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oltre Parigi 2024

La fissazione storica di restituire la Senna ai parigini, da Chirac a oggi

Mauro Zanon

La bonifica del fiume è costata quasi un miliardo e mezzo di euro. Doveva essere una manifestazione di grandeur, ma a Olimpiadi iniziate è ancora troppo inquinata. Il rischio, per i francesi, è di una figuraccia in mondovisione

“Fra tre anni, farò il bagno nella Senna davanti ad alcuni testimoni, per dimostrare che la Senna è diventata un fiume pulito”. A pronunciare queste parole, nel 1990, fu l’allora sindaco di Parigi Jacques Chirac, in una trasmissione televisiva su Fr3, “La Marche du Siècle”. Il bagno nella Senna era una promessa che il leader del Raggruppamento per la Repubblica aveva già inserito nel suo programma elettorale per le elezioni presidenziali del 1988. Ma Chirac, quella promessa, non riuscì mai a mantenerla. L’ha mantenuta invece Anne Hidalgo, sindaca socialista di Parigi, che dopo essersi immersa nelle acque della Senna due settimane fa ha avuto un pensiero proprio per l’ex presidente della Repubblica gollista. “Lo sognavamo da anni, abbiamo lavorato duramente, molto duramente, l’acqua è in condizioni ottime, un po’ fresca ma non così tanto. Ho un pensiero per Jacques Chirac. Credo che volesse davvero poter nuotare”, ha detto Hidalgo subito dopo l’immersione con i capelli ancora bagnati, accompagnata dal presidente delle Olimpiadi di Parigi 2024, Tony Estanguet, e dal prefetto della regione Île-de-France, Marc Guillaume. Poi ha aggiunto che le Olimpiadi avevano permesso di accelerare le tappe per rendere balneabile la Senna e, con toni enfatici, che la sua nuotata simbolica rappresentava un momento storico. Ma era stata troppo ottimista. 

Dopo l’annullamento di due allenamenti di triathlon, il comitato organizzatore ha annunciato che la gara maschile, inizialmente prevista per ieri, 30 luglio, è stata rinviata a causa della pessima qualità dell’acqua del fiume che attraversa Parigi. Nonostante “un miglioramento nelle ultime ore”, si legge nel comunicato, l’acqua non rispetta gli standard richiesti. A pesare sarebbero i livelli troppo alti di Escherichia Coli e altri batteri fecali. Il rischio, concreto, è quello di una clamorosa cancellazione delle gare, che per Parigi, la sua sindaca e il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, sarebbe una figuraccia in mondovisione. Anche perché per rendere balneabile la Senna e il suo principale affluente, la Marna, sono stati investiti 1,4 miliardi di euro dal 2016. Il divieto di fare il bagno nel fiume parigino era stato istituito con un divieto prefettizio nel 1923. Prima di quella data, la “baignade dans la Seine” era la normalità. Basta guardare le foto scattate alla vigilia della Prima guerra mondiale che ritraggono folle di parigini immergersi nelle acque del fiume nelle giornate più calde: ci si tuffava dai ponti e si organizzavano gare di nuoto. Cent’anni dopo, Hidalgo vorrebbe passare alla storia come la sindaca che ha restituito la Senna ai parigini, dopo aver restituito i quai, i lungosenna: vietando l’accesso alle macchine e rendendoli pedonabili. È “la storia di una scommessa rischiosa”,  scrive l’Express: sfidando la natura, peccando di presunzione, Macron, Hidalgo e Estanguet “potrebbero trovarsi ridicolizzati di fronte al mondo intero”.

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