Eugene Hertnier/Suspilne Ukraine/JSC "UA:PBC"/Global Images Ukraine via Getty Images 

reportage

La maturità a Kharkiv. La città si è difesa, oggi festeggia come ama fare: con la musica

Cecilia Sala

Alla cerimonia dei diplomi nel grosso bunker sotto il teatro dell’Opera si fa silenzio per i morti e si festeggia la vita che è tornata. Il sindaco ci dice: “Prima 17 bombe a settimana, ora con le armi americane sono due”

Kharkiv, dalla nostra inviata. La festa della maturità quest’anno a Kharkiv si tiene in un grosso bunker sotto il teatro dell’Opera. Ci sono trenta file di studenti seduti, sul palco c’è un diciassettenne tracagnotto con la giacca di velluto a coste che si sta prendendo qualche minuto in più di quelli previsti per il suo discorso. Anche lui, come tutti quelli che hanno soltanto degli otto – il voto massimo – in pagella, ha appena ricevuto una medaglia dal sindaco. “Anche se non sono un tipo pratico con il fisico allenato e non mi ci vedo come incursore, so che la matematica serve a tutto, quindi immagino di poter fare qualcosa di utile anch’io, per noi, finché questa invasione ci perseguiterà”.

 

Il diciassettenne si chiama Vasyl e viene dal liceo numero 175, il sindaco Ihor Terekhov lo conosce bene, lo ha già premiato due volte quando ha vinto le olimpiadi ucraine di matematica quest’anno e quando ha vinto quelle di fisica l’anno scorso. La festa della maturità dei liceali di Kharkiv comincia con un minuto di silenzio per i soldati che sono morti difendendo la città dal primo tentativo di catturarla due anni fa e dalla nuova avanzata più piccola cominciata il 10 maggio – alcuni di loro erano i papà degli adolescenti dentro questo stanzone e durante il minuto di silenzio qualche mamma singhiozza.

  

Eugene Hertnier/Suspilne Ukraine/JSC "UA:PBC"/Global Images Ukraine via Getty Images 
  

Fino al giugno del 2022 la cerimonia di fine anno si teneva nel grande teatro, da due anni si è spostata al piano di sotto per sicurezza. “I bombardamenti contro l’area urbana nell’ultima settimana sono stati due, nella settimana precedente sono stati due, invece a maggio erano diciassette alla settimana, che è una bella differenza”, dice al Foglio il sindaco, che ha notato un cambiamento da quando gli americani e gli europei hanno autorizzato l’esercito ucraino a colpire oltre il confine, a mezz’ora di auto andando verso nord dal teatro dove siamo. Questa vicinanza alla Russia significa che a Kharkiv, a differenza che a Kyiv oppure a Odessa, quando sparano un missile il tempo che hai per correre in cantina è meno di un minuto. L’aviazione di Putin però ad aprile aveva cominciato a conservare i missili e a usare un sistema più economico per distruggere pezzi di città: le bombe plananti, vecchi ordigni sovietici con un paio di ali attaccate sul dorso. Grazie a questo sistema di volo, gli aerei russi possono lanciare le bombe da lontano senza uscire dallo spazio aereo del loro paese, dove fino a due settimane fa si muovevano indisturbati. “Per questo a Kharkiv era così importante poter fermare i militari di Putin a casa loro, perché qui l’esercito russo non ha bisogno di oltrepassare il confine per farci molto male”.

 

Putin ad aprile aveva preannunciato una nuova invasione del nord-est dell’Ucraina, che era stato liberato per intero dalle controffensive di successo di Kyiv, per creare una “zona cuscinetto” di fronte alla regione russa di Belgorod. La zona cuscinetto sarebbe servita anche a piazzare l’artiglieria di Mosca più in avanti, in modo da avere la città di nuovo sotto il tiro dei cannoni, perché le bombe plananti contro i centri commerciali e le tipografie del mese scorso hanno rivelato la strategia russa per la seconda città più grande d’Ucraina: se non sei mia non sarai di nessuno. Se non possiamo prenderti, allora vogliamo spopolarti. “Invece siamo un milione e trecentomila, e siamo di nuovo qui”, dice il sindaco, che quest’anno ha visto tornare un po’ di traffico all’ora in cui si va in ufficio e si portano i bambini a scuola perché gli abitanti sono quadruplicati rispetto al momento peggiore, due anni fa.

 

Entrando da via Dynamo nel parco cittadino grande centotrenta ettari, adesso che le scuole sono chiuse per le vacanze ma i genitori non sono ancora in ferie, è pieno di bambini – la generazione che ha fatto un pezzo di elementari chiusa in casa per la pandemia e l’altro nel grande bunker che è la metropolitana per le bombe – accompagnati dai nonni a fare i picnic anche di giovedì. A Kharkiv si può di nuovo andare a sentire l’opera a teatro e hanno riaperto le discoteche, dove si va alle diciannove per avere tempo di ballare prima del coprifuoco. Oggi è la festa della musica, un’iniziativa globale in cui si suona in strada e nei parchi e che qui ha un significato politico: la prima volta che la città ha partecipato con il suo festival diffuso è stato nel momento in cui il paese ha allontanato Vladimir Putin con una rivoluzione, nel 2014 dopo Euromaidan. A Kharkiv oggi sono in programma ventiquattro concerti e dj set all’aperto.

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