Le ferrovie francesi paralizzate da un attacco coordinato. Chi sono i sabotatori dei Giochi?

Giulia Pompili

C'è un motivo se tutti guardano a Mosca. Solo Putin può e vuole creare il caos colpendo le infrastrutture europee. Gli allarmi delle intelligence

Più o meno alle 4 del mattino, la Francia ha subìto una serie di incendi alle cabine elettriche della rete ferroviaria a poche ore dalla cerimonia di apertura dei Giochi olimpici più minacciati degli ultimi anni. Quel che è certo è che non sono stati incidenti, ma un’azione coordinata, ben studiata: un attacco. Nessuno si è fatto male, ma decine di migliaia di persone sono rimaste bloccate nelle stazioni ferroviarie con la rete pressoché paralizzata. Il premier Gabriel Attal ha scritto sui social di “atti di sabotaggio”, e di conseguenze “enormi e gravi” sul sistema dei trasporti. Gli attentatori hanno scelto con cura dove piazzare gli ordigni esplosivi, lungo le linee principali che portano alla capitale Parigi, e attaccando direttamente i punti strategici in cui vengono raccolti i cavi elettrici lungo i binari per massimizzare il danneggiamento. Fino a qualche anno fa il primo sospetto sarebbe ricaduto sul terrore islamista. Però, più di qualcuno ha pensato alla Russia, e per diverse ragioni.

Quattro sabotaggi sono riusciti, il quinto a Vergigny è fallito. A fermarlo sono stati i ferrovieri che stavano effettuando operazioni di manutenzione notturni, si sono accorti di persone che trafficavano con i cavi e hanno avvertito le autorità mettendole in fuga, ha spiegato il direttore generale della Società nazionale delle ferrovie francesi, la Sncf, Jean-Pierre Farandou. Sulla stampa francese circolava l’ipotesi di una pista legata agli estremisti ambientalisti: “Le modalità somigliano a quelle utilizzate in passato dall’estrema sinistra”, ha scritto il Parisien. Più fonti hanno riferito che non è la prima volta che qualcuno attacca quelle zone nevralgiche dei binari dei treni in Francia: in relazione ai sabotaggi, è stata aperta anche un’inchiesta su un ordigno incendiario ritrovato l’8 maggio scorso sulla linea del Tgv tra Aix-en-Provence e Marsiglia, la città dove proprio quel giorno sarebbe arrivata la Torcia olimpica. 

Il governo di Emmanuel Macron aveva parlato di un dispositivo di sicurezza inedito per questi Giochi olimpici. Da giorni i giornalisti internazionali arrivati nella capitale francese ci parlano di una città blindata. L’intero sistema di intelligence francese da almeno un mese lavora soltanto alla sicurezza del grande evento sportivo. Eppure venerdì mattina qualcuno è riuscito a compiere un attacco organizzato e coordinato con il chiaro scopo di creare il caos nel momento di celebrazione di uno dei paesi leader dell’Europa e della Nato. E’ vero che, secondo l’intelligence francese, le minacce islamiste non si sono mai fermate,  anche se le cellule europee hanno molti meno fondi per attuarle. Ma la guerra a Gaza ha amplificato anche gli attori capaci di azioni più gravi: questa settimana il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz, in una lettera al suo omologo francese Stéphane Séjourné, ha avvertito di un potenziale complotto iraniano per colpire atleti e turisti israeliani durante i Giochi. Ma è soprattutto la Russia a essere osservata con particolare attenzione, perché ha sia i mezzi sia le motivazioni per sabotare l’evento di Parigi, come dimostrato dall’arresto nei giorni scorsi del cuoco  dell’Fsb (lo raccontiamo qui sotto). Poco più di due mesi fa tre diverse agenzie d’intelligence europee hanno diramato un allarme, reso noto dal Financial Times, sulle attività del Cremlino e dei suoi proxy che riguarda specificatamente gli atti di sabotaggio. I precedenti sono diversi: ad aprile due cittadini russo-tedeschi sono stati arrestati in Baviera con l’accusa di aver complottato per attaccare siti militari e logistici in Germania per conto della Russia. Qualche settimana dopo, due uomini accusati di lavorare per l’Fsb hanno tentato di dare fuoco a un magazzino di aiuti per l’Ucraina. Poi ci sono stati i tentativi – per ora falliti – di mettere fuori uso le ferrovie in Svezia e in Repubblica ceca. Già a febbraio il ministero della Difesa francese aveva messo in guardia su potenziali attacchi di disturbo russi sul territorio.

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  • Giulia Pompili
  • È nata il 4 luglio. Giornalista del Foglio da più di un decennio, scrive soprattutto di Asia orientale, di Giappone e Coree, di Cina e dei suoi rapporti con il resto del mondo, ma anche di sicurezza, Difesa e politica internazionale. È autrice della newsletter settimanale Katane, la prima in italiano sull’area dell’Indo-Pacifico, e ha scritto tre libri: "Sotto lo stesso cielo. Giappone, Taiwan e Corea, i rivali di Pechino che stanno facendo grande l'Asia", “Al cuore dell’Italia. Come Russia e Cina stanno cercando di conquistare il paese” con Valerio Valentini (entrambi per Mondadori), e “Belli da morire. Il lato oscuro del K-pop” (Rizzoli Lizard). È terzo dan di kendo.