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confronti televisivi e non

Previsioni e scommesse sul primo dibattito tra Biden e Trump

Marco Bardazzi

Giovedì sera è previsto, negli studi della Cnn ad Atlanta, il confronto televisivo tra l'attuale presidente americano e il suo predecessore. Strategie comunicative, performance e "cavalli di battaglia". E la sfida sarà anche sui social

Il momento della possibile svolta nella corsa alla Casa Bianca è arrivato. Giovedì sera (le prime ore di venerdì in Italia), il presidente Joe Biden e il suo predecessore e aspirante successore Donald Trump si ritrovano sul palco di un dibattito presidenziale, per un confronto che ci dirà moltissimo sui prossimi quattro mesi di campagna elettorale. Sarà la prima volta che Biden e Trump si incontrano e si trovano insieme in una stessa sala dall’ottobre 2020, quando hanno partecipato al loro ultimo confronto prima delle elezioni vinte da Biden. Sarà anche la prima volta in quattro anni che entrambi partecipano a un dibattito presidenziale, perché Trump non ha preso parte ad alcun confronto tv durante le primarie repubblicane e Biden non ne ha avuto bisogno perché non aveva avversari per la nomination. E’ anche la prima volta che un dibattito avviene prima ancora delle convention dei due partiti, di solito i tre dibattiti presidenziali avvengono tra settembre e ottobre: quest’anno ce ne saranno solo due, il prossimo a settembre. A ospitarlo sarà la Cnn nel proprio quartier generale ad Atlanta. I moderatori sono Jake Tapper e Dana Bash, due tra i giornalisti più esperti del network. 

Il dibattito durerà 90 minuti e prevede tre novità importanti rispetto al passato. Ci saranno due interruzioni pubblicitarie, durante le quali Trump e Biden dovranno restare sul palco e non parlare con nessuno dei loro team; non ci sarà pubblico in sala, quindi niente applausi, grida o incoraggiamenti; quando un candidato parla, il microfono dell’avversario sarà spento. 
Biden si è ritirato in questi giorni con i collaboratori a Camp David, sui monti del Maryland. Una sorta di ritiro prepartita per riposarsi e studiare strategie e temi da usare nel dibattito. A guidare la sua preparazione è Ron Klain, ex capo dello staff alla Casa Bianca, un fedelissimo che insieme a Mike Donilon fa parte del cerchio magico del presidente in trasferta in Maryland. Bob Bauer, l’avvocato di Biden, come quattro anni fa si è prestato a fare la parte di Trump nelle simulazioni. 

L’avversario come al solito ha scelto una strategia diversa, poche sessioni formali e apparentemente nessuna simulazione di dibattito. L’ex presidente ha invece preso parte a briefing informali nella villa di Mar-a-Lago con alcuni esponenti repubblicani chiamati a discutere con lui i temi politici più caldi. Un paio di loro, i senatori J.D. Vance e Marco Rubio, sono anche in cima alla lista dei possibili vicepresidenti su cui Trump potrebbe fare una scelta a sorpresa proprio in occasione del dibattito. 
Come accade sempre con i confronti presidenziali, ma ancora di più stavolta che sul palco si presentano i due candidati più anziani della storia, più che gli argomenti discussi sarà importante tenere d’occhio le performance. Biden deve dimostrare di essere lucido, in grado di stare al comando, serio e presidenziale, ma pronto a reagire anche con aggressività alle provocazioni. Trump deve frenare gli scatti d’ira e non cadere nella trappola dell’avversario, che farà di tutto per mostrarlo al paese come una scelta pericolosa, un irresponsabile che non deve tornare alla Casa Bianca.
Quanto ai temi più importanti da monitorare, il presidente deve riuscire a parlare di economia sintonizzandosi con l’americano comune, che si lamenta dell’aumento dei prezzi del 20 per cento durante la sua presidenza. Deve parlare d’immigrazione mostrando una certa linea dura, per contrastare l’idea che nel paese sia in corso un’invasione di illegali. Deve parlare di aborto promettendo alle donne, il suo elettorato più importante, che restituirà loro la libertà che i repubblicani hanno tolto. Deve parlare di Ucraina, Gaza e Cina trasmettendo l’immagine di un’America forte e di uno scenario che, senza il suo intervento, sarebbe stato assai peggiore. 

Trump invece andrà all’attacco sull’economia accusando Biden di aver rovinato gli americani e proponendo tagli fiscali, protezione della produzione Made in Usa e tassazione al 10 per cento su tutte le importazioni. Ci saranno molti affondi sull’immigrazione, sosterrà che è fuori controllo e proporrà programmi di deportazione degli immigrati clandestini. Dirà che l’America è diventata lo zimbello del mondo, che Biden è un incapace non più rispettato dalla comunità internazionale e che una sua nuova presidenza riporterà ordine. 
Alla fine dei novanta minuti di dibattito, potremmo uscire con la sensazione che sia stato il confronto presidenziale più noioso della storia. La formula scelta tiene imbrigliati i due candidati e l’assenza di pubblico renderà tutto poco avvincente. Ovviamente però c’è l’incognita di cosa può fare Trump, sempre pronto a sorprendere, e c’è un Biden che potrebbe avere un crollo fisico o all’opposto uno dei suoi scatti d’ira come quattro anni fa quando l’avversario lo interrompeva: “Vuoi chiudere una buona volta quella bocca?”
A differenza del passato, però, oggi il dibattito avviene in un ecosistema dei media nuovo. Circa 60-70 milioni di americani lo vedranno in diretta, ma decine di altri milioni lo vedranno poi per giorni spezzettato e frammentato in una infinità di clip, reel su Instagram, video su TikTok, dove una pausa, un’esitazione, una parola sbagliata verranno riproposti all’infinità per attaccare l’avversario. 
Aspettiamoci quindi un primo verdetto degli osservatori, seguito però da analisi che richiederanno qualche giorno per essere complete e credibili. Poi toccherà ai sondaggi dirci qualcosa di più. 

Tratto dalla newsletter “Sotto il cielo d’America”, distribuita ogni martedì: iscrizioni gratuite sul sito del Foglio

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