La lettera di Orbán all'Ue: va cambiata la strategia in Ucraina
Due pagine e dieci punti per dire che l'Ue ha sbagliato a “copiare la politica pro guerra” di Biden e che Trump farà la pace appena eletto e scaricherà i costi di Kyiv sull’Ue. Il premier ungherese e presidente del semestre europeo propone di riavviare il dialogo con la Russia
Strasburgo. Viktor Orbán propone all'Unione europea di cambiare completamente strategia sull'Ucraina, perché la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane comporterà un onere finanziario molto significativo “a svantaggio” degli europei in termini di sostegno a Kyiv. E in ogni caso Trump negozierà una pace sulla base dei suoi termini, senza aspettare di insediarsi alla Casa Bianca. Sono questi gli elementi principali contenuti nella lettera che il primo ministro ungherese ha inviato al presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e agli altri capi di stato e di governo dopo i suoi incontri con Vladimir Putin, Xi Jinping, Recep Tayyip Erdogan e Donald Trump.
Due pagine e dieci punti – che il Foglio ha potuto leggere – per dire che l'Ue ha sbagliato tutto a “copiare la politica pro guerra” dell'Amministrazione Biden. Secondo Orbán, “è opinione generale che l’intensità del conflitto militare aumenterà radicalmente nel prossimo futuro”. Né Russia né Ucraina sono pronte a “intraprendere iniziative per un cessate il fuoco o negoziati di pace”. La Cina non è disponibile a svolere “un ruolo più attivo” a meno che le possibilità di successo non diventino “quasi certe”. Quanto agli Stati Uniti, a causa della campagna elettorale Biden “non è in grado di modificare l’attuale politica statunitense a favore della guerra”. Per contro Trump, “subito dopo la vittoria elettorale, non aspetterà fino al suo insediamento, ma sarà pronto ad agire immediatamente come mediatore di pace. Ha piani dettagliati e ben fondati per questo”, ha scritto Orbán.
“Sono più che convinto che, nel probabile esito della vittoria del presidente Trump, la proporzione dell’onere finanziario tra Stati Uniti e Ue cambierà in modo significativo a svantaggio dell’Ue per quanto riguarda il sostegno finanziario all’Ucraina”, ha scritto Orbán. L'onere finanziario della guerra è uno degli argomenti usati dal premier ungherese per chiedere ai leader dell'Ue di “iniziare un nuovo capitolo della nostra politica” con “uno sforzo per diminuire le tensioni e/o creare le condizioni per un cessate il fuoco temporaneo e/o avviare i negoziati di pace”. Orbán accusa l'Ue di non avere una politica sovrana e indipendente, ma di aver “copiato la politica favorevole alla guerra degli Stati Uniti” in nome dell'unità transatlantica.
Nell'immediato, il premier ungherese propone di avviare colloqui politici ad alto livello con la Cina sulle modalità della prossima conferenza di pace, riaprire le linee dirette di comunicazione diplomatica con la Russia e lanciare “un’offensiva politica coordinata verso il Sud globale” perché “l’Ucraina ha provocato l’isolamento globale della comunità transatlantica”. Quello di Orbán è il mondo al contrario di quello degli altri capi di stato e di governo dell'Ue. È il mondo di Vladimir Putin. Quella di Orbán “è una visione di pace opposta a quella sostenuta dall'Ue”, spiega un diplomatico europeo.
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