Figurine e bitcoin
Le giravolte di Trump sulle criptovalute
Il candidato repubblicano alla Casa Bianca ha puntato forte su blockchain e Bitcoin, come molti altri leader eccentrici prima di lui. Eppure, tre anni fa li demonizzava
“I Bitcoin non sono solo una meraviglia tecnologica, ma un miracolo di cooperazione e realizzazione umana. È come l’industria dell’acciaio di cento anni fa e un giorno supererà anche il valore dell’oro”. Lo ha detto il 28 luglio Donald Trump durante la Bitcoin Conference di Nashville, Tennessee, in occasione della quale ha dichiarato il suo rinnovato amore per le criptovalute e la blockchain su cui si sorreggono.
Il candidato repubblicano alla presidenza si è poi spinto più in là, dichiarando che “la blockchain ha il potenziale per sorreggere il futuro dell’economia globale. Se vincerò le elezioni, manterrò tutti i Bitcoin in possesso degli Stati Uniti e parte di esse costituiranno la riserva strategica nazionale. Renderò gli Usa la capitale mondiale delle criptovalute”. Le riserve oggi in possesso del governo statunitense provengono soprattutto da sequestri effettuati dalle autorità: se eletto, non sarebbe da escludere da parte del candidato repubblicano un approccio più attivo rispetto a questo asset.
Intanto, grazie alle parole di Trump il bitcoin vola. Il 29 luglio l’asset digitale è salito fino al 2,6 per cento ed è stato scambiato a 69.462 dollari a Singapore. Anche token crypto più piccoli, come Ether, Solana e Dogecoin, popolari tra gli amanti di meme e cultura internet, hanno beneficiato delle parole del tycoon. Che, però, non è sempre stato un sostenitore di questi asset. Anzi.
Non più tardi del 2021 Trump aveva manifestato una forte scetticismo nei confronti delle criptovalute, sottolineando i rischi che queste avrebbero potuto rappresentare per la stabilità dei sistemi finanziari tradizionali, in particolare per il dollaro statunitense. Ha più volte definito le criptovalute come “una calamità imminente” e, nello specifico, ha descritto Bitcoin come “una truffa”, esprimendo preoccupazioni per l'impatto negativo su valore del dollaro. Gli stessi Bitcoin che ora considera un potenziale asset strategico.
Perché allora questa svolta nel rapporto con le crypto? Merito, forse, del successo degli NFT (Non Fungible Token) lanciati dall’ex presidente negli scorsi anni. Si tratta di immagini digitali di lui raffigurato come cowboy, supereroe, statua, cyborg e altre figure di fantasia. Vendute a 99 dollari l’una, gli hanno fruttato, secondo lo US Office of Government Ethics, tra i 500mila e il milione di dollari solo con la vendita diretta, con una cifra imprecisata relativa alla rivendita a terzi derivante dai diritti di autore, fissati al 10 per cento. L’affetto per questo culto della personalità digitale ha portato Trump a sposare blockchain e criptovalute, cui gli NFT sono strettamente legati, e a ragionare sul prezzo della sua immagine digitalizzata. Durante un evento a Mar-a-Lago dello scorso maggio, il candidato repubblicano ha accarezzato l’idea di alzarne il prezzo per ottenere più fondi per la sua campagna, salvo poi però desistere per evitare critiche.
Il caso vuole che la fascinazione di capi di stato per le criptovalute si accompagni spesso a una personalità molto forte. Se il brasiliano Jair Bolsonaro è stato tra i primi a normarne l’utilizzo nel 2022, poco prima della fine del suo mandato, ad aprire la strada è stato l’eccentrico Nayib Bukiele, che nel 2021 ha reso El Salvador (di cui è presidente) il primo paese ad adottare Bitcoin come moneta legale insieme al dollaro statunitense. Un esempio seguito anche dalla Repubblica Centrafricana, che nel 2022 è diventata la prima nazione a legalizzare l’uso delle criptovalute nei mercati finanziari. Povertà endemica e una guerra civile che si protrae da anni non hanno impedito al presidente Faustin-Archange Touadéra di concedere alle aziende di pagare in criptovalute e ai cittadini di versare le tasse. Anche la Russia di Vladimir Putin, la cui valuta (il rublo) è fiaccata dalle sanzioni e dalla guerra aggressiva nei confronti dell’Ucraina, sta in questi giorni approvando una legge che le consentirà di accettare pagamenti internazionali in Bitcoin entro la fine del 2024.
L’approdo nel mondo crypto ha garantito a Trump benefici economici, ma anche benefici di popolarità in una nuova, grossa cerchia. La vendita degli NFT e il suo coinvolgimento diretto nella loro promozione hanno contribuito a rafforzare la sua posizione all'interno del settore delle criptovalute, facendogli guadagnare il supporto della comunità crypto, incluso quello di figure importanti nel campo come Elon Musk e i gemelli Winklevoss. Una nuova avventura nell’universo digitale, che potrebbe aver aperto a Trump un nuovo fronte per connettersi con un pubblico giovane e tecnologicamente avanzato. Un pubblico che, più di ogni altra cosa, potrebbe votarlo nelle prossime, decisive elezioni presidenziali.