Prove di coalizione
Macron scrive ai francesi. L'ipotesi di una coalizione "dei responsabili"
In un comunicato i deputati di Renaissance hanno dichiarato di essere favorevoli alla creazione di una "coalition de projet": l'obiettivo è costruire un'alleanza che tenga fuori i due estremi (LFi e il Rn) e lavori per l'interesse della nazione
Parigi. Nonostante le rivendicazioni sempre più insistenti della France insoumise (Lfi) di Jean-Luc Mélenchon che, con i suoi 77 deputati, è il gruppo più numeroso del Nuovo fronte popolare all’Assemblea nazionale, sta prendendo quota l’ipotesi di un arco repubblicano che va dalla sinistra riformista alla destra gollista, un governo di larghe intese ma senza i mélenchonisti e i lepenisti, quell’“Assemblée plurielle” di cui aveva già parlato il primo ministro Gabriel Attal tra il primo e il secondo turno delle elezioni legislative. In un comunicato pubblicato ieri pomeriggio su X, i deputati di Renaissance, il partito del presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, hanno dichiarato di essere favorevoli alla creazione di una “coalition de projet”: una coalizione dei responsabili, dal Partito socialista (Ps) ai Républicains (Lr), che lavori per l’interesse nazionale tenendo fuori i due estremi, la France insoumise e il Rassemblement national (Rn) di Marine Le Pen e Jordan Bardella. I francesi hanno “posto tutte le forze politiche in una situazione di maggioranza relativa, obbligandole a determinare delle alleanze programmatiche”, si legge nel comunicato. I deputati di Renaissance “si impegnano a garantire l’esistenza di questa alleanza fintanto che non comprenderà la France insoumise”.
A rafforzare questa ipotesi è il contenuto della “lettre aux français” di Macron, una lettera aperta pubblicata ieri su alcuni quotidiani regionali in cui l’inquilino dell’Eliseo invoca una maggioranza plurale. “Divise al primo turno, unite da reciproche desistenze al secondo, elette grazie ai voti dei loro vecchi avversari, solo le forze repubblicane rappresentano una maggioranza assoluta. La natura di queste elezioni, segnate da una chiara richiesta di cambiamento e di condivisione del potere, impone loro di costruire un’ampia coalizione”, ha scritto il capo dello stato francese, prima di aggiungere: “Come presidente della Repubblica, sono al tempo stesso il protettore degli interessi superiori della nazione e il garante delle istituzioni e del rispetto della vostra scelta. È in questa veste che chiedo a tutte le forze politiche che si riconoscono nelle istituzioni repubblicane, nello stato di diritto, nel parlamentarismo, in un orientamento europeo e nella difesa dell’indipendenza francese, di impegnarsi in un dialogo sincero e leale per costruire una solida maggioranza, necessariamente plurale, per il paese”.
Secondo Macron, l’unità dovrà essere costruita “attorno a pochi grandi princìpi per il paese, a valori repubblicani chiari e condivisi, a un progetto pragmatico e leggibile”, “dovrà garantire la massima stabilità istituzionale possibile” e “riunirà uomini e donne che, nella tradizione della Quinta Repubblica, mettano il paese al di sopra del proprio partito, la nazione al di sopra delle proprie ambizioni”. Nella lettera, il presidente della Repubblica ha parlato espressamente di “fronte repubblicano”, e ha sottolineato che i francesi hanno “chiaramente rifiutato” l’ipotesi di un’estrema destra “al governo”. In conclusione, Macron dice che servirà ancora “un po’ di tempo alle forze politiche per elaborare questi compromessi con calma e nel rispetto reciproco”, per arrivare al nome di chi salirà a Matignon.
Come evidenziato dal Monde, tuttavia, non c’è ancora unanimità nella maggioranza uscente su quanti partiti coinvolgere in questa grosse koalition in salsa francese, anche se dalla lettera sembrano essere esclusi soltanto il Rassemblement national e, tra le righe, la France insoumise. Aurore Bergé, ministra per le Pari opportunità, e Gérald Darmain, ministro dell’Interno, esponenti dell’ala destra della macronia, sono favorevoli a un accordo di maggioranza solo con i gollisti, dunque con i Républicains, e le altre formazioni minori della droite Macron-compatibile. Sulla stessa scia, l’ex primo ministro e leader dei centristi di Horizons, Édouard Philippe, secondo cui, per il bene della Francia, è auspicabile “un blocco, al centro, composto da Renaissance, MoDem, Horizons e Lr”, ma senza la sinistra.
Dai Républicains, sul Figaro, sono arrivati due appelli a Macron affinché nomini un primo ministro proveniente dai ranghi gollisti: il primo martedì da parte di Olivier Marleix, ex capogruppo dei deputati Lr, il secondo ieri da Bruno Retailleau, capogruppo dei senatori gollisti. “Permettere al Nuovo fronte popolare di governare”, ha scritto Retailleau a Macron, “sarebbe un errore imperdonabile, che vi condannerebbe agli occhi della storia”.
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