Foto Epa, via Ansa

in Milwaukee

Rendere l'America di nuovo sicura, dicono alla convention, ma da chi? Parla Jonathan Chait

Giulio Silvano

L’immigrazione è il tema forte per i repubblicani, e da quando è iniziata questa campagna elettorale, sono moltissimi gli attacchi al presidente Joe Biden su come ha gestito gli arrivi dal sud. “Trump ha sicuramente accelerato la fascinazione della destra nei confronti dell’autoritarismo", dice il giornalista del New York Magazine

Il secondo giorno della convention repubblicana, oggi, è dedicato alla sicurezza: lo slogan era “Make America Safe Again”. Rendere l’America di nuovo sicura, ma da chi? Dai cecchini della Pennsylvania o dagli immigrati irregolari? A parlare sul palco sono stati invitati i parenti delle vittime di clandestini omicidi. L’immigrazione è il tema forte per i repubblicani, e da quando è iniziata questa campagna elettorale, sono moltissimi gli attacchi al presidente Joe Biden su come ha gestito gli arrivi dal sud, il confine con il Messico, il crimine nelle città. “Gli immigrati stanno avvelenando il sangue del nostro paese”, aveva detto in primavera Donald Trump.

Lunedì la folla ha accolto il candidato presidente come un eroe, a pochissimi giorni dall’attentato dove un proiettile gli ha perforato l’orecchio destro, ora coperto da una benda bianca. Da entrambe le parti si è chiesto di abbassare i toni. Online pochi meme e abbastanza mosci, un Trump Van Gogh, un Trump col dilatatore sul lobo, perché l’immagine del pugno alzato e il sangue sul volto è troppo forte per lasciare spazio all’ironia, vince il quadro di Delacroix in salsa redneck, Theodore Roosevelt nell’epoca di QAnon. Ma i fatti di Butler secondo alcuni commentatori non saranno così determinanti come si crede. “Si dà largamente per scontato che quest’evento modellerà il risultato a favore di Trump rendendolo più empatico. Sono scettico, non so quanto impatto a lungo termine avrà e se in autunno verrà ricordato. Vedremo”, dice al Foglio Jonathan Chait, giornalista del New York Magazine, autore di un libro su Barack Obama. Chait da anni studia il trumpismo e dice che alla fine questa deriva populista soddisfa quasi ogni anima del partito. La formula è: obiettivi libertari ottenuti con mezzi autoritari. E quindi se i risultati si ottengono, i mezzi vanno bene anche a chi detesta Viktor Orbán e Vladimir Putin. E così va bene chiamare “parassiti” la sinistra, facendo eco a discorsi da dittatura – tra i primi a paragonare Trump a Hitler c’era proprio J.D. Vance, prima della conversione al trumpismo, prima di esser scelto come candidato vicepresidente.

Abbassare i toni, con figure pubbliche che parlano di una “seconda rivoluzione americana”, con l’ombra del 6 gennaio, con la folla che oggi alla convention urlava “fight, fight, fight” – le parole di Trump dopo l’attentato – non è facile. “Il movimento conservatore crede che la maggioranza del Partito democratico, eletta nel 2020, sia illegittima”, spiega Chait: “Trump ha portato questa idea più avanti di chiunque. E a sinistra non c’è un caso corrispondente, almeno non con un appiglio serio”. Nessuna responsabilità della sinistra quindi nell’alzamento della temperatura politica? “La sinistra ha una forte responsabilità morale nel condannare la violenza e il tentato assassinio di Trump. Critico spesso la sinistra, ma in questo caso si è comportata adempiendo ai suoi doveri”. E Biden si è pure scusato per aver detto, pochi giorni prima di Butler, “è il momento di mettere Trump al centro del bersaglio”.

Chait ci dice che un tentato assassinio nei confronti di Trump è ben più pericoloso, per l’equilibrio del paese, di quanto non lo sarebbe stato nei confronti di Mitt Romney dodici anni fa, quando sfidò Obama. Questo perché “Romney non ha ispirato un culto della personalità violento, non ha guidato un tentativo di sovvertire la repubblica, e non ha mai incoraggiato sistematicamente la violenza”. Se Biden abbassa i toni, la retorica anti immigrazione alla convention di Milwaukee diventa il fulcro del programma elettorale, e la destra alternativa gongola. “Trump ha sicuramente accelerato la fascinazione della destra nei confronti dell’autoritarismo, ed è molto attratto dagli uomini forti, e sembra incapace di comprendere alcuni concetti, come quello dello stato di diritto. Ma ha anche intercettato delle correnti più ampie della destra che dureranno a lungo”. Tra i delegati scelti con le primarie, che incoronano Trump alla convention, ci sono anche diverse persone che hanno partecipato all’assalto al Campidoglio nel 2021. Tra queste Debbie Kraulidis, che ha aperto la convention con il giuramento alla bandiera e alla repubblica. 

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