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Il socialista Faure fa un passo avanti nella Francia delle trattative

Mauro Zanon

“Il gruppo arrivato in testa è quello del Fronte popolare, e ora ci deve essere data la possibilità di governare”, ha dichiarato il segretario del Partito Socialista francese

“Sono pronto”. Olivier Faure, segretario del Partito socialista, è il primo esponente del Nuovo fronte popolare (Nfp), la coalizione delle sinistre, a dare la sua disponibilità a guidare il prossimo esecutivo francese. “Il gruppo arrivato in testa è quello del Fronte popolare, e ora ci deve essere data la possibilità di governare”, ha dichiarato Faure. Che accetterà l’incarico, ha tenuto a precisare, solo “nel dialogo con i nostri partner”. “Non sono d’accordo con l’idea che qualcuno imponga il proprio punto di vista a qualcun altro, non ci può essere una pretesa di egemonia da parte di nessuno”, ha aggiunto il segretario socialista. 

Le negoziazioni per il ruolo di primo ministro si animano dopo due giorni dall’esito delle elezioni legislative, che hanno offerto a Nfp, l’alleanza delle sinistre socialista, ecologista, comunista e mélenchonista, il maggior numero di deputati nella futura Assemblea nazionale, 182. Ma non sarà facile convergere su un unico profilo all’interno di Nfp, in ragione della “gara di velocità”, così la chiama il Figaro, tra il Partito socialista (Ps) e la France insoumise (Lfi). Il primo ha trovato in Faure il suo candidato, ma il secondo, grazie ai 77 deputati eletti che lo rendono il gruppo più numeroso all’interno della coalizione, è convinto di avere un diritto di prelazione sulla scelta del premier. Il profilo che circola con insistenza tra gli Insoumis è quello della deputata Clémence Guetté, coordinatrice del programma di Lfi per le legislative. Problema: è una fedelissima di Jean-Luc Mélenchon, líder maximo sempre più contestato in ragione dei suoi metodi autoritari. Ieri, i dissidenti di Lfi Alexis Corbière, Clémentine Autain e François Ruffin, rieletti domenica sera come deputati, hanno proposto un nuovo gruppo all’Assemblea nazionale che riunisca comunisti, ecologisti e il movimento Génération.s di Benoît Hamon, ex candidato socialista alle presidenziali del 2017. “Come sapete, la rottura tra noi e la France insoumise è totale. Non siederemo nel gruppo Insoumis”, hanno scritto i riottosi in una lettera inviata all’ecologista Cyrielle Châtelain e al comunista André Chassaigne. 
Anche la nuova leader dei Verdi, Marine Tondelier, rivelazione delle legislative, figura nella shortlist. Il suo profilo consensuale potrebbe mettere d’accordo le varie anime di Nfp e convincere anche il presidente Macron, che potrebbero riallacciare il filo con una promessa fatta a Marsiglia nel 2022, alla vigilia delle presidenziali, quando disse: “Questo quinquennio sarà ecologico o non ci sarà”. Secondo quanto rivelato ieri del Figaro, diversi pesi massimi della macronia hanno manifestato all’Eliseo le loro preoccupazioni per l’assenza del presidente per 48 ore, impegnato al vertice Nato a Washington, in un momento in cui sono in corso le negoziazioni per trovare la quadra sul prossimo esecutivo. “La sinistra si metterà d’accordo sul nome di un primo ministro e noi dobbiamo organizzarci per essere pronti. Però se il presidente va negli Stati Uniti per due giorni non faremo nulla”, ha commentato al Figaro un ministro particolarmente inquieto.

Nel campo dei Républicains, il partito gollista, aleggia invece il rischio di una divisione in tre sottogruppi all’Assemblea nazionale. Il primo sarebbe formato dal presidente ribelle Éric Ciotti, alleato del Rassemblement national (Rn), il secondo, quello più corposo, da una trentina-quarantina di deputati che potrebbero essere guidati dall’ex leader della formazione gollista Laurent Wauquiez, il terzo dai deputati ostili sia a Ciotti sia a Wauquiez, riuniti in nuovo sottogruppo presieduto da Aurélien Pradié. Intanto, a Rn, iniziano a apparire le prime crepe. In seguito al flop delle legislative, si è dimesso il direttore generale del partito sovranista di Marine Le Pen e Jordan Bardella, Gilles Pennelle. Sempre ieri, BfmTv ha reso pubblica la notizia dell’apertura di un’indagine per presunti finanziamenti illeciti della campagna di Marine Le Pen per le presidenziali del 2022.

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