editoriali
In Bangladesh il governo sempre più autoritario di Sheikh Hasina spara sui suoi studenti
Le manifestazioni sono iniziate dopo che è stato reintrodotto il sistema di assegnazione degli incarichi pubblici basato sulle quote (che garantiscono posti di lavoro stabili ai familiari dei reduci della guerra di indipendenza dal Pakistan)
Ieri il portavoce della polizia metropolitana di Dacca, Faruk Hossain, ha confermato all’Afp che dopo le proteste di piazza dei giorni scorsi nella capitale del Bangladesh e in tutto il paese, più di 500 persone, tra cui alcuni leader del principale partito d’opposizione Bangladesh National Party, sono state arrestate. Nessuna menzione però degli almeno cento morti tra i manifestanti (qualcuno parla di molte più vittime, quasi duecento), dopo che diversi testimoni oculari hanno visto la polizia sparare verso la folla.
Venerdì scorso è stato imposto il coprifuoco, sono stati vietati gli assembramenti e limitato l’accesso a internet, e alcuni paesi, tra cui America e Germania, hanno emesso degli avvisi di viaggio per il Bangladesh. Le manifestazioni sono iniziate dopo che è stato reintrodotto il sistema di assegnazione degli incarichi pubblici basato sulle quote, che era stato abolito nel 2018 e qualche settimana fa reintrodotto da un tribunale. Le quote sono molto criticate, soprattutto dai giovani studenti universitari, perché garantiscono posti di lavoro stabili ai familiari dei reduci della guerra di indipendenza dal Pakistan. Venerdì la Corte suprema del Bangladesh ha emesso una sentenza sul tema, dando ragione a metà agli studenti. Ma i problemi nel paese sud asiatico, sono tutt’altro che risolti.
Secondo molti osservatori tutto ruota attorno alla figura della prima ministra Sheikh Hasina, che governa il paese dal 2009 e che sta aumentando la stretta sui dissidenti (ha paragonato i giovani manifestanti di queste settimane ai “collaborazionisti” con il Pakistan durante la guerra d’indipendenza). L’altro ieri perfino l’ambasciatore italiano a Dacca, Antonio Alessandro, ha scritto sui social un messaggio piuttosto esplicito: “Sotto il governo autoritario di Hasina”, ha scritto Alessandro, “il Bangladesh impone un coprifuoco con l’ordine di sparare a vista per i manifestanti che chiedono la fine delle quote di lavoro governative a favore dei membri del partito di Hasina. Personalmente sostengo la posizione attuale degli studenti”.