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Vance sarà il vice di Trump: una scelta di forza, un dramma per l'Ucraina

Marco Bardazzi

Donald Trump ha scelto il suo vice: sarà il senatore dell’Ohio J.D. Vance, quarant’anni tra pochi giorni, celebre in tutto il mondo per il libro di memorie “Elegia Americana”, uno dei volti preferiti dall’ala più conservatrice del Partito repubblicano. L’annuncio è arrivato in apertura della convention a Milwaukee, in Wisconsin, che nella notte tra giovedì e venerdì prossimi incoronerà formalmente Trump come candidato alla Casa Bianca alle elezioni del 5 novembre.

È stato lo stesso ex presidente a sceneggiare l’annuncio come se fosse una puntata del suo celebre reality show “The Apprentice”. Prima ha fatto circolare la notizia che aveva eliminato – “You are fire!” – gli altri due presunti finalisti della sua selezione, il senatore della Florida Marco Rubio e il governatore del Norh Dakota Doug Burgum. Poi ha lasciato circolare ancora per un po’ la voce che potesse essere un nome a sorpresa. Ma alla fine la scelta è stata quella che ci si aspettava da tempo e che manda un segnale chiaro al paese: Trump si sente forte, fortissimo, al punto da aver scelto il senatore di uno stato che non ha bisogno di conquistare, perché andrà sicuramente ai repubblicani. Ha scelto un beniamino del mondo Maga (Make America Great Again), anche se solo pochi anni fa ne era un forte critico. Ha scelto un combattente per le guerre culturali, da contrapporre a Kamala Harris nel dibattito tra vicepresidenti, soprattutto per entusiasmare la base evangelica sul tema dell’aborto.

E ha scelto uno dei più tenaci oppositori dell’aiuto all’Ucraina, un critico spietato della Nato, un sostenitore di un cambio totale di rotta da parte dell’America sul multilateralismo e l’atlantismo.

Vance ha una storia personale complessa, è un ex marine proveniente da una famiglia povera di Middletown, in Ohio, che ha poi studiato a Yale e scalato le classi sociali soprattutto nella Silicon Valley, dove è diventato un ricco venture capitalist. Sposato con una ex compagna di studi di Yale, ha tre figli e si è convertito al cattolicesimo dopo un’infanzia da evangelico.

Nel 2016 divenne un beniamino dei progressisti per il suo libro “Hillbilly Elegy” (Elegia Americana, poi diventato anche un celebre film), che spiegava agli americani delle grandi città ciò che veramente si muoveva nel mondo dei bianchi poveri e disorientati che avevano votato in massa per Trump, mandandolo alla Casa Bianca.

Vance è stato a lungo un critico di Trump, ma ha raccontato di essersi “convertito” al personaggio dopo la sua presidenza e tra i due è nato un forte feeling, che ora ha portato l’ex presidente a sceglierlo come running mate.