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Le scelte impossibili

Antisemitismi o matrici fasciste? L'altro grande guaio delle elezioni francesi

Sergio Soave

I ballottaggi del prossimo 7 luglio porranno dilemmi non semplici a molti elettori, soprattutto a quelli ebrei che in Francia sono una quota significativa. Chi scegliere tra una sinistra guidata da un anti-israeliano e una destra che fa fatica a nascondere il suo passato?

Le votazioni del ballottaggio francesi porranno dilemmi non semplici a molti elettori ed è per questo che è davvero difficile fare previsioni. Per esempio gli ebrei, che in Francia sono quasi mezzo milione e quindi rappresentano una quota elettorale significativa, dovranno scegliere tra una sinistra guidata da un anti-israeliano come Jean-Luc Mèlenchon (definito pochi giorni fa dallo stesso presidente Emanuel Macron come un antisemita impenitente e un pericolo mortale per la democrazie l’economia francesi) e un Front national che fatica a nascondere le sue ascendenze di tipo fascista. Non sarà facile decidere, anche perché l’antisemitismo non è una novità nella gauche, tanto che è a questa che si riferiva Carlo Marx quando scrisse che l’antisemitismo è “il socialismo degli imbecilli”.
 

In seguito la sinistra, proprio quella del fronte popolare, si emendò, scegliendo come leader Leon Blum, di origini ebraiche. Anche questo ha spinto molti ebrei francesi a sostenere e a militare a sinistra, ma ora è chiaro che si pongano domande laceranti. Quella ebraica, ovviamente, non è la sola area in cui la scelta nei ballottaggi si presenta complessa. Già dai risultati del primo turno si vede un fenomeno, simile a quello italiano, in cui la sinistra primeggia nei grandi centri, mentre soccombe nelle aree rurali e nelle cittadine minori, i ceti urbani più abbienti e acculturati votano a sinistra, la Francia sommersa e popolare a destra. Gli accordi di desinenza, in una situazione così fluida, rischiano di non esercitare un’influenza effettiva su tutto l’elettorato delle formazioni intermedie uscite sconfitte al primo turno.
 

La polarizzazione dominata dalle estrema è un fenomeno non solo francese, ma in una Francia che ha visto deperire rapidamente le tradizionali roccaforti del socialismo e del gollismo, che erano state tanto a lungo protagoniste del bipolarismo e dell’alternanza, crea un rischio sistemico di instabilità e di tensione che produce incertezze nell’elettorato moderato, sia quello di orientamento progressista sia quello più conservatore. Anche questo rende appassionante e rilevate per tutta l’Europa la sfida dei ballottaggi francesi.