Ironizzate pure su Biden, cari giovani. Ma ricordatevi che invecchierete pure voi
Confondere o dimenticare i nomi non significa essere diventato demente. In questa guerra fra generazioni, l’unica minoranza non protetta dal dileggio è quella dei vecchi
Suscita un certo stupore che negli Stati Uniti, cioè in un paese fittamente popolato da persone di età avanzata o avanzatissima – come del resto oggi tutti i paesi occidentali – non ci sia stato alcun movimento di anziani – per dire: di anziani giornalisti, di anziani politici, di anziani intellettuali, di anziani autorevoli insomma – che abbia detto una parola a difesa di Biden.
Premetto che si può benissimo essere critici verso Biden come persona, e ancora di più verso di lui come presidente, ma trovo esagerata e maligna questa pesante propaganda insinuante e diffamatoria sulla condizione delle sue facoltà mentali, cioè su quelle che possono essere considerate delle quasi ovvie conseguenze della sua età. Certo, dei problemi ci sono. Soprattutto, quando parla a braccio, magari dicendo pure cose sensatissime e condivisibili, Biden cade frequentemente nella confusione dei nomi. Tutti noi anziani lo sappiamo: è soprattutto sui nomi la nostra debolezza, è sui nomi che a una certa età si manifesta il continuo rischio dell’amnesia.
Confondere o dimenticare i nomi non significa però essere diventato demente, né avere perso le proprie facoltà cognitive o la capacità di decidere rapidamente. La verità è che oggi, come ha ben scritto pochi giorni fa Vittorio Feltri, l’unica minoranza (temo sia maggioranza) che non è protetta dal dileggio e dalla persecuzione è quella dei vecchi.
A noi e di noi anziani si può dire di tutto, soprattutto per quanto riguarda le nostre capacità cognitive che – a parte casi di malattia – magari sono invece tutt’ora intatte, e magari per di più suffragate dall’esperienza, che non è certo una cosa da buttare via. E invece, se per le invalidità legate al corpo oggi le nostre società si fanno un punto d’onore per manifestare tolleranza e protezione, per le invalidità della mente troppo spesso c’è solo il dileggio e il disprezzo. Non a caso Trump, solo di pochi anni più giovane di Biden, e lui stesso non nel pieno delle sue facoltà, si è azzardato a paragonare il presidente in carica addirittura a un “vegetale”.
Insomma, nessuna pietà per i vecchi, nessun riconoscimento per quello che hanno fatto di buono e soprattutto nessuna pietà per la loro difficoltà a mettersi da parte.
Sono sintomi questi di una ormai evidente guerra fra le generazioni, certo causata dal prolungamento della vita umana: troppi vecchi ancora ai posti di comando, troppi vecchi da mantenere che appesantiscono i bilanci familiari e quello dello stato. Non potendo scrollarseli di dosso – anche se molte leggi a favore dell’eutanasia fanno pensare proprio a questo – ci si sfoga con il bullismo, con un disprezzo che cela male l’invidia, con il mettere in luce malignamente ogni piccola defaillance, ogni parola sbagliata, ogni sbadiglio fuori posto. Ma state attenti cari giovani o pseudo tali: prima o poi vecchi lo diventerete pure voi!