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Républicains tendenza Ciotti

L'identikit dell'elettore del Rassemblement national

Jean-Pierre Darnis

Chi è che promuove Jordan Bardella e Marine Le Pen? Analisi del voto d'oltralpe attraverso stratificazioni storiche e parametri sociologici 

Domenica 30 giugno 10,6 milioni di francesi hanno votato per l’alleanza Rassemblement national (Rn). Il Rn aveva raggiunto questo livello soltanto al secondo turno delle elezioni presidenziali del 2017 e del 2022. Al primo turno delle legislative del 2022, il Rn aveva ottenuto 4,2 milioni di voti: c’è stata una progressione impressionante. Ma chi sono gli elettori che promuovono Jordan Bardella e Marine Le Pen?
Alcune inchieste permettono di delineare alcune tendenze. Prima di tutto, l’elettorato di Rn appare come un conglomerato che non riflette un ceto socio-politico unico. C’è la classe popolare ma anche, soprattutto nella dinamica più recente, la classe media. La sociologia elettorale indica la prevalenza di questo voto nei territori rurali e nei piccoli centri urbani, mentre attecchisce molto meno a Parigi e nelle grandi metropoli.  C’è inoltre una forte componente di pensionati, ma anche di disoccupati. La componente giovanile di quel voto è cresciuta con la leadership di Jordan Bardella. La fascia di età fra i 50 e 60 anni vota al 40 per cento il Rn, un risultato notevole. E la componente maschile è superiore a quella femminile, ma emerge anche la progressione del voto cattolico all’interno di questo elettorato. Infine, che sono le fasce meno agiate, operai o persone in una condizione di precarietà, che scelgono maggiormente di votare Rn. La metà degli elettori del Rn dichiara la propria insoddisfazione complessiva e profonda, un primato fra le varie formazioni politiche.
Il voto per il Rn segue anche alcune stratificazioni storiche. All’origine, negli anni Ottanta, c’era il Front national di Jean-Marie Le Pen che radunava a sé un voto di ultradestra che affondava le radici in un passato fatto di nazionalismo anni Trenta, della rivendicazione dell’Algeria francese, il tutto condito da una buona dose di razzismo e di antisemitismo. Poi negli anni Novanta, con la strategia incarnata da Bruno Megret, si aggiunge un voto populista, che denuncia il “sistema”, rappresentato dai partiti classici, e che intende riunire una forma di qualunquismo francese seducendo il popolo delle partite Iva. Con Marine Le Pen, c’è stata una generalizzazione più blanda di un elettorato attratto anche da una figura femminile meno segnata dal retroterra storico, che denuncia la globalizzazione e si fa interprete di una forma di anti-islamismo. Infine nel ciclo più recente, anche con Jordan Bardella, c’è un’ulteriore crescita dell’elettorato nelle classi medie, con una porosità rispetto all’elettorato della destra classica, quella della tradizione gollista espressa dai Républicains, che giustifica questo passaggio dicendo che il Rn non è più quello dal passato ingombrante, ma anche che vuole provare questa soluzione di governo dopo i fallimenti di tutti partiti.

Il Rn è diventato il partito di quelli che si sentono prigionieri del proprio destino, cioè che non hanno il capitale economico e culturale per trarre beneficio dalla mobilità globalizzata e dalla accelerazione tecnologica. La staticità nel proprio territorio (geografico o sociale) rende ancora più acuta la percezione delle sofferenze che emergono nelle esplosioni sociali, come dimostrato dalla crisi dei gilet gialli oppure nelle recenti manifestazioni dei contadini. Ed è li che le disuguaglianze fra metropoli e territori rurali nell’accesso ai servizi pubblici pesano sul voto, un elemento particolarmente sentito per quanto riguarda le carenze della sanità nazionale francese. La precarietà percepita dall’elettorato del Rn permette anche di comprendere la retorica contro gli stranieri e contro i francesi di origine immigrata: è in atto in Francia un fenomeno paragonabile a quello statunitense, con una reale integrazione dei francesi di origine immigrata, che provoca un sentimento di sconforto, per non dire di gelosia, da parte di chi si sente superato socialmente dai “nuovi francesi”. A  questi fattori va aggiunto il ruolo di alcuni media, come il canale CNews di Bolloré, una specie di Fox News francese, che diffondono un’idea di pericolo anche nelle più pacifiche comunità rurali. 

Il nuovo Rn potrebbe quindi riprendere lo spazio lasciato vuoto dall’implosione della destra tradizionale dopo le presidenziali del 2017. Tra l’altro l’alleanza del gollista Ciotti con il Rn va in questa direzione, come mostra lo stesso Bardella, che insiste nell’apparire come il campione contro la sinistra estrema, omettendo tutto il resto. Il che pone anche la questione dell’evoluzione verso la moderazione di un partito che fino a oggi ha accumulato molte scorie dal passato. Questo elemento potrebbe essere un punto chiave per l’ascesa al potere del Rn che deve allargare il consenso se vuole uscire dalla postura di denuncia per esercitare il potere. 

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