contratto del Nuovo fronte popolare, la coalizione delle sinistre che si presenterà alle elezioni legislative dei prossimi 30 giugno e 7 luglio, a cancellare improvvisamente i problemi di antisemitismo di Mélenchon e dei suoi giannizzeri. “Credo che oggi ci siano all’interno di Lfi alcune persone che usano un linguaggio antisemita, lo manipolano, e sono pericolose”, ha attaccato Delphine Horvilleur. Mercoledì, su iniziativa del collettivo Nous Vivrons, centinaia di manifestanti si sono riuniti sul piazzale del Comune di Parigi. Tra i presenti, c’era anche il presidente del Crif (Consiglio rappresentativo delle istituzioni ebraiche in Francia), Yonathan Arfi, che ha manifestato il suo sdegno per il “clima antisemita alimentato dalle provocazioni della France insoumise”. Sul Figaro, il  filosofo e accademico di Francia Alain Finkieklraut si è detto a sua volta preoccupato dall’escalation antisemita provocata dalla France insoumise. “La scommessa dell’antisemitismo ha prodotto i suoi frutti”, ha commentato Finkielkraut, denunciando la campagna “contro Israele” dei mélenchonisti per le elezioni europee: “Senza alcuna vergogna, la France insoumise ha sostituito la bandiera europea con la bandiera palestinese. Speravo che la monomania della France insoumise sarebbe stata punita nelle urne. Ma non è successo”.