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disforia di genere

Il Labour inglese ritrova la strada della ragione sul cambio di sesso dei bambini

Giulio Meotti

Dieci giorni dopo essere stato eletto, il governo sta già affrontando disordini interni per la sua posizione sui bloccanti della pubertà dopo la decisione del segretario alla Salute, Wes Streeting, di mantenere il divieto stabilito dalla conservatrice Victoria Atkins

“Chi ha paura del gender?”, si domanda nel suo ultimo libro Judith Butler, la filosofa americana che considera Hamas “resistenza armata”. Poi sono arrivate le 400 pagine di studi, resoconti clinici, testimonianze, statistiche e raccomandazioni della dottoressa Hilary Cass, per dire che la terapia di cambio di sesso di minori è stata un clamoroso e colpevole fallimento del sistema e dell’ideologia del gender. Minori avviati ad assumere per il resto della vita farmaci per cambiare sesso e per cui c’è un numero alto di casi di sterilità e tumori precoci.

E, nel caso delle femmine, doppia mastectomia per togliersi il seno e rimozione dell’utero; nel caso dei maschi, castrazione. Una vera e propria sperimentazione in vivo (“bambini usati come palloni da calcio”, l’ha definita Cass al Guardian). Dopo quattro anni di indagine la famosa pediatra britannica Cass, ex presidente dell’organo professionale della categoria, stabilisce un punto di non ritorno per “il più grande scandalo medico del secolo” nelle parole di J.K. Rowling
Il leader del Labour inglese e neo primo ministro, Keir Starmer, alla domanda su cosa sia una donna, aveva spesso risposto: “Il 99,9 per cento delle donne non ha un pene”. E che “è sbagliato dire che solo le donne hanno un utero”. Ma sui bambini, Starmer per ora adotta la linea Cass. 


Dieci giorni dopo essere stato eletto, il governo sta già affrontando disordini interni per la sua posizione sui bloccanti della pubertà dopo la decisione del segretario alla Salute, Wes Streeting, di continuare il divieto stabilito dalla conservatrice Victoria Atkins. 
Pochi problemi di guerra culturale sono diventati così incandescenti come l’assistenza medica per i bambini che credono di essere transgender. Il divieto rimarrà in vigore mentre il Servizio sanitario nazionale britannico svilupperà una sperimentazione clinica che potrebbe rispondere alle principali domande sull’efficacia dei farmaci e sugli effetti a lungo termine. 

“L’American Medical Association afferma che la parola ‘sesso’ – come maschio o femmina – è problematica e obsoleta; ora dovremmo tutti usare la frase ‘più precisa’ di ‘sesso assegnato alla nascita’”, scrivono sul Boston Globe il biologo di Oxford Richard Dawkins e il fisico Alan Sokal, che nel 1997  compì una beffa storica, presentando a Social Text, il salotto della cultura accademica postmoderna, un saggio volutamente infarcito di fesserie agghindate in filosofese. Il titolo di Sokal, “Oltrepassando i confini: verso una ermeneutica trasformativa della gravità quantistica”, avrebbe dovuto far sorgere più di un sospetto. Alla beffa, Sokal farà seguire un libro in cui attaccava la “manifesta ciarlataneria” della cultura accademica. “L’American Psychological Association concorda: termini come ‘sesso alla nascita’ sono ‘denigratori’” scrivono Dawkins e Sokal. “Anche l’American Academy of Pediatrics è d’accordo. La Neolingua delle associazioni mediche distorce semplici fatti scientifici rendendoli irriconoscibili. Il nome di un bambino viene assegnato alla nascita; nessuno ne dubita, ma il sesso di un bambino non è ‘assegnato’; è determinato al momento del concepimento e  osservato alla nascita. Il sesso di una persona è una realtà biologica oggettiva,  come il gruppo sanguigno o le impronte digitali, non qualcosa che viene ‘assegnato’. Le dichiarazioni delle associazioni mediche sono costruzionismo sociale impazzito”. 
Ma se anche un governo di sinistra inglese decide che si sono spinti troppo in là in questa strada folle, forse la ragione non è perduta.

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.