Dov'è l'offensiva estiva

Funzionari, spie ed esperti cambiano idea: improbabili grandi avanzate russe in Ucraina

Cecilia Sala

Gli analisti militari americani sono passati dal pronosticare successi di Mosca in estate a chiedersi quanto a lungo la Russia riuscirà a mantenere il ritmo attuale delle sue operazioni – che è molto intenso ma non è più considerato adeguato a culminare in uno sfondamento

La primavera è stata segnata da annunci allarmati di una grande offensiva russa d’estate. Era chiaro da mesi che nel 2024 il vantaggio materiale sul campo di battaglia sarebbe stato dell’esercito di Putin. Il capo delle spie militari ucraine e un po’ di funzionari del Pentagono pronosticavano l’inizio di un attacco massiccio lungo i mille chilometri di linea del fronte attorno alla fine di maggio oppure all’inizio di giugno, quando le piogge diventano rare e il terreno duro favorisce le manovre. Ora, due mesi dopo l’inizio del periodo buono per combattere, gli americani dicono che ormai conquiste territoriali significative questa estate sono improbabili. E aggiungono che per le truppe russe si sta chiudendo una finestra di opportunità, perché non sono riuscite a sfruttare l’intervallo – prezioso per Mosca e pericoloso per Kyiv – in cui le armi dei vecchi pacchetti di aiuti americani stavano finendo e quelle del nuovo pacchetto di aiuti da sessantuno miliardi (il più grande di sempre) non avevano ancora cominciato a fluire a ritmo sostenuto. La nuova avanzata in direzione della città di Kharkiv cominciata il 10 maggio si è arenata e ha dovuto indietreggiare. L’unica città ucraina conquistata dall’esercito di Putin nel 2024 è stata Avdiivka. Contro i palazzi di Avdiivka i russi hanno spedito anche cinquanta bombe plananti da cinquecento chili ciascuna in un giorno e la città, distrutta, è caduta a metà febbraio. Durante la primavera e l’inizio dell’estate, l’esercito russo ha lanciato attacchi continui contro la seconda linea di difesa ucraina per capitalizzare la conquista di Avdiivka e dilagare oltre, gli attacchi sono costati migliaia di uomini ma non hanno funzionato.

 

Ieri il ministero della Difesa russo ha battuto un record: ha promesso un versamento una tantum di due milioni di rubli (che si aggiunge ai pagamenti mensili) a chi si presenta per andare a combattere in Ucraina, una cifra senza precedenti che equivale a circa ventimila euro. Dopo due anni e mezzo di guerra, centinaia di migliaia di soldati morti o feriti, centinaia di migliaia di maschi adulti fuggiti all’inizio dell’invasione su larga scala o per la mobilitazione forzata voluta dal presidente russo nel settembre del 2022, neppure per la Russia – non soltanto per l’Ucraina – è semplice reclutare nuovi combattenti. E farlo è diventato costoso. Nonostante il paragone tra la Russia di oggi e quella di ottant’anni fa sulla disponibilità a sacrificare vite umane per raggiungere l’obiettivo militare, l’esercito di Mosca non è paragonabile all’esercito dell’Unione sovietica negli anni Quaranta: le Forze armate di Putin contano circa un milione di uomini in servizio attivo e due milioni di riservisti, l’Armata rossa aveva trentacinque milioni di uomini. 

 

Il calcolo degli esperti è stato che, a mano a mano che l’invasione si trasformava in una guerra di logoramento – dove l’industria militare e la capacità di produrre quantità immense di munizioni diventano cruciali – il vantaggio di Mosca sarebbe stato sempre più evidente e difficile da bilanciare. In Donbas il martellamento russo con i proiettili d’artiglieria non dà tregua ai soldati ucraini nelle trincee, ma le avanzate sono minime e raggiunte a costi enormi. Nonostante le conquiste dell’offensiva d’estate non ci siano ancora, gli analisti militari sono passati dal pronosticare successi di Mosca a chiedersi quanto a lungo la Russia riuscirà a mantenere il ritmo attuale delle sue operazioni – che è molto intenso ma non è più considerato adeguato a culminare in uno sfondamento. L’ex agente dell’intelligence americana Eric Ciaramella, l’analista militare esperto di Russia Michael Kofman e alcuni funzionari in servizio degli Stati Uniti hanno detto al New York Times che a questo punto la Russia non dovrebbe avere la capacità di spostare in modo significativo la linea del fronte nei prossimi mesi. L’Economist ha calcolato che, nonostante il Cremlino abbia destinato l’otto per cento del pil all’economia di guerra e abbia potenziato la produzione di missili da lanciare contro le infrastrutture ucraine, non si potrà permettere all’infinito di sostenere il numero di perdite di carri armati e mezzi militari – quelli che servono ad avanzare sul campo di battaglia – che ha sostenuto negli ultimi mesi per tentare uno sfondamento. 
            
 
 

Di più su questi argomenti: