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Dopo il voto

"Ebrei francesi, venite in Israele, non c'è tempo", dice l'ex ministro Lieberman

Giulio Meotti

Dopo il risultato delle elezioni francesi l'ex ministro israeliano ha invitato gli ebrei a lasciare il paese. In molti hanno le valigie pronte dopo il successo del Nuovo Fronte Popolare e di Jean-Luc Mélenchon, che dal 7 ottobre si rifiuta di definire Hamas "terroristi"

Dopo il risultato delle elezioni francesi, Avigdor Lieberman, ex ministro e leader di Yisrael Beytenu, ha invitato gli ebrei francesi a fare aliya prima che sia troppo tardi. “Invito gli ebrei francesi a lasciare la Francia e a emigrare in Israele, non c’è tempo”, ha detto Lieberman. Intanto Sharren Haskel, membro della Knesset, ha rivelato che la nonna è stata aggredita e picchiata da in Francia. “Mia nonna, 88 anni, è stata aggredita da delinquenti arabi e non ho speranza che le autorità francesi siano in grado di affrontare la cosa”, ha scritto Haskel, deputato dell’opposizione a Benjamin Netanyahu, invitando gli ebrei della diaspora ad andare in Israele, la loro “patria nazionale, culturale e storica”. La nonna di Haskel stava uscendo di casa nella Val d’Oise, a nord di Parigi, quando uno le ha dato un pugno in faccia, rompendole un dente e facendola cadere a terra, al grido di “sporca ebrea”. Molti ebrei francesi hanno le valigie pronte dopo il secondo turno e il successo del Nuovo Fronte Popolare, di cui Jean-Luc Mélenchon è uno dei capi. Dopo l’attacco del 7 ottobre, gli Insoumises di Mélenchon si sono rifiutati di definire Hamas “terroristi”. Poi Mélenchon ha definito “residuale” l’antisemitismo in Francia, in un paese dove, come dice Ariel Kandel, direttore di Qualita, organizzazione per gli immigrati francesi in Israele, “undici ebrei sono stati assassinati negli ultimi anni e 15mila ebrei vengono aggrediti ogni anno”.
 

“La fazione di Mélenchon è alle porte del potere e incarna la principale minaccia per la Repubblica” scrive Bernard-Henri Lévy sul Point. Lo definisce “un tartufo marxista-leninista assetato di potere”. Intanto i capi delle comunità ebraiche suonano l’allarme. “Non c’è futuro per gli ebrei in Francia”, dice David Saada, ex direttore del Fondo sociale ebraico. Il presidente del Consiglio di rappresentanza delle istituzioni ebraiche (Crif) Yonathan Arfi è più prudente: “Non sappiamo che tipo di governo avremo, tutto ciò che accadrà agli ebrei dipende dal governo che verrà formato”. Moshe Sebbag, rabbino capo della Sinagoga della Vittoria di Parigi, ha detto che “sembra che la Francia non abbia futuro per gli ebrei” e consiglia ai giovani di partire per Israele. La filosofa cattolica Chantal Delsol spiega che per la prima volta dal caso Dreyfus la sinistra radicale ha deciso che il suo antisemitismo non è più una colpa morale, ma un segno di progresso. Intanto, i capi delle comunità i figli li hanno mandati a vivere in Israele. Joel Mergui, presidente del Paris Consistoire, l’organo responsabile delle funzioni religiose, rivela che tutti e quattro i suoi figli sono in Israele. Di Meyer Habib, ex parlamentare e vicepresidente delle comunità ebraiche, due dei quattro figli vivono in Israele. Come tutti gli otto figli del rabbino capo di Parigi, Michel Gugenheim.
 

 
Sul Figaro, Samuel Fitoussi vira sull’ironia: “Nel 2027 al secondo turno si contrappongono Rima Hassan (europarlamentare di Mélenchon) a Marine Le Pen. Le Monde pubblica un editoriale per spiegare che l’omofobia, la misoginia e l’antisemitismo della France insoumise sono sentimenti progressisti. La misura di punta del programma di Hassan (la rottura delle relazioni diplomatiche con Israele) mette a disagio una parte della sinistra, ma evitano di criticarla per non fare il gioco dei cattivi. Viene eletta Hassan. La Francia tira un sospiro di sollievo: a Matignaon non arriva Jordan Bardella, ma Yahya Sinwar”.

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.