(foto EPA)

incendiare le scuole

“Se Gaza brucia, noi bruciamo Berlino”. Succede in Germania. Ebrei sotto assedio

Giulio Meotti

Ieri gli studenti del ginnasio Tiergarten della capitale tedesca hanno appiccato l’incendio al proprio istituto dopo la cancellazione della cerimonia di diploma per paura delle proteste. Mentre nel paese gli episodi di antisemitismo sono sempre più frequenti

Prima è stata bruciata la sinagoga Kahal Adass Jisroel di Berlino, colpita con le  molotov. Ieri gli studenti del ginnasio Tiergarten di Berlino hanno appiccato l’incendio al proprio istituto dopo la cancellazione della cerimonia di diploma per paura delle proteste. Dopo che hanno appiccato l’incendio, i muri esterni del ginnasio sono stati deturpati da graffiti con la scritta “Bruciate Gaza? Bruceremo Berlino”. La direzione del Tiergarten Gymnasium era preoccupata che metà dei diplomandi intendessero utilizzare la cerimonia per manifestazioni filo-palestinesi, anti-israeliane e antisemite. Felix Klein, commissario federale per la lotta all’antisemitismo, questa settimana ha tenuto una conferenza in cui ha raccontato: “Oggi in pubblico molti ebrei cercano di essere quanto più invisibili possibile. Vanno in sinagoga senza dare nell'occhio, utilizzando altri ingressi per non essere riconosciuti. Gli uomini non indossano più la kippah. Le donne non mostrano più apertamente le loro collane con la Stella di David”. 

 

Secondo un nuovo rapporto che monitora l’antisemitismo in Germania, il numero di incidenti antisemiti è raddoppiato in un anno. 4.782 episodi di antisemitismo, più 80 per cento rispetto all’anno precedente, di cui due terzi dopo il 7 ottobre. Il presidente del Consiglio centrale degli ebrei in Germania, Josef Schuster, sullo Spiegel denuncia “zone interdette agli ebrei” nel paese. Se ne va la scrittrice Mirna Funk. E uno studente ebreo di Francoforte si arrende: “Voglio lasciare la Germania”. Hendrik Edelmann non si sente più sicuro e lascia la Germania. “Vogliono distruggere la vita di persone come me”. “Non voglio vivere in un paese il cui cancelliere porta milioni di musulmani antisemiti che attaccano gli ebrei e le istituzioni ebraiche in Germania”, ha scritto il presidente della comunità ebraica del Brandeburgo, Semen Gorelick. “Non si può vivere in un paese dove non puoi indossare una kippah per strada”.

 

Jüdische Allgemeine è il giornale degli ebrei tedeschi. Il caporedattore Philipp Peyman Engel in un’intervista alla Welt dice che “l’ebraismo in Germania sta diventando invisibile”. Quasi nessuno osa più uscire per strada con i simboli perché la probabilità di essere aggrediti verbalmente o fisicamente è troppo grande. Berlino si è già “ribaltata”, secondo le sue scioccanti scoperte, le cose non sono diverse in diverse città della Ruhr. Ci sono “islamici ed estremisti di sinistra che ci minacciano massicciamente rendendo le nostre vite un inferno”.
Gruppi filo-palestinesi e anti-israeliani terrorizzano anche il campus dell’Università Johannes Gutenberg di Magonza,  fondata nel 1477 e una delle più antiche d’Europa, distribuendo volantini che inneggiano alla distruzione dello stato ebraico. 

 

Gli ebrei si erano stabiliti nella città renana durante l’epoca romana. La maggior parte della popolazione ebraica della città sarà deportata e completamente liquidata dai nazisti nel 1943. Oggi a Magonza, su 232mila abitanti, vivono appena un migliaio di ebrei. Troppi, per i filo Hamas.

Di più su questi argomenti:
  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.