Foto Roberto Monaldo/LaPresse

Il Pd a Strasburgo

Decaro e la commissione ambiente a Bruxelles: cortocircuiti in vista

Pietro Guastamacchia

Dal nucleare ai gas serra. A Bruxelles l’ex sindaco dovrà gestire diverse tematiche che spaccano la delegazione dem: chi più dialogante con l’industria, chi più intransigente sull’ambiente. La linea guida di Schlein? Barricate

Bruxelles. Il Pd si aggiudica la guida della Commissione Ambiente a Bruxelles e tutto sembra andare secondo i piani di Schlein. Tutto, o quasi, perché nessuno si aspettava che il volto del nuovo corso ambientalista, impresso dal Nazareno sul Pd, diventasse quello di Antonio Decaro. Sul terreno della commissione Ambiente passerà infatti la battaglia per la difesa delle ambizioni climatiche della nuova Commissione, e in molti a Bruxelles si chiedono se un amministratore locale sia l’uomo adatto per trovare le giuste convergenze. Il pugliese però non si scompone e, mentre i media internazionali ricordano che il suo impegno contro le auto a Bari gli è valso il titolo di “Amico della bicicletta”, Decaro si prepara a fare quello che sa far meglio, ovvero il sindaco, ma questa volta, del Green deal.

 

Sul tavolo della commissione Ambiente potrebbero però arrivare a breve diverse questioni spinose in cui non solo la Commissione faticherà a trovare una posizione comune, ma anche lo stesso Pd. Il presidente dei popolari, Manfred Weber, infatti, ha già riaperto la partita sull’eliminazione graduale dei veicoli a combustibili fossili, e una modifica allo stop totale per la produzione di motori a benzina nel 2035, deciso nella scorsa legislatura, potrebbe presto tornare sui tavoli del Parlamento europeo. Il Pd, intanto, ha blindato la commissione guidata da Decaro inserendo anche le eurodeputate Alessandra Moretti e Annalisa Corrado. L’eurodeputata veneta, a cui inizialmente sembrava dovesse andare la presidenza di commissione, è una delle più attive sul tema ambiente nella corrente della minoranza Pd, mentre Corrado è una delle fautrici della linea iper-ambientalista voluta da Elly Schlein. La delegazione dem è infatti attraversata da un solco che divide, da una parte, una componente più dialogante con l’industria e, dall’altra, una più intransigente sui temi ambientali. Spaccatura che già durante la scorsa legislatura non ha mancato di farsi sentire, come accadde sui pesticidi e sulla questione delle nuove tecniche genomiche.

Altri temi che potrebbero presto atterrare sulla scrivania di Decaro sono la direttiva sui prodotti da deforestazione e le raccomandazioni per una riduzione netta delle emissioni di gas a effetto serra del 90 per cento entro il 2040, da concertare con le industrie e le loro potenti lobby a Bruxelles. Tematiche su cui Elly Schlein vorrebbe un Pd pronto alle barricate, ma non è detto che sia la linea che sceglierà anche l’ex sindaco di Bari. Nel suo primo discorso in commissione, infatti, Decaro ha rassicurato che “sull’attuazione del Green deal non ci sono motivi e non c’è tempo per tornare indietro”, ricordando però che “l’impegno più ambizioso sarà quello di coniugare le sfide ambientali con lo sviluppo di nuovi modelli di crescita economica sostenibile e sociale”.

Sulla permanenza di Decaro alla guida della commissione Ambiente pesa infine il dubbio che l’ex sindaco stia già pensando di tornare in Puglia alla prossima tornata elettorale, prevista tra circa due anni, per la guida della sua regione. Indiscrezione che il pugliese smentisce regolarmente nei corridoi dell’Eurocamera, sottolineando che al momento “è concentrato solo sul suo lavoro a Bruxelles”. Ma la suggestione di un ritorno prematuro di Decaro in Italia potrebbe anche essere tra le ragioni che hanno spinto Schlein a cedere alle sue pressioni per la presidenza di commissione, allungando così il più possibile il soggiorno brussellese di chi oggi è dato come uno dei principali contendenti alla segreteria del Pd. Occorrerà quindi guardare con molta attenzione alle scelte di Decaro in tema di ambiente per capire se il pugliese inaugurerà uno stile meno ideologico e più dialogante, che potrà un domani trasformarsi in una proposta nuova per tutto il Pd. Se così fosse, allora si dimostrerebbe che Elly Schlein aveva ragione: l’ambiente sarà il grande terreno di sfida dei prossimi anni, non a Bruxelles però ma a Largo del Nazareno.