Russia e Cina si addestrano insieme contro l'occidente

Giulia Pompili

Pechino sospende i colloqui con l’America sul controllo degli armamenti e la non proliferazione e fa esercitazioni militari con la Russia nel Mar cinese meridionale (dopo quelle con la Bielorussia al confine polacco). Gli effetti sull'occidente e "il quartetto mortale"

La cooperazione  fra Russia e Cina è sempre più un’integrazione delle forze di Difesa dei due paesi. E pure la strategia della diplomazia internazionale di Mosca e Pechino si somiglia sempre di più. Ieri il ministero degli Esteri cinese ha confermato una notizia che circolava già da tempo: Pechino ha deciso di sospendere i colloqui con l’America sul controllo degli armamenti e la non proliferazione. L’ultima riunione di funzionari cinesi e americani sul tema c’era stata nel novembre dello scorso anno, poi però la parte cinese aveva rifiutato nuove consultazioni. “La responsabilità di questa situazione è  degli Stati Uniti”, ha detto il portavoce del ministero Lin Jian, perché la  vendita di armi a Taiwan avrebbe “gravemente danneggiato l’atmosfera politica necessaria per continuare il dialogo”.

 

Ma l’America vende armi a Taiwan – l’isola che la Cina rivendica come proprio territorio anche se il Partito comunista cinese non l’ha mai governata –  nell’eventualità che prima o poi dovrà difendersi da un’invasione da parte cinese, perché l’opzione militare non è mai stata tolta dal tavolo dei funzionari di Pechino. La notizia della sospensione dei colloqui sulla non proliferazione fra America e Cina ieri è stata non a caso molto pubblicizzata dai media russi. 

 

Una foto del servizio stampa del ministero della Difesa russo della cerimonia di benvenuto dell'esercitazione congiunta a Zhanjiang


 Sempre ieri, a un migliaio di chilometri a ovest di Taiwan, nel porto di Zhanjiang, nella provincia cinese di Guangdong, c’è stata la cerimonia di apertura dell’esercitazione navale congiunta fra Cina e Russia dal nome “Maritime Cooperation 2024”, che durerà tre giorni e, secondo quanto riportato dal giornale della Marina cinese, comprenderà esercizi come quelle di difesa, di ricognizione e allarme congiunti, ricerca e salvataggio, il tutto con munizioni vere, e non a salve. L’area di esercizio non è stata diffusa con precisione, ma secondo quanto riportato dalla stampa cinese si tratta di pattugliamenti dell’area del Mar cinese meridionale, che la Repubblica popolare cinese rivendica quasi nella sua interezza. Questi ultimi giochi di guerra sono il completamento del quarto pattugliamento marittimo congiunto russo-cinese, il “Joint Sea 2024”, iniziato lunedì scorso e che ha coinvolto un distaccamento di navi della flotta del Pacifico russa, tra cui le due corvette Rezky e Gromky. Nei giorni scorsi russi e cinesi si erano addestrati anche a neutralizzare sottomarini. Fino a poco tempo fa le esercitazioni congiunte tra Russia e Cina si erano concentrata nell’area del Mar del Giappone e del Mar cinese meridionale, e “le recenti attività sono il risultato dell’incontro del 3 luglio scorso in Kazakistan tra il leader cinese Xi Jinping e il presidente russo Vladimir Putin”, ha scritto ieri il Nikkei, “dove i leader hanno confermato la loro unità sulle questioni riguardanti Taiwan e il Mar cinese meridionale”, dove da mesi ormai la tensione è sempre più alta a causa delle continue provocazioni e dell’aggressività cinese contro la Marina delle Filippine, impegnata a proteggere alcune delle acque rivendicate da Pechino. Ma la lenta strategia del logoramento della leadership di Xi, che usa le sue Forze armate per il dominio marittimo e non solo, ha provocato e sta accelerando il rafforzamento delle alleanze militari anche nel Pacifico: l’8 luglio scorso il Giappone ha firmato con le Filippine un nuovo patto che faciliterà le esercitazioni congiunte, e non è il solo.

 

Perché nei prossimi mesi l’intero Indo-Pacifico sarà attraversato da diverse esercitazioni militari che servono alla cooperazione tra Forze armate ma anche come proiezione di forza – messaggi non verbali indirizzati principalmente a Mosca e Pechino. Oggi per esempio iniziano le Pitch Black, esercitazioni militari guidate dall’Australia considerate tra le più complesse e realistiche nell’area dell’Indo-Pacifico, a cui partecipano venti paesi. Oltre a diversi partner europei, anche l’Italia parteciperà per la prima volta nella storia con diversi mezzi dell’Aeronautica militare e con il carrier strike group composto dalla portaerei Cavour e dalla fregata Alpino. Nel frattempo, vanno avanti fino al 1° agosto le esercitazioni Rim of the Pacific a guida americana, attorno alle isole Hawaii (anche lì c’è per la prima volta l’Italia, con il pattugliatore Montecuccoli). L’altro ieri George Robertson, ex segretario generale della Nato che guiderà il riassetto delle Forze armate britanniche nel governo del primo ministro Keir Starmer, ha parlato di Cina, Russia, Corea del nord e Iran come di “un quartetto mortale di paesi che lavorano sempre più insieme” contro l’occidente, e che la Gran Bretagna e i suoi alleati della Nato “devono essere in grado di affrontare”. 
 

  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.