la corsa alla Casa bianca

Biden non molla: "Mi ritirerei solo se me lo chiedesse il Padre eterno"

Marco Bardazzi

In un'intervista televisiva alla Abc, Biden ha provato a frenare il panico che da giorni domina i democratici americani. Ma difficilmente questi 25 minuti di domande e risposte saranno sufficienti a cancellare il ricordo dei disastrosi 90 minuti del dibattito con Trump

Joe Biden ha provato a frenare il panico che da giorni domina i democratici americani, con un’intervista televisiva nella quale ha ribadito che non intende lasciare la campagna elettorale “a meno che non scenda il Padre eterno e me lo chieda”. Ma difficilmente i 25 minuti di domande e risposte della notte scorsa sulla Abc saranno sufficienti a cancellare il ricordo dei disastrosi 90 minuti del dibattito con Donald Trump.

 

L’intervista tv con un volto noto e autorevole - in questo caso George Stephanopoulos, l’ex capo della comunicazione di Bill Clinton – è una delle armi più importanti nella gestione delle crisi in campagna elettorale. Biden ha atteso una settimana a usarla, forse troppo tardi, mentre nel Partito democratico crescevano le proteste per la scarsa visibilità del presidente dopo il dibattito. La Casa Bianca alla fine ha inserito l’intervista in un pacchetto di eventi pubblici cominciati ieri con un comizio elettorale in Wisconsin e che proseguiranno domani in Pennsylvania, prima che si apra una settimana in cui Biden sarà esposto su scala internazionale, ospitando a Washington i leader dell’Alleanza atlantica per le cerimonie per i 75 anni della Nato.

 

Il faccia a faccia con Stephanopoulos, organizzato dalla Abc nella libreria di una scuola a Madison, in Wisconsin, ha mostrato un Biden pronto a rispondere con tono di sfida, a tratti anche ruvido, e ancora pienamente convinto di essere l’unico in grado di battere Trump. Ma ha riproposto anche l’immagine di un presidente ottantunenne che borbotta parole spesso incomprensibili e ascolta le domande con il volto rigido, la bocca aperta, gli occhi sgranati. Non esattamente il tipo di rassicurazione che i vertici del Partito democratico si aspettavano.

 

“Il mio compito è mettercela tutta e cercare di fare il miglior lavoro che posso”, ha risposto Biden quando gli è stato chiesto come si sentirebbe se Trump vincesse. Il presidente ha citato più volte il lavoro fatto in questi anni come prova del fatto di essere il candidato migliore che i democratici possono esprimere. “Chi è riuscito a tenere insieme la Nato come ho fatto io? Chi riesce a tenerci in una posizione nel Pacifico dove quantomeno stiamo tenendo la Cina sotto scacco? Chi è in grado di farlo? Chi ha questa capacità?”. Domande che Biden è sembrato lanciare soprattutto a chi, nel suo partito, vorrebbe sostituirlo in corsa con un governatore o con la sua vice Kamala Harris (alla quale non ha dedicato un solo accenno nell’intervista).

 

Stephanopoulos, parlando in qualche modo a nome di tutto il partito, lo ha incalzato più volte sulle sue capacità mentali, sulle preoccupazioni che suscitano nell’opinione pubblica e sul bisogno di affrontare Trump con qualcuno più giovane e lucido. Ma Biden non ha ceduto di un millimetro. Alla richiesta se si sia sottoposto a visite neurologiche o test cognitivi, il presidente si è limitato a rispondere sorridendo che il vero test lo affronta “ogni giorno, con il lavoro che faccio”. Ma non ha elaborato né concesso maggiori spiegazioni sulle sue capacità mentali, limitandosi a ripetere che il dibattito con Trump è stato “solo una serata sbagliata, un episodio, ero stanco ed è andata male, tutto qui”.

 

Le richieste di ritiro per lui “sono solo ipotetiche” perché nessun esponente di primo piano gliele ha avanzate e in ogni caso la richiesta dovrebbe arrivare veramente dall’alto, perché la prenda in considerazione. “Mettiamola così – ha detto Biden – se il Padre Eterno scende e mi dice: ‘Joe, lascia la corsa’, allora io lascio la corsa. Ma non sta scendendo”.

 

Biden si è detto convinto che i sondaggi che lo vedono inseguire siano sbagliati e che i suoi colleghi di partito si preoccupino troppo. “È già successo nella campagna elettorale del 2020, poi di nuovo in quella del 2022 quando parlavano di una ‘ondata rossa’. C’è sempre qualcuno che si preoccupa e mi dà per sconfitto”.

 

Il punto centrale dell’intervista, su cui Biden è tornato più volte, è la sua convinzione inscalfibile di essere la migliore chance che hanno i democratici di mantenere la Casa Bianca. “Non penso ci sia nessuno più qualificato a essere presidente o a vincere questa competizione elettorale di me”. E con questo ha liquidato in un colpo solo, senza nominarli, la Harris, i vari governatori che potrebbero correre al suo posto o Michelle Obama.

 

Le prime reazioni all’intervista in America mostrano molto scetticismo, poco entusiasmo e, in casa democratica, una crescente preoccupazione su come uscire da una situazione che sembra portare a un disastro elettorale a novembre. Non solo per la Casa Bianca, ma anche per il rinnovo dei seggi di Camera e Senato.

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