Sconfiggere il terrorismo secondo Xi e Putin, ad Astana per la Sco
Ieri il leader cinese è arrivato in Kazakistan e fra i temi in cima all'agenda c'è la lotta al terrorismo, un tema controverso tra gli stessi partecipanti della Shanghai Cooperation Organization. Le giustificazioni in Xinjiang e i problemi della Russia (e non solo) dell'Isis in Tagikistan
In occasione della Shanghai Cooperation Organization (Sco), ieri il leader cinese Xi Jinping è arrivato ad Astana, in Kazakistan: oggi, prima del vertice, si terranno colloqui bilaterali, tra gli altri, tra Xi e il presidente russo Vladimir Putin e tra Putin e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Il Kazakistan è un partner chiave e ha un’importanza simbolica per Pechino, qui è dove è stato lanciato per la prima volta nel 2013 il piano strategico della Via della seta, e i colloqui saranno quindi incentrati su investimenti e relazioni commerciali. Ma non solo: per Pechino e Mosca, che hanno creato l’organizzazione nel 2001, la Sco è l’ennesima alternativa a un “mondo multipolare” e fra i temi in cima all’agenda di Astana c’è la lotta al terrorismo. Xi le chiama “tre forze del male”, terrorismo, separatismo ed estremismo, e in Asia centrale, dove queste tre forze sono più radicate, è fondamentale far passare il messaggio di “tolleranza zero”, soprattutto dopo i recenti attentati in Russia, in Daghestan, e al Crocus City Hall di Mosca. Vladimir Putin ha un problema con il terrorismo – i paesi dell’Asia centrale, in particolare il Tagikistan, sono diventati una regione chiave per il reclutamento di nuovi membri dello Stato islamico – che però continua a negare, e utilizza il termine soltanto per giustificare le sue politiche, come quando ha accusato l’Ucraina dopo l’attentato al Crocus City Hall. Lo stesso fa Xi Jinping che quando cita le “forze del male” si riferisce sempre alla stessa regione, il Xinjiang, dove con la scusa del terrorismo da anni vìola sistematicamente i diritti della minoranza turcofona uigura.
Il tema è controverso tra gli stessi partecipanti della Sco, poiché la Turchia – che non è membro ma partecipa alle riunioni come “partner di dialogo” – è il primo paese a offrire rifugio agli uiguri in fuga dallo Xinjiang, e in Asia centrale, soprattutto in Kazakistan, vivono grandissime comunità uigure. Anche in Tagikistan non è chiaro quali siano i progetti del summit in materia di terrorismo: è la seconda tappa di Xi dopo Astana, e pur essendo l’unico dei cinque paesi dell’Asia centrale a non essere turcofono, è anche quello su cui Pechino ha investito di meno. Ora Xi vuole portare le relazioni tra i due paesi “a un nuovo livello”, aiutare il Tagikistan in materia di sicurezza, che però è fuori controllo e non minaccia solo la Russia: soltanto il mese scorso sono stati arrestati negli Stati Uniti otto cittadini tagiki ritenuti affiliati all’Isis.
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