(foto EPA)

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I sondaggi che preoccupano Macron e una domanda alla vigilia del voto

Mauro Zanon

Le rilevazioni danno il Rassemblement national attorno al 34 per cento. Ma il dato che inquieta maggiormente il presidente francese è che le proiezioni si avvicinano gradualmente alla maggioranza assoluta dei 289 deputati, inclusi gli esponenti del neoalleato gollista Éric Ciotti

Parigi. Il “sondaggio choc”, lo definisce la stampa parigina. E’ quello di Toluna Harris Interactive per Rtl, che dà il Rassemblement national (Rn) di Marine Le Pen e Jordan Bardella al 34 per cento delle intenzioni di voto in vista delle elezioni legislative dei prossimi 30 giugno (primo turno) e 7 luglio (secondo turno). In termini di seggi, ciò significherebbe tra i 230 e i 270 deputati per il partito della destra sovranista all’Assemblea nazionale, la Camera bassa del Parlamento francese. Ma il dato che preoccupa maggiormente il presidente Emmanuel Macron e i suoi alleati è che le proiezioni si avvicinano gradualmente alla maggioranza assoluta dei 289 deputati se si includono i 20-35 deputati del neoalleato gollista Éric Ciotti (al 3 per cento).

 

Alla viglia del voto, si respira un clima di pessimismo nei ranghi della maggioranza presidenziale, che secondo tutti i sondaggi fatica a superare il 20 per cento delle intenzioni di voto. Ad avvelenare l’atmosfera pre voto è l’intervista che Marine Le Pen ha dato al quotidiano Le Télégramme, in cui ha affermato che il titolo di “capo delle forze armate” del presidente Macron è soltanto “onorifico”, e che se Bardella sarà nominato primo ministro, dunque, secondo gli articoli 20 e 21 della Costituzione, anche “responsabile della difesa nazionale”, bloccherà un eventuale invio delle truppe sul suolo ucraino. In più, i dirigenti di Rn sostengono che in caso di ascesa al governo spetta a loro la nomina del futuro commissario europeo in quota francese. “Ma che arroganza!”, ha commentato Macron nella notte tra giovedì e venerdì a margine del Consiglio europeo a Bruxelles. “Si sono già spartiti tutti gli incarichi. Ora non si dovrebbe nemmeno andare a votare”, ha ironizzato l’inquilino dell’Eliseo, prima di aggiungere: “Chi sono per spiegarci cosa dovrebbe essere la Costituzione?”.

 

Il presidente francese ha voluto anche denunciare le frasi del deputato uscente Rn Roger Chudeau, che ha preso come esempio l’ex ministra dell’Istruzione franco-marocchina Najat Vallaud-Belkacem per dire che nei ministeri, in caso di vittoria sovranista, non ci sarà spazio per i cittadini con la doppia nazionalità. “E’ una dissoluzione delle menti e delle coscienze”, “un profondo tradimento di ciò che è la Francia”, ha reagito Macron, che lunedì, intervistato da Matthieu Stefani, creatore del podcast Génération do it yourself, aveva già alzato i toni dichiarando che l’eventuale ascesa degli estremisti, sia di destra che di sinistra, porterebbe alla “guerra civile”. Stando a un altro sondaggio di Harris Interactive, il 65 per cento dei francesi è pronto a recarsi alle urne in vista di un primo turno che, secondo il data analyst Marc Vanguard, potrebbe produrre un numero record di triangolari in vista del secondo (tra i 180 e i 300). C’è la percezione generale di essere di fronte a un momento cerniera della storia della Quinta Repubblica, e tutti si fanno questa domanda: sussulto repubblicano o salto verso l’ignoto?.

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