Trump nella cabina di un camion a 18 ruote durante un incontro con camionisti e ceo a Washington nel 2017 (Foto di Melina Mara/The Washington Post via Getty) 

Camionisti per Trump, un'altra contraddizione tutta americana

Marco Bardazzi

Sindacati e Silicon Valley uniti per il ticket repubblicano. I sindacati dell’automotive e minoranze storicamente democratiche si spostano, a sorpresa, con il tycoon, mentre Biden lotta per mantenere il sostegno degli operai

È la campagna delle contraddizioni e del rimescolamento di carte, da interpretare per capire come sta cambiando l’America. Da questa notte la corsa alla Casa Bianca ha un ticket repubblicano Trump-Vance dove il candidato presidente è un uomo d’affari e sostenitore della Corporate America, mentre il suo vice si presenta come portavoce dei “dimenticati”, della classe operaia, dei bianchi poveri della Rust Belt. Ad appoggiare la coppia presidenziale ci sono miliardari della Silicon Valley – Peter Thiel ed Elon Musk in testa – che fanno da padrini a un’agenda politica che promette di combattere la globalizzazione, proteggere il “Made in Usa” e alzare barriere commerciali. Ad applaudire e schierarsi ci sono sempre più esponenti delle minoranze, afroamericani e ispanici, che un tempo votavano compatti i democratici. E a completare il rimescolamento, sul palco della convention di Milwaukee è comparso addirittura il sindacato dei camionisti e dei ferrovieri
    

Alla Casa Bianca di Joe Biden, assediata come l’Alamo da mezzo Partito democratico che chiede al presidente di ritirarsi, non volevano crederci quando hanno visto andare al podio Sean O’Brien. “Traditore”, hanno sibilato gli uomini di Biden nel vedere il presidente del sindacato Teamsters, una delle più antiche (e controverse) union americane, presentarsi a parlare alla convention di quello che i vecchi democratici considerano ancora “il partito dei padroni”. O’Brien non ha fatto un’aperta dichiarazione di voto per Trump, ha avuto parole dure per i repubblicani, ma ha anche lodato l’ex presidente come “un duro figlio di put…” sopravvissuto all’assassinio e il suo vice J. D. Vance come “uno che ha veramente a cuore i lavoratori”. 
    

“Non date i nostri voti per scontati”, è il messaggio che O’Brien ha mandato ai democratici, il partito che tradizionalmente raccoglie il 90 per cento dei voti di chi è iscritto ai grandi sindacati. I Teamsters uniscono complessivamente 1,3 milioni di lavoratori, soprattutto nel settore dei trasporti. Cifre lontane dagli oltre due milioni degli anni Settanta e in continua diminuzione come per tutte le union del settore privato, dove solo il sei per cento dei dipendenti americani è iscritto a un sindacato. Resistono meglio quelli del settore pubblico, ma vecchie e storiche realtà come i Teamsters o United Auto Workers, i sindacati dell’automotive, restano politicamente influenti e importanti per la mobilitazione che attuano in campagna elettorale. 
     

Biden è sempre stato un punto di riferimento dei sindacati. Per questo alla Casa Bianca brucia vedere O’Brien parlare alla convention repubblicana, dopo che il presidente ha speso 36 miliardi di dollari di fondi pubblici per salvare il Central States Pension Fund, il fondo dei Teamsters, proteggendo le pensioni di 350 mila camionisti. Però è un altro segnale che indica al Partito democratico la debolezza del suo candidato. Ed è una conferma della spregiudicatezza dei Teamsters, da sempre un sindaco discusso. 
     

O’Brien, per dire, per assumere la guida del sindacato ha dovuto sconfiggere in una battaglia ricca di colpi bassi il predecessore James Hoffa Jr. Cioè il figlio di quel Jimmy Hoffa che negli anni Cinquanta e Sessanta stipulava alleanze tra i Teamsters e la mafia, finendo per scontrarsi con un esponente democratico che costruì la sua carriera battendosi contro di lui: Robert F. Kennedy. Hoffa, per decenni il padrone del sindacato, è svanito nel nulla nel 1975 e si ritiene sia seppellito in qualche pilone di cemento. 
 

Lo stesso fondo Central States che Biden ha provveduto a salvare ha una storia a dir poco discutibile. Fu creato da Hoffa negli anni Cinquanta con due scopi. Quello ufficiale era pagare le pensioni ai soci. Quello riservato era usare buona parte dei fondi per aiutare la mafia a “inventare” Las Vegas, la città nel deserto che alle origini serviva a riciclare i capitali della malavita. Una decina di casinò storici sono nati con soldi del fondo Central States, mescolati a quelli di Cosa Nostra. 
Gli altri sindacati hanno tutti stigmatizzato la scelta di O’Brien di andare a Milwaukee, anche se il leader dei Teamsters dice voler parlare anche alla convention democratica. Ma i camionisti non sono certo i soli ad avere dubbi e ripensamenti su Biden, che ha un disperato bisogno del loro appoggio per cercare di vincere in Wisconsin, Michigan e Pennsylvania. I tre stati industriali a cui sono appese le sue speranze di restare alla Casa Bianca.